Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

DOI Heft:
Nr. 1 (Gennaro 1863)
DOI Heft:
Nr. 2 (Febbrajo 1863)
DOI Artikel:
Del sepolcro di S. Cirillo nella basilica di S. Clemente
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0017

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
Lo associazioni si ricevono in Roma nella
Tipografia SaWiucci ai SS. XII Apostoli al prezzo
di scudi due per un anno.

BULLETTINO

Le associazioni per iulla I' Mafia si ricevono
in Genova dal sig. Dario Giuseppe Rossi librajo.

DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

DEL CAV. GIOVANNI BATTISTA DE ROSSI

ANNO I. Roma Eebbrajo 1863. N.° 2.

Del sepolcro di S. Cirillo nella basìlica di S. Clemente.

La pittura alludente alla storia di S. Cirillo, della
quale toccai nelle notizie del precedente ballettino, mi
chiama a trattare un argomento proprio di questo tem-
po, in che tanto si scrive intorno a quell'apostolo della
gente slava, e mi porge il destro di sciogliere un debito
verso i dotti di quella nobile stirpe desiderosi d'avere
il racconto dei tentativi, che nel 1858 io feci per or-
dine del sovrano pontefice, a fin di scoprire il sepolcro
del loro famoso santo nella basilica di S. Clemente.
Comincerò dall'accennare le notizie istoriche, delle quali
abbisogna il lettore, che non le abbia a memoria.

Cirillo nato in Tessalonica famoso per tanta dot-
trina, che potè far fronte all'istesso Fozio e perciò fu
soprannominato il Filosofo, andò prima in Crimea per
recarsi ai Cazari e predicar loro l'evangelo, poscia in
Moravia per predicarlo agli Slavi. In Crimea ritrovò
presso Chersona le reliquie di S. Clemente; in Moravia
condusse seco il fratello Metodio , e colla cristianità
fondò anche la lingua e la letteratura slava, volgendo
in quella lingua i libri sacri e componendo l'alfabeto
da lui chiamato emiliano. Nicola primo romano pon-
tefice udite le meraviglie della predicazione evangelica
de' due fratelli Cirillo e Metodio, li invitò per lettera
a venire a Roma, ed a rendere conto della lor mis-
sione alla sede apostolica. Essi vennero recando seco le
reliquie ritrovate nel Chersoneso: ma quando giunsero
alla nostra città, il papa Nicola era morto o moribondo;
e Adriano II, che gli succedette nello spirare dell'an-
no 867, accolse gli evangelizzatori degli Slavi, e collocò
solennemente le reliquie di S. Clemente nella basilica
a lui dedicata. Poco dopo Cirillo morì e fu sepolto
con grande onore nel Vaticano. Metodio però ne ri-
chiese il corpo e voleva portarlo seco in Moravia; e
riuscitogli vano il pregare per questo desiderio, supplicò
che almeno fosse il suo fratello trasferito a riposare
presso le reliquie, eh' egli aveva a Roma recato. E
così fu fatto con pompa solenne; e il corpo di S. Cirillo
tolto dal Vaticano fu deposto alla destra dell'altare di
S. Clemente. Col volgere dei secoli tempestosi del medio
evo si smarrisce quasi ogni notizia di questo sepolcro.
Nel finire del secolo XVI, le reliquie di S. Cirillo furo-
no rinvenute in un'antica cappella a lui dedicata nella
basilica di S. Clemente; la storia però di cotesto rin-
venimento non ci è pervenuta. 11 Baronio scrive, che

aveva udito narrare essere quelle reliquie ai suoi dì
tornate in luce dal luogo, che ho detto (1) : i contem-
poranei ed i vicini all'età del Baronio affermano s. Ci-
rillo riposare nella sua cappella a destra della porta
maggiore, che oggi è dedicata a s. Domenico. Le testi-
monianze de' quali citate dal Rondinini (2) e le poste-
riori ha testé ricercato ed esaminato il eh. Monsig. Tiz-
zani arcivescovo di Nisibi in una dissertazione letta
alla pontificia accademia di archeologia e stampala nella
Correspondance de Rome, alla quale rimando il lettore.

Nel 1858 S. E. Monsig. De Luca nunzio apostolico
presso la corte di Vienna fè conoscere al regnante ponte-
fice il vivo desiderio degli Slavi, che nell'avvicinarsi del
millenario dalla venula di s. Cirillo nella Moravia ne fosse
in Roma ricercato il sepolcro. E i dotti di quella nazio-
ne, che non ignoravano le reliquie di quel santo essere
stimate riposare in una cappella nel fondo della chiesa,
ci invitavano a volgere la mira sopra tutto al primitivo
sepolcro posto alla destra dell'altare, del quale è da
tanti secoli perduta ogni traccia; sperando che forse
il desiderato tesoro ivi ancora giaccia nascosto. Nè la
loro proposta era vana ed irragionevole. Perocché non
polendo quelle reliquie essere nella predetta cappella
se non per una traslazione dal primitivo sepolcro, e
di cotesto fatto mancando ogni memoria, è giusto che
se ne cerchi la prova nel sepolcro medesimo, il quale
se sarà ritrovato vuoto, confermerà la verità della tra-
slazione e ci porrà sott'occhio la più antica e preziosa
memoria monumentale, che ci è dalo sperare, del gran-
de apostolo degli Slavi. Questo fu il pensiero, che mi
guidò ne'tentativi fatti dentro il recinto del presbitero
di s. Clemente, dopo ch'ebbi riconosciuto vano il cer-
care sia dentro, sia immediatamente sotlo l'altare oggi
dedicato a s. Domenico. Il racconto di quei tentativi
e la ricerca definitiva del primitivo sepolcro di s. Cirillo
verranno naturalmente dopo la descrizione e l'esame
dell'isterica pittura testé discoperta, e dalla quale pren-
do le mosse del mio ragionamento.

In fondo dell'antica basilica di s. Clemente il eh.
P. Mullooly, che ne continua con tanta alacrità l'esca-
vazione, ha rinvenuto alla sinistra della nave maggiore

(1) V. le note al martirologio romano sotto il dì 9 marzo.

(2) De basilica s. Clementi! p. 555 e segg.
 
Annotationen