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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 5 (Maggio 1863)
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0048

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— 40 —

nuato ad aver la sua parte.nelle cure della Commissione di
sacra archeologia. Dei lavori, che in questa famosa necropoli
cristiana sono stati fatti durante gli scorsi mesi, e delle iscri-
zioni in essa rinvenute ragionerò distesamente in uno dei
prossimi bullettini.

Scavi a Prima porta sulla via Flaminia. Tutti i
giornali annunziano le bellissime scoperte di pitture, di busti
e d'una singolare statua d'Augusto fatte testò negli scavi di
Prima porta all'ottavo miglio della via Flaminia, ov'era la
stazione ad saxa rubra e la villa Vejentana di Livia deno-
minata ad gallinas. Io volgo l'attenzione anche dei cultori
della sacra archeologia verso quelle escavazioni, perchè po-
trebbero veramente darci qualche monumento illustrante uno
de'più solenni fatti della storia cristiana; quel fatto, che segna
il principio d'una nuova età pel cristianesimo, e che in ogni
pagina io debbo richiamare alla memoria. Voglio dire la vit-
toria di Costantino sopra Massenzio e 1' inalberamento del
vessillo di Cristo e del famoso labaro costantiniano nell'eser-
cito imperiale. Costantino s'accampò circa il sito predetto,
ed ivi fu combattuta la grande battaglia. Ho pregato i cortesi
intraprenditori di quegli scavi di fare attenzione a qualsivoglia
indizio sia di sepolcri, sia di altri monumenti cristiani, che
ivi potranno rinvenire. Fino ad ora hanno raccolto soltanto
alquante lucerne de' secoli cristiani, cioè di rozza fabbrica
del secolo quarto incirca, ma senza segni distintivi di cri-
stianità. A Prima porta fu anche nell'età di mezzo un ospe-
dale chiamato di s. Lorenzo, del quale si potrà trovare qual-
che traccia.

UIIjAIO. Pitture scoperte nel2a basilica Am-
brosiana. Il eh. sig. D. Luigi Biraghi dottore Ambrosiano
nel dì 28 Aprile da Milano m'ha scritto così « Ieri qui nella
« basilica di Fausta fu scoperto un beli' affresco rappresen-
» tante s. Ambrogio con s. Marcellina, che depone il fratello
)i Satiro presso s. Vittore entro la medesima basilica di Fausta.
» L'affresco è dei buoni tempi della pittura; ed è nuova con-
» ferma della tradizione locale santambrosiana. » La basilica
di Fausta, una delle antichissime di Milano, e la cui origine
ascende ai secoli delle persecuzioni, oggi è congiunta a quella
di s. Ambrogio. In essa fu sepolto il martire Vittore, ed alla
sinistra di quel martire s. Ambrogio depose il caro fratello
Satiro, scrivendo sulla tomba di lui quei famosi versi, che

10 ho riferito nel primo bullettino a pag. 5. Nel 1860 sono
state rinvenute e riconosciute le sacre reliquie sì del martire
e sì del fratello di s. Ambrogio. E nel seguente anno 1861

11 eh. Biraghi diè in luce in Milano un egregio trattato sui
corpi dei ss. Vittore e Satiro e sulla basilica di Fausta ,
nel quale con prove istoriche e monumentali e colla rico-
gnizione anatomica provò, a mio avviso, ad evidenza la verità
di quell'insigne ritrovamento. A questi fatti alludono le ultime
parole della notizia, che ho divulgato. Gli affreschi ora sco-

perti, che il Biraghi dice essere de'buoni tempi della pittura,
probabilmente saranno del secolo XV; se fossero dell'epoca
antica, avrebbero un grande valore isterico ed archeologico.

POITIERS. Anello «l'oro e sigillo probabil-
mente di s. Radegontlc regina. In una delle recenti
sedute della Società degli antiquarii di Francia il eh. sig. Qui-
cherat ha presentato un anello d' oro da sigillare ornato di
un monogramma, nel quale il medesimo sig. Quicherat ed
il valente paleografo sig. Delisle hanno letto concordemente
RADEGONDIS. Essi inclinano a credere , che questo sia
l'anello di s. Radegonde regina sepolta in Poitiers. Le loro ra-
gioni appena accennate nella Reme archeologique, Aprile 1863
p. '270, saranno svolte dal Quicherat in una distesa memoria.
Questo travamento potrà in qualche guisa illustrare quello della
nostra croce: il monogramma, se è della predetta regina, spetta
alla seconda metà del secolo VI, poiché essa morì nel 590.
Vedremo quale è la sua forma.

YIEVVt. I<a ltlltlJA PAVPKIIV.H da antichi
manoscritti. Sotto il nome di Biblia pauperum gli amatori
dei libri rari e degli incunabuli dell'arte tipografica conoscono
una delle più antiche produzioni xilografiche, che hanno pre-
ceduto la scoperta de'caratteri mobili. Cotesta bibbia'era una
serie di immagini con poche linee di spiegazione, tutto inciso
in legno, rappresentanti i fatti del nuovo testamento accom-
pagnati da quelli del vecchio, che ne furono la figura e la
profezia. Parecchie volte fu riprodotta nel secolo XV, con le
dichiarazioni quando in latino e quando in tedesco (V. Brunet,
Manuel da libraire, Brux. 1838 t. II p. 4i4). Ma che coteste
concordie figurate del vecchio e del nuovo testamento fossero
copie di antichi manoscritti, era cosa fino ad ora ignota. Già
fino dal 1861 il eli. Heider aveva annunciato questo trova-
mento nel suo libro sulla cristiana tipologia dai manoscritti
figurati del medio eco (Vienna 1861 p. 11). Ora da un ma-
noscritto del monastero di s. Floriano presso Vienna ha egli
insieme al eh. Alberto Camesina data in luce tutta l'antica
Biblia pauperum (1). La quale è uno dei più completi monu-
menti del ciclo delle figure e delle composizioni ispirate dal
confronto dei due testamenti, cioè dal senso misterioso e tipico
della vecchia legge verso la nuova. Questo senso s'asconde
in tutte le antiche pitture e sculture cristiane; perciò non è
senza molta importanza per la primitiva archeologia la pub-
blicazione dell'evangclo figurato accompagnato dai tipi profetici
e mistici del vecchio testamento. Questa Biblia pauperum,
benché sia d'assai tarda età, ed assai lontana dai monumenti
primitivi, serve a dimostrare quali de'tipi antichissimi dura-
rono nell'arte cristiana fino all'ultimo medio evo, quali furono
più o meno trasformati, quali al tutto dimenticati.

(1) Die darstellungen der Biblia pauperum in einer handschrift des
XIV Iahrhunderts, aufbewahrt ira Stifte Si. Florian; Wien 1863.
 
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