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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 11 (Novembre 1863)
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Iscrizione opistografa degli anni 355, 436
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Appendice agli articoli sull'arco di Costantino
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0094

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— 86 —

cronologia consolare. Imperocché essa Bèli'additarci la
nascita, la vita e la morte di cotesto Vennonio Pri-
miano Principio comprova, che tra il quinto consolato
di Costantino e quello di Arbizione e Lolliano cor-
sero appunto tanti anni, quanti ne annoverano !e tavole
consolari. Cotesti consoli del 355 dall' Anonimo Ra-
vennate autore d'una cosmografia sono sovente citati
come due filosofi romani, che descrissero molta parte
del mondo antico in opere e carte geografiche. A que-
sta notizia dataci dal Ravennate i fastografi non ave-
vano posto mente ; ed io tolsi ad esaminarla insieme
a tutte le altre citazioni di opere geografiche a noi
ignote , delle quali è piena la predetta cosmografia,
in una peculiare memoria che fu divulgata nel tomo
CXX1V del giornale Arcadico e separatamente (1). Ivi
dichiarai le ragioni, per le quali le geografie di Ar-
bizione e di Lolliano, come parecchie altre citate dal-
l'Anonimo, sono a mio avviso opere immaginarie, che
non hanno avuto giammai ombra di realtà. E il fa-
moso riordinatore della cronologia e dell' istoria dei
consoli, Rarlolomeo Rorghesi, su questo punto mi
scrisse cosi « Assai forti mi sembrano le ragioni ,
» eh' Ella ha messe in campo per escludere la turba
» de' geografi citati dall' Anonimo Ravennate, de-
» dotte non tanto dal generale silenzio, che ne ser-
» ba tutta l'antichità, quanto da ciò che si sa di
» coloro, i cui nomi non sono ignoti. Il che spe-
» cialmente si avvera nei due consoli Arbizione e
» Lolliano, il primo de'quali da infimo soldato, eh' egli
» era, per la strada dell' armi si innalzò a gradi co-
» spicui, ma in tutta la sua vita non fu mai altro che
» un militare, mentre dell' altro abbiamo ampia eon-
» tezza da Giulio Firmico Materno nei suoi libri di
» astronomia. Io eh' ebbi una volta motivo di leg-
» gerii per intero, appunto per trarne notizia di Lol-
» liano, posso asserire di non essermi incontrato in
» alcun passo, da cui si possa dedurne, ch'egli sia
» stato un geogra'o, e nò meno uno scrittore ». (Let-
tera del 29 Aprile 1852). Ma queste indicazioni illu-
strano soltanto l'istoria de' personaggi nominati inci-
dentemente ned' epitaffio; veniamo a colui, che ne è il
soggetto principale.

Vennonio ... Primiano Principio fu, come ho detto,
un personaggio di allo grado. I molti nomi, che di lui
sono segnati sulla tomba, ce ne danno una prova ir-
repugnabile. 11 gentilizio Vennonius nel secolo quarto
è cosa rarissima; esso fu in origine derivato da Verno,
cognome illustre della genie Plauzia nobilitato dai coli-

li) Sopra il cosmografo Ravennate e gli antichi geografi citati da lui,
Konia 1852.

soli degli anni di Roma 407, 436, innanzi a Cristo 347,
318. Ma nè sotto il nome Vennonio, ne sotto i co-
gnomi di Primiano o di Principio, io ricordo una qual-
che istorica menzione di cotesto personaggio. Un Pritici-
pius vir darissimus genere el probitate conspicuus è no-
minato nelle lettere di Simmaco (I). Egli sembra essere
quel Principio medesimo, che fu prefetto di Romanci 370
e prefetto del pretorio nel 384, ed al quale sono di-
rette molte leggi del codice Tcodosiano (2). Laonde Ven-
nonio Primiano Principio essendo morto nel 355 non
può essere quel personaggio, di che Simmaco e il co-
dice Tcodosiano ci attestano la nobiltà e le supreme ma-
gistrature nel 370 e nel 384. Neanco è verisimile ch'egli
sia stato il padre del Principio prefetto di Roma nel 370:
imperocché attesa la fresca età, in che morì, se lasciò
dietro se figliuoli, questi alla morie del loro genitore
erano non più che adolescenti, e nel 370 difficilmente
potevano essere giunti ai sommi onori dell'impero roma-
no. La ragione cronelogica altresì nega, che il nostro
Principio possa essere il padre di quella famosa Principia
vergine sacra a Dio, alla quale S. Girolamo scrisse più
volte; e che fu nobile alunna ed erede di Marcella, e con
lei si trovò nel terribile sacco di Roma presa da Alarico.
La storia di Marcella c'insegna che Principia era in
giovane età, quando si vide esposta al furore de' Goti
nel 410; eperciò poteva essere figliuola dclsopra Iodato
prefetto di Roma e del pretorio, non del nostro Principio
morto nel 355. Questi dati cronologici escludono la di-
scendenza immediata de'Principii e delle Principie, che
ho ricordato, da quello, la cui memoria sepolcrale è
ora venuta in luce; non escludono però i vincoli di
loro parentela. Anzi la nobiltà di tutti costoro, la città
di Roma, nella quale vissero, la vicinanza de' tempi,
e la rarità di quel cognome, sono altrettanti indizi,
che collegano gli uni agli altri cotesti Principii e Prin-
cipie, e mi fanno credere, che spettino ad una sola fa-
miglia o cognazione. Ad ogni modo il monumento, che
ho divulgato, testifica la fede cristiana professata da
un nobile personaggio di nome Principio fiorito ne' primi
anni delta pace, e servirà a. queir istoria del cristia-
nesimo progrediente nel seno delle nobili ed antiche
famiglie romane, della quale nel bulle'tino precedente
ho accennato la novità e l'importanza.

Le lettere residue nel rovescio della lastra non mi
sembrano degne di speciale commento. Sono reliquie
d'un epitaffio, che nulla ha di notabile, posto sotto i
consoli Isidoro e Senatore, cioè nel 436.

(1) Episl. VI, 31.

(2) V. Corsini, Ser. praef. Urb. p. 249

Appendice agli articoli

Mentre giungeva in Francia il bullettino di Agosto
colla discussione sulle parole instinctu divinitatis se-
gnate neir epigrafe dell'arco di Costantino, era sotto
i torchi in Parigi un articolo del Sig. Rohault de Fleury
intitolato L'Are de triomphe de Constantin e messo in

sull' arco di Costantino.

luce nel fascicolo di Settembre della Revue archèolo-
gique. L'autore, il quale ha fallo a Roma molti studii su
quell'arco, e ne ha inviato all' esposizione delle belle
arti in Parigi esalti disegni, accennando l'iscrizione
afferma, che essa non ha subito alterazione veruna,
 
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