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Appendice all'articolo sulle prime origini della basilica di s. Clemente.
Nel bulleltino precedente rimase un dubbio non
sciolto; se cioè Flavio Clemente console, le cui reliquie
riposano nella basilica, della quale ho indagato le ori-
gini, possa essere stato confuso col Clemente pontefice.
Scioglierò, secondo la promessa fattane, ancor questo
dubbio. Che la basilica serbi il nome e la memoria di
Clemente pontefice, non del console, lo dicono a chiare
note i più antichi ed autorevoli testimonii, che di essa
basilica fanno menzione. S. Girolamo, che bene cono-
sceva Clemente console, e che nel suo libro degli scrit-
tori ecclesiastici, attenendosi sopra tulio alle notizie rac-
colte da Eusebio, indica di ciascuno l'istoria e le opere,
di Clemente pontefice scrisse quelle parole, sulle quali
molto ho ragionato, che attestano la basilica a lui essere
stata intitolata. Queste parole egli non trascrisse cieca-
mente dalla istoria di Eusebio o da altri libri; ma le
dettò per sua personale scienza e spontaneo ricordo. Il
papa Zosimo nell'epistola II agli Africani narra il giudi-
zio solenne fatto di Celestio nella basilica di s. Clemente
scelta a tal uopo, affinchè al gravissimo esame concor-
resse anche l'autorità del luogo ricordante il più famoso
discepolo e successore dell' apostolo Pietro. Taccio le
testimonianze posteriori a s. Girolamo ed a Zosimo papa.
Ora noi dobbiamo attenerci a quello, che gli antichi
ci danno per indubitato, quando non v'ha ombra di
ragione per.mettere in dubbio il valore della loro testi-
monianza. Di Clemente console niuno mai ha dato pur
un cenno, che lo richiami in qualche guisa alla noslra
basilica. S. Girolamo e Zosimo chiaramente ci attesta-
no, che questa era dedicata al pontefice; e non parlano
secondo una loro opinione, ma secondo quello, che
tutta Roma sapeva ai loro dì. Allora le memorie mo-
numentali di Roma cristiana erano piene di vita e di
verità; nè l'ignoranza e le leggende avevano comin-
ciato ad ottenebrarle.
Le reliquie poi di Flavio Clemente non possono
entrare in guisa veruna nella quistione delle origini
della nostra basilica. Coteste reliquie non poterono
essere quivi collocate prima del secolo ottavo o del
nono, e l'iscrizione, che le accompagna (1), posta a
confronto con le tante migliaia delle anteriori al secolo
settimo, che oggi abbiamo sott' occhio, da sè si manife-
sta lontanissima da quel periodo di tempo e straniera a
quella immensa famiglia epigrafica. Essa non può cade-
re, che in un secolo barbaro, ed è tuttora, e forse sarà
sempre, nell'ultima linea più un indovinello, che un'iscri-
(i) V. Vitry, Flavii Clementi» tumulti» Ulustralus.
zione. La memoria adunque di Flavio Clemente e la de-
posizione delle reliquie di lui, là dove oggi sono, non
hanno relazione veruna colle testimonianze e cogli indizi,
che rivelano le prime origini della basilica celimontana.
Ma qui taluno mi opporrà, che gli antichi mede-
simi hanno talvolta confuso il console col pontefice :
come adunque affidarci alla loro testimonianza, che
può essere involta in quest' errore ? Che gii antichi
abbiano confuso il console col pontefice è sentenza, la
quale ha per solo fondamento la stirpe de'Cesari attri-
buita a s. Clemente papa da Eucherio di Lione e dai
favolosi racconti dei libri delle ricognizioni. Imperoc-
ché il console era della famiglia de' Flavii Augusti :
ecco adunque, affermano molti, dalla identità del nome
nata la fama, che il papa fosse di sì alto lignaggio.
Ma Eucherio manifestamente pende dalle ricognizioni;
e tutta la questione si concentra nell'esame dell'ori-
gine, onde nacque nell'autore di questi scritti apocrifi
il pensiero di dare tanta nobiltà di stirpe al discepolo
di s. Pietro. Ora io affermo, che queir autore nè fu
tratto in inganno dalla memoria di Clemente console,
nè a lui pensò. Egli dapprima dice in genere , che
Clemente era della stirpe de' Cesari ; ma nel seguito
del racconto dichiara, eh' era congiunto per affinità
all'imperatore Tiberio. Ed egli scriveva nel principio
del secolo III, e forse anche prima; quando la storia
e la successione degli imperatori erano a notizia vol-
gare, perfin dei fanciulli. Come avrebbe egli confuso
Tiberio e i primi Cesari con Domiziano e con i Flavii ?
