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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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No. 7 (Luglio 1863)
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Disegni d'alquanti vasi del mondo muliebre sepolto con Maria moglie di Onorio imperatore
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Avvertenza
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0064

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— 56 —

la notizia ripetuta da quasi tutti gli storici moderni,
che Termanzia fu sepolta nel Vaticano presso la sua
sorella Maria, non ha solido fondamento. E in vero
postochè Maria fu deposta nel mausoleo imperiale ,
Termanzia non le potè essere compagna nella tomba.

Essa ebbe il ripudio da Onorio, quando Stilicone fu
giudicato nemico del romano impero; e riconsegnata
alla sua madre Serena morì nell' oscurità e nella di-
sgrazia del principe. Nè più mi distendo intorno a questo
argomento.

Avvertenza

Le ultime parole del mio articolo sul cemetero di Mas-
simo tanto misurate ed aliene da qualsivoglia personalità hanno
dato luogo ad una risposta. Per non entrare in vanissimi
alterchi, mi basta avvertire, che quelle parole non miravano
a denigrar la fama di chicchesia , ma a difendere la mia
dalle voci circolanti ed insinuate anche in qualche giornale,
che la scoperta del cemetero di s. Felicita era sfuggita alle
mie ricerche. Se questo è vero , quello che ho scritto nel
Marzo sarebbe menzogna. La sola difesa della mia veracità
mi ha indotto a rompere il proposito di astenermi da lette-
rarie contese: e queste parole sono già troppe per cosa, che
non giova alla scienza.

Quello, che mi sta a cuore ò di non mancare giammai
neanco menomamente alla scrupolosa coscienza, colia quale
frathrfi monumenti della cristiana antichità. L'esame de'quali,
il lungo studio d'indagarli, di classificarli, di ricomporne le
famiglie, di ricercarne le età e la storia con quanto amore,
con quanta fede mi tengano occupata la mente ed il cuore,
i lettori de miei scritti l'intendono. Procedo con passo lento
e cauto ; non stabilisco regole generali, se non quando la
moltitudine de fatti osservali le fa manifeste; de' singoli fatti
nel bullettino medesimo, che non è opera fondamentale, mi
studio di svolgere le prove e l'interpretazione con ogni di-
ligenza e verità. Così ho la consolazione di persuadere an-
che coloro, che per pregiudizi ostili alla chiesa o al cristia-
nesimo istesso non sono inchinevoli a giudicar bene de'primitivi
monumenti cristiani. Perciò da molte parti e con grande
istanza mi viene chiesta una edizione francese del bullettino.
Onesto desiderio sarà compiuto. La versione in quella lingua
già è data ai torchi, e si stampa in Roma sotto i miei occhi
e per le mie cure. Adunque lo scopo del mio bullettino è
raggiunto. Nella prefazione ho detto, che volevo non solo
dare pronte novelle delle scoperte di cristiana archeologia,
ma chiamare sempre più l'attenzione del pubblico verso que-
sta scienza, il cui rifiorire nel nostro secolo è forse un an-
Htodo provvidenziale contro molti errori. Ed alla chiamata
e stato risposto. Così di giorno in giorno, spero, si dilegueranno
i pregiudizi di nozioni non pur inesatte ma false intorno alle
cristiane antichità, i quali dominano nelle menti di molti non
intesi di proposito a questi sludii; e sarà conosciuta la luce,
che i monumenti spargono sulle tradizioni dommatiche dei
primi secoli, luce che è tanto desiderata. Una prova recen-
tissima ne fornisce l'articolo dell' illustre sig. Carlo de Ré-
ìnusat nel fascicolo del là' Giugno della Reme des deux
mondes, intitolato Un musée chrélien à Home. Ivi sono ine-
sattezze ed errori scusabili in chi non professa la s cienza an-
tiquaria (e parlo soltanto di quanto si riferisce all'archeolo-
gia), e in chi ha veduto di passaggio alcuni monumenti delle
catacombe e non i principali, ed è sceso solo nel cemetero

di s. Agnese , non in quelli di Callisto , di Pretestato, di
Domitilla, di Priscilla, per tacere dei rimanenti. S'egli fosse
colà disceso forse la sola vista di quei sotterranei, di quelle
pitture, di que' monumenti gli sarebbe bastata a scorgere la
luce, eh' egli chiede stili' istoria dommatica de/primi secoli:
forse avrebbe anche conosciuto, che le immagini medesime
della vergine Maria anteriori non pur al secolo quarto, ma
al terzo ivi sono manