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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 1 (Gennaro 1863)
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Scoperta d'una cripta istorica nel cemetero di Pretestato
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0010

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» del pontefice S. Urbano, perchè non so quanto le
» potrebbe convenire l'epiteto di magna, postochè è
» di ampiezza poco più che mezzana ; ma questo non
» toglie, che la spelonca magna esista in questo me-
» desimo cemetero interrata e sepolta. Laonde se pur
» non vogliamo ripetere da un caso singolare, il ris-
» pondere esattissimo di cotesti monumenti alle in-
» dicazioni degli antichi scrittori, potremo rallegrarci
» d'aver rinvenuto la basilica de'ss. Tiburzio, Va-
» leriano e Massimo e quella del martire Zenone,
» ed uno de'principali ingressi al nobilissimo ceme-
» tero di Pretestato con una puranco delle sue più
» insigni e più venerate cripte. Rare volte la sola to-
» pografia abbandonata a se medesima senza il soc-
» corso d'alcuna epigrafe o tradizione, che le insegni
» il vero nome d'un monumento, giunge a raccogliere
» e riunire in un sol punto tanta concordia d'indizi
» e d'argomenti molteplici e limpidissimi. »

Quello che nel 1852 da soli indizi potei racco-
gliere non confermati da alcuna iscrizione, ora ce lo
dimostra vero ed irrepugnabile una insigne scoperta,
che compie la dimostrazione de'tre cemeteri dell'Appia
cristiana. E il modo della scoperta è stato il seguente.
Nel 1857 i muratori, che lavoravano a riparar le ro-
vine del cemetero di Callisto, ebbero difetto di mate-
riali da costruzioni. I fossori andarono a cercarli
nei sotterranei contigui alla vigna de'pupazzi, e non
molto lontani dalla chiesa di S. Urbano alla Caf-
farella. Questi sotterranei non furono ignoti al Boi-
detti, che ne trasse parecchie iscrizioni, e li denomi-
nò di S. Urbano per la vicinanza della predetta chiesa,
e perchè anch'egli congetturò, che fossero parte del
cemetero, nel quale quel santo pontefice con i martiri,
che ho sopra nominato, ebbero la sepoltura. Al Bol-
detti però non fu dato di rinvenire in que' sotterra-
nei nobili cripte, nè stanze adorne di pitture. Ma i
fossori postisi all' opera di estrarre pietre e mattoni
dalle rovine di questi ipogei s'innoltrarono sotterra
per vie, che li condussero sotto la predetta vigna,
ove sono i ruderi delle due basiliche ; e poco lontano
da esse aprirono un varco attraverso le macerie pre-
cipitate dall'alto, pel quale penetrando trovaronsi sot-
to una gran volta tutta dipinta a fogliami, uccelli e
figure d'uomini in varii atteggiamenti. Una prospettiva
di cotesta volta è nella pagina seguente.

Com'ebbi udito l'annunzio del trovamento, corsi
col pensiero e colla speranza alle istoriche cripte del
cemetero di Pre'eslato; e lutto mi sembrava promettere,
che la novella scoperta adempirebbe questo desiderio.
Imperocché ho osservato le macerie di pietre e di mattoni
nelle romane catacombe essere indizio de' luoghi, ne' quali
erano posti i sepolcri più nobili e più venerati, che ebbero
segnatamente nell'età della pace scale proprie, lucernari,
spaziosi accessi fiancheggiali da salde costruzioni; e sopra
all' aperto cielo fabbriche di sepolcri, di vestiboli, di
oratorii, sarcofagi marmorei in gran copia, donde i tanti
frantumi di sculture, di marmi, di mattoni, che preci-
pitati per le scale e per i lucernari seppelliscono sotto
enormi cumuli di macerie i più insigni monumenti della

Roma sotterranea. Con questa speranza io misi il piede
su quel monte di sassi e mi posi avidamente a con-
templare la volta dipinta. La quale era d'arte e di stile
bellissimi, talché a chiunque la mira richiama alla mente
il secolo non pur d'Alessandro Severo, nel quale mori
S. Urbano, ma quello stesso de' primi Antonini, eh' è
il tempo del celebratissimo martirio di S. Gennaro coi
suoi fratelli. Imperocché l'anno preciso di quel martirio,
fino ad ora rimasto nell'incertezza, è stato testé deter-
minato dal Borghesi al 162 dell'era cristiana f i). Cre-
sciutemi cosi le speranze e l'espettazione, volsi l'occhio
ai soli due o tre sepolcri, che le macerie non rico-
privano, e li vidi intagliati nelle pareti non regolarmente
e dai primi costruttori di quella nobile cripta, ma aggiunti
in posteriore età, mutilando le pitture delle lunette sotto
gli archi, che sorreggon la volta. Quest' uso di incavare
nuovi sepolcri guastando la simmetria e gli ornamenti
delle stanze sotterranee, venne forse talvolta da difetto
di spazio, quando a cagion d'esempio in un cubicolo
spettante ad una cristiana famiglia tutti i sepolcri già
erano occupati, ed altri defonti di quell'istessa famiglia
doveano essere deposti in quella stanza medesima. .Ma
spesso un'altra cagione mosse i fedeli ad operare quei
guasti per aggiungere sepolcri a sepolcri. È cosa no-
tissima, che la religiosa pietà dei cristiani inverso i mar-
tiri e la fiducia nelle loro preghiere e nel lor patro-
cinio generarono in molti un desiderio infrenabile di
aver sepoltura il più che fosse possibile prossima e con-
tigua a quella de' santi. Da questa cagione mi sembrava-
no dover venire quei guasti fatti a sì nobili pitture ed in
luogo cotanto adorno. Ma non fa d'uopo di congetture
o di ragionamenti, dove per rara felicità possiamo avere
la testimonianza medesima di chi fè intagliare uno di
quei sepolcri. Nei margini d'un loculo, che rompe a
mezzo l'immagine del paslor buono, la calce, con che
n' era stata fermala la chiusura , serbava gran parte
delle lettere, che in essa erano slate graffite quando
era fresca Bell' atto istesso di chiudere e sigillare il
sepolcro. Le primo due lettere , che lessi, erano un
mezzo forse M ed un I finali d'una parola o d' un nome
proprio , che sarebbe troppo incerta impresa il voler
tosto supplire. Seguiva REFRIGERI, voce che destò
in me grande curiosità ed espetta/.ione di quelle, che
sarebbero venute appresso. Il verbo refrigerare fu ado-
peralo nelle acclamazioni e nelle preghiere per le anime
de' trapassati; ed è noto, che nelle antiche iscrizioni
si legge spiritimi tuim Deus refrigeret, libi Deus re-
frigeret, e nell'istesso cemetero di Pretestato nel 1851
io vidi sterrare un sepolcro, nel quale sulla calce fre-
sca, come nel loculo di che ragiono, era stato scritto
in caratteri greci e lingua latina Deus Chrislus omni-
potens refrigeret spiritimi twin. Ma nel cemetero di
S. Ippolito in una pietra il Bosio lesse refrigeri libi
tlomnus Ipoiitus (2); donde è chiaro, che talvolta la
preghiera pel refrigerio dell' anima era volta e diretta

(1) V. Cavedoni, Semenza definitiva intoni» l'anno del'a passione di
S. Giustino, di S. Felicita ctc. p. 7.

(2) Roma sotterranea p. 409.
 
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