Infatti nei nomi, ch'egli dà ai fratelli ed ai congiunti
di Clemente, non uno solo, che spetti alla gente Flavia
e ci dia il menomo indizio di confusione fatta con per-
sonaggi di questa stirpe. Ed io ho indicalo ch'egli sem-
bra piutosto fare alcuna allusione agli Acilii Fausti ;
certamente allude ad una famiglia di Fausti e Faustini.
Il libro adunque delle ricognizioni attentamente esami-
nato non dà favore all'ipotesi, che i due Clementi sieno
stati l'uno coll'altro confusi fin dalla più lontana età.
Del rimanente, posto anche che questa confusione fosse
stata fatta da un orientale scrittore di favole, non ne
seguirebbe, che alla testimonianza pubblica della chiesa
romana nel secolo quarto risguardante una delle sue
più insigni basiliche si dee scemare fede. Questa testi-
monianza sarà forse resa anche più illustre da una mo-
numentale epigrafe in lettere damasiane, della quale ho
già raccolto e notalo molli frammenti, se le nuove esca-
vazioni ce la daranno intera od almeno ce ne resti-
tuiranno la parte essenziale.
Polizie
ROMA. C hiusura delle catacombe. Le escavazioni adunque si chiudono le catacombe al lavoro dell'escavazione.
delle romane catacombe durano dal Novembre a tutto il Maggio. Nel periodo dei sette mesi, che ora giunge al suo termine,
Dal Giugno all'Ottobre l'aria è in quei sotterranei tanto mal- oltre il cemetero di Pretestato, del quale più volte ho ra-
*ana, che i fossori debbono abbandonarle. In questi giorni gionato nel mio bullettino, anche quello di Callisto ha conti-
Appendice all'articolo sulle prime origini della basilica di s. Clemente.
Nel bulleltino precedente rimase un dubbio non
sciolto; se cioè Flavio Clemente console, le cui reliquie
riposano nella basilica, della quale ho indagato le ori-
gini, possa essere stato confuso col Clemente pontefice.
Scioglierò, secondo la promessa fattane, ancor questo
dubbio. Che la basilica serbi il nome e la memoria di
Clemente pontefice, non del console, lo dicono a chiare
note i più antichi ed autorevoli testimonii, che di essa
basilica fanno menzione. S. Girolamo, che bene cono-
sceva Clemente console, e che nel suo libro degli scrit-
tori ecclesiastici, attenendosi sopra tulio alle notizie rac-
colte da Eusebio, indica di ciascuno l'istoria e le opere,
di Clemente pontefice scrisse quelle parole, sulle quali
molto ho ragionato, che attestano la basilica a lui essere
stata intitolata. Queste parole egli non trascrisse cieca-
mente dalla istoria di Eusebio o da altri libri; ma le
dettò per sua personale scienza e spontaneo ricordo. Il
papa Zosimo nell'epistola II agli Africani narra il giudi-
zio solenne fatto di Celestio nella basilica di s. Clemente
scelta a tal uopo, affinchè al gravissimo esame concor-
resse anche l'autorità del luogo ricordante il più famoso
discepolo e successore dell' apostolo Pietro. Taccio le
testimonianze posteriori a s. Girolamo ed a Zosimo papa.
Ora noi dobbiamo attenerci a quello, che gli antichi
ci danno per indubitato, quando non v'ha ombra di
ragione per.mettere in dubbio il valore della loro testi-
monianza. Di Clemente console niuno mai ha dato pur
un cenno, che lo richiami in qualche guisa alla noslra
basilica. S. Girolamo e Zosimo chiaramente ci attesta-
no, che questa era dedicata al pontefice; e non parlano
secondo una loro opinione, ma secondo quello, che
tutta Roma sapeva ai loro dì. Allora le memorie mo-
numentali di Roma cristiana erano piene di vita e di
verità; nè l'ignoranza e le leggende avevano comin-
ciato ad ottenebrarle.
Le reliquie poi di Flavio Clemente non possono
entrare in guisa veruna nella quistione delle origini
della nostra basilica. Coteste reliquie non poterono
essere quivi collocate prima del secolo ottavo o del
nono, e l'iscrizione, che le accompagna (1), posta a
confronto con le tante migliaia delle anteriori al secolo
settimo, che oggi abbiamo sott' occhio, da sè si manife-
sta lontanissima da quel periodo di tempo e straniera a
quella immensa famiglia epigrafica. Essa non può cade-
re, che in un secolo barbaro, ed è tuttora, e forse sarà
sempre, nell'ultima linea più un indovinello, che un'iscri-
(i) V. Vitry, Flavii Clementi» tumulti» Ulustralus.
zione. La memoria adunque di Flavio Clemente e la de-
posizione delle reliquie di lui, là dove oggi sono, non
hanno relazione veruna colle testimonianze e cogli indizi,
che rivelano le prime origini della basilica celimontana.
Ma qui taluno mi opporrà, che gli antichi mede-
simi hanno talvolta confuso il console col pontefice :
come adunque affidarci alla loro testimonianza, che
può essere involta in quest' errore ? Che gii antichi
abbiano confuso il console col pontefice è sentenza, la
quale ha per solo fondamento la stirpe de'Cesari attri-
buita a s. Clemente papa da Eucherio di Lione e dai
favolosi racconti dei libri delle ricognizioni. Imperoc-
ché il console era della famiglia de' Flavii Augusti :
ecco adunque, affermano molti, dalla identità del nome
nata la fama, che il papa fosse di sì alto lignaggio.
Ma Eucherio manifestamente pende dalle ricognizioni;
e tutta la questione si concentra nell'esame dell'ori-
gine, onde nacque nell'autore di questi scritti apocrifi
il pensiero di dare tanta nobiltà di stirpe al discepolo
di s. Pietro. Ora io affermo, che queir autore nè fu
tratto in inganno dalla memoria di Clemente console,
nè a lui pensò. Egli dapprima dice in genere , che
Clemente era della stirpe de' Cesari ; ma nel seguito
del racconto dichiara, eh' era congiunto per affinità
all'imperatore Tiberio. Ed egli scriveva nel principio
del secolo III, e forse anche prima; quando la storia
e la successione degli imperatori erano a notizia vol-
gare, perfin dei fanciulli. Come avrebbe egli confuso
Tiberio e i primi Cesari con Domiziano e con i Flavii ?
Infatti nei nomi, ch'egli dà ai fratelli ed ai congiunti
di Clemente, non uno solo, che spetti alla gente Flavia
e ci dia il menomo indizio di confusione fatta con per-
sonaggi di questa stirpe. Ed io ho indicalo ch'egli sem-
bra piutosto fare alcuna allusione agli Acilii Fausti ;
certamente allude ad una famiglia di Fausti e Faustini.
Il libro adunque delle ricognizioni attentamente esami-
nato non dà favore all'ipotesi, che i due Clementi sieno
stati l'uno coll'altro confusi fin dalla più lontana età.
Del rimanente, posto anche che questa confusione fosse
stata fatta da un orientale scrittore di favole, non ne
seguirebbe, che alla testimonianza pubblica della chiesa
romana nel secolo quarto risguardante una delle sue
più insigni basiliche si dee scemare fede. Questa testi-
monianza sarà forse resa anche più illustre da una mo-
numentale epigrafe in lettere damasiane, della quale ho
già raccolto e notalo molli frammenti, se le nuove esca-
vazioni ce la daranno intera od almeno ce ne resti-
tuiranno la parte essenziale.
Polizie
ROMA. C hiusura delle catacombe. Le escavazioni adunque si chiudono le catacombe al lavoro dell'escavazione.
delle romane catacombe durano dal Novembre a tutto il Maggio. Nel periodo dei sette mesi, che ora giunge al suo termine,
Dal Giugno all'Ottobre l'aria è in quei sotterranei tanto mal- oltre il cemetero di Pretestato, del quale più volte ho ra-
*ana, che i fossori debbono abbandonarle. In questi giorni gionato nel mio bullettino, anche quello di Callisto ha conti-