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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 9 (Settembre 1863)
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La sottoscrizione di S. Pamfilo martire ricopiata nel codice sinaitico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0080

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_ 72 —

le famiglio patrizie. Prima di quell'età grande era stato
il nome e la potenza de'Rufii Volusiani. A quale stirpe
propriamente spelli il nostro Placido, e se il Rufius
sia in lui un gentilizio paterno o materno, fino ad oggi
non lo sappiamo: i monumenti a poco a poco ce lo
riveleranno. E basti dell'istoria; veniamo a quello che
è proprio della cristiana epigrafia.

Manifesta è la conformità di queste dieci tra iscri-
zioni intere e frammenti forniti di date cronologiche
con quelle degli istessi tempi, di che ne abbiamo le
centinaja : e più ne cresce il numero più acquistan
valore le osservazioni fatte sul loro stile e sulla molta
antichità de'sepolcri sotterranei. Non m'accingo a rin-
novare ad una ad una quelle osservazioni; chè sarebbe
nojosa ripetizione di cose già più volte da me accen-
nate o dichiarate. Solo per l'importanza dell'argomento
voglio che si ponga mente al fatto costante, che anche
nelle iscrizioni oggi divulgate troviamo, del non fornir
esse ne esempio nè traccia di acclamazioni simili a
quelle, che tanto sono frequenti negli epitaffi sotter-
ranei. Quelle acclamazioni adunque nello stile epigra-
fico sepolcrale dell'età della pace erano ite in disuso;
e ogni dì più si moltiplicano i monumenti, che le di-
mostrano proprie d'uno stile più antico e obbliterato
nel corso del secolo quarto. Laonde le credenze e la
fede, di che quelle acclamazioni sono 1' espressione
spontanea, sono le credenze e la fede del cristiane-
simo primitivo. Se in esse ogni parola spira la fiducia
della sorte beatissima promessa alle anime de fedeli
piamente uscite di questa vita, e le anime de' santi,

che vivono in Dio, sono invocale per i superstiti, che
pellegrinano nel mondo , e per i defunti, che forse
ancor non sono entrali nel loro consorzio, e a questi
si prega refrigerio e pace e requie e luce in Dio od
in Cristo, ecco nelle formole epigrafiche coniate all'età
delle persecuzioni chiaramente espressi i principi fon-
damentali, sui quali poggiano una gran parte de'dogmi
e dei riti impugnati dai novatori. Ma questo non è
argomento da trattare alla sfuggita ; mi basta d'aver
nuovamente accennato l'alta importanza degli epitaffi
anche i più semplici di data, certa posti a confronto
con quelli, de'quali ignoriamo l'età.

Conchiuderò l'articolo con una osservazione, che
mi sembra degna di non essere taciuta. Nelle lapidi,
e non sono moltissime, venule in luce in questi ul-
timi mesi dalla basilica di s. Lorenzo e dall' agro
Verano, ecco già la quarta menzione d'una vergine
sacra. Una scinda virgo è ricordata nel frammento
dell'anno 434 (1), due sacrae virgines in una pietra
cemeteriale certamente più antica del secolo quinto (2),
Lavinia virgo Bei inimitabilis néll' epitaffio del 409,
che oggi ho divulgato. Una tanta frequenza di. vergini
a Dio consecrate dimostra quanto nella chiesa romana
fioriva l'amore e il cullo della verginità, e forse anco
è indizio che le vergini d'alcun antichissimo asceterio
ebbero in uso di farsi seppellire nel cemetero del-
l'agro Verano.

ti) V. il Bull, di Marzo p. 23.
(2) V. il Bull, di Aprile p. 32.

Notizie

ROMA. Graffiti nel palazzo «Se" Cosm-l sul Pa-
latino, ('li scavi che il governo pontificio fa eseguire nel
palazzo de'Cesari dietro la chiesa di S. Anastasia hanno messo
in luce molti graffiti, cioè iscrizioni tracciate collo stile o colla
punta di qualche ferro sufi' intonaco delle pareti. Notissimi
sono i simili graffiti scoperti ivi stesso negli anni passati, e
quello sopra tutti d'un crocefisso a testa d'asino adorato come
suo dio da un cotale Àlessamcno, empia derisione pagana d'un
fedele cristiano divulgala dal eh. P. Garriteci. La quale riceve
nuova luce dai recenti trovamenti. Fino dagli scorsi anni in
un adito, che imbocca nella stanza dell' empio graffito, si
vedevano segnate sul muro le lettere seguenti CORLNTIIVS
EXIT DE PAEDAGOGIO, dalle quali il eh. sig. Francesco
Lenormant aveva inferito, che ivi era il paedagogium, l'abi-
tazione de' paggi educati nel palazzo imperiale, e che quei
graffiti erano scherzi de'predetti fanciulli e giovinetti. Adun-
que Alessameno, che adorava il crocefisso , era un paggio
cristiano de domo Caesaris, beffeggiato dai compagni pa-
gani. 11 sig. Lenormant dedusse altresì da quelle lettere, che
le sigle V. D. N. segnate ivi a lato di molti nomi, e che
io avevo congetturato significare vestiarius domini nostri,
debbono essere interpretate verna domini nostri. Questi ra-
ziocini sono confermati dalle nuove scoperte: la menzione
del paedagogium è frequente ne'graffiti ora tornati in luce,
ove le parole EXIT DE PAEDAGOlìlO sono più volte se-
gnale dopo i nomi proprii: e a cotesti nomi proprii è talora

soggiunto distesamente VERNA. Quello però, che a me più
premeva, era il vedere, se qualche altro paggio qui fosse,
come Alessameno, deriso perchè cristiano. Ed invero sotto il
nome LIBANVS da altra mano ho veduto scritto EPISCO-
PVS, e più in basso nella stessa parete ho letto LIBANVS
EP1, che mi pare tutto d'una scrittura. Questa è forse una
beffa contro Libano fanciullo o giovinetto cristiano dai con-
discepoli derisoriamente chiamato episcopus. Non ignoro, che
episcopus è una voce, che noli' età imperiale designava non
solo il sommo grado del sacerdozio cristiano, ma anche alcuni
officii e cure municipali (V. Orelli n. 4024; Digest, lib. L.
tit. IV legge 18 § 7). Ma la menzione d'un siffatto officio muni-
cipale in questo luogo e modo non è possibile; e solo potrem-
mo sospettare, che nel paedagogium fosse chiamalo episcopus,
chi avea alcuna cura e sorveglianza speciale. Or non sarà più
probabile, che questa sia un'allusione beffarda al sacerdozio
cristiano? Certo questa congettura è confermata dalla vicinanza
dell'empio graffito contro il cristiano Alessameno. Lo studio
di tutti insieme questi nomi e queste scritture potrà fornire a
chi ne imprenderà l'esame qualche nuovo indizio della loro
età; la quale a me sembra dc'lcmpi in circa di Settimio Se-
vero o poco dopo. Al leggere questi graffiti noi quasi assistia-
mo alle intime scene della lotta tra il paganesimo ed il cristia-
nesimo nel palazzo de' Cesari; ove dalla storia sappiamo che
Caracalla fanciullo vide battere qualche suo coetaneo e com-
pagno perchè professava la religione cristiana.

TIPOGRAFIA SALVIUIXI
 
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