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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 2 (Febbrajo 1863)
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Epitaffio di Flavio Magno insigne oratore
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0024

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— 16 —

sotto i primi imperatori cristiani erano tenacissimi del
paganesimo, la cui splendida letteratura insegnavano.
Quando Mario Vittorino nella metà del secolo quarto
si presentò alla chiesa e salito il pulpito, come do-
vevan fare i catecumeni, recitò il simbolo della fede
e si confessò cristiano , i fedeli non credevano alle
proprie orecchie, che l'avevano udito, ai propri occhi,
che l'avevan visto, tanta era la meraviglia, tanta la
letizia d'una conversione sì rara e d'un coraggio, che
sembrò eroico. E i più potenti del patriziato e del
senato romano passionati pel paganesimo ne mante-
nevano vivo l'insegnamento nelle catedre de' retori
pagani. Questo durò a tutto il secolo quarto. L'iscri-
zione, che abbiamo rinvenuto, non fa motto quasi di
singolare lode di Flavio Magno, ch'egli si fosse reso
cristiano, benché retore tanto famoso e tanto onorato
dai romani patrizi e dal senato. Le condizioni dei
tempi eran mutate: l'ultimo sforzo dei pagani fu ten-
tato sotto Teodosio il grande nella ribellione di Eugenio,

e disfatto il tiranno, il paganesimo perdè l'ultime forze.
Nel secolo quinto sul sepolcro d'un professore cri-
stiano è scritto, ch'egli fu dal senato prescelto ai sommi
onori, e ciò che più monta, che in breve tempo tutta
la gioventù patrizia a lui fu affidata; nè è accennato,
che tanti onori e tanta fiducia sieno stati a lui pro-
digati, quand'era pagano. Quest'iscrizione è certamente
un raro monumento della storia degli studii letierarii
in Roma nell'ultima ed oscurissima età del morente
impero occidentale; e per le considerazioni, che ho
fatto, panni anche un segno distintivo del grande con-
trasto tra il secolo quarto ed il quinto ne' rapporti del
senato e del patriziato romano verso il cristianesimo.
E sarà anche questa una testimonianza di più delle
classiche lettere dai cristiani coltivate ed insegnate.

Quest'urna e quella di Licenzio sono state tra-
sferite al museo capitolino per cura del eh. sig. caV.
Merolli conservatore di Roma.

Notizie

Continuazione dello scoperte nel ce Mieterò di
••■•destato. L'escavazione della cripta quadrata è compiuta,
e quasi dinanzi ad essa ne troveremo una seconda non meno
nobile ed importante della prima; già se ne vede l'arco della
porta. Fra I'una e l'altra cominciano ora che scrivo, (è il dì
21 Febbrajo) ad uscire dalle macerie minuti frammenti di
una grande lastra marmorea con lettere damasiane del tipo
più bello e della maggior dimensione, che sieno state viste
giammai. Ecco adunque un'iscrizione monumentale, la quale
e conferma i miei ragionamenti sull'importanza istorica delle
cripte, che ora tornano alla luce nel cemetero di Pretestato,
e toglierà ogni dubbio intorno ai martiri, i cui sepolcri in
quelle cripte erano venerati. Ed infatti benché i frammenti
non dieno ancora nè anco una sola parola intera, pure affermo
senza tema di errare, che v' è scritto e il nome di Damaso
papa autore del monumento e del martire s. Gennaro, del
quale ricordino i lettori quello che ho detto nel precedente
bullcttino. Nel foglio del Marzo darò esatte notizie di questa
insignissima scoperta,- che ci assicura il possesso di monumenti
certi dei martiri più celebri della chiesa romana, i quali vissero
in tempi vicini all'età apostolica.

Basilica di ». Lorenzo fuor delle mura. Compiuto
lo sterro della basilica Costantiniana, è stato posto mano a
cercare sotto il pavimento di essa. E già si vede, che il
piano ne è tutto sostruito da sepolcri l'uno a canto all'altro: nè
poteva essere altrimenti, poiché tanto era ambita la sepoltura
presso il martire s. Lorenzo. Spero che questi sepolcri ci
daranno epitaffi forse di illustri personaggi. Fino ad ora ho
letto soltanto il seguente brevissimo titolo in lettere del
secolo quarto, o del quinto LOCVS ROMANI ACOLITI.
Altre lettere, che in altri sepolcri si leggono, sono frammenti
di epitaffi più antichi adoperati nella costruzione di sepolcri
posteriori.

Sepolcri antichi nell'agro Veruno. Contiguo alla
predetta basilica è l'agro Verano, nel quale il Commune di
Roma compie le bellissime costruzioni, che ricingono ed
adornano il campo santo. Nel fondare queste costruzioni presso
al luogo, donde uscirono le urne di Licenzio e di FI. Magno,

sono state rinvenute tombe cristiane ed iscrizioni sepolcrali,
delle quali due fornite di date consolari del secolo quinto,
e vedranno in seguito la luce nel mio bullettino. Inoltre è
stata veduta l'abside d'una piccola cappella, con vestigia di
pitture del quinto o del sesto secolo; rimangono solo le parti
inferiori delle immagini di apostoli o di santi. Quell'abside
spetta senza fallo ad una delle così dette basiliche sepolcrali,
che le famiglie cristiane facevano costruire presso le grandi ba-
siliche de' martiri. Il sig. cav. Merolli già sopra lodato ha prov-
veduto alla conservazione di questi antichi monumenti.

Grandi scoperte tli antichità cristiane nella
Siria. Il eh. Sig. Conte Melchiorre de Vogùé tornato nel
Gennajo da un lungo viaggio archeologico nell'Oriente ci reca
disegni e notizie di monumenti d'ogni maniera e d'ogni età da
lui rinvenuti segnatamente nella Siria. Fra queste scoperte
primeggiano interi villaggi cristiani de's coli quarto, quinto
e sesto, conservati così, che ciascuno di essi sembra una
Pompei cristiana. Le case sono in piedi, ed hanno iscrizioni
e simboli religiosi nelle porte, nelle camere , sugli utensili
in pietra, che rimangono ai loro posti. Le chiese scoperte
in questi villaggi ( se ben ricordo quello, che a viva vóce
m'ha narrato l'illustre viaggiatore) sono non meno di sessanta.
Le epigrafi hanno talvolta date certe , non consolari. ma
conforme alle leggi , che ho spiegato ne' miei prolegomeni
al primo tomo delle iscrizioni cristiane, segnano gli anni con
una delle molte ere adoperate in Oriente. Il nobile e dotto
scopritore ci darà un bel libro sopra questo suo viaggio, che
diverrà famoso negli annali della cristiana archeologia.

Antichità cristiane nella Reggenza di Tunisi.
Son venuti in luce in Parigi i due tomi del eh. Sig. Guerin,
il cui titolo spiegherà il contenuto : Voyage archeologique
dans la regence de Tunis executé en 1860 et puhlié sous
les auspices et aux frais de M. d'Albert Due de Luynes.
Il chiaro autore m' aveva anche prima della pubblicazione
communicato la parte cristiana del frutto raccolto nella sua
esplorazione Tunisina. Ora ha tutto messo in luce in questi due
tomi. Ne renderò conto nel mio bullettino, appena l'abbon-
danza delle scoperte romane, me ne lascerà il campo.
 
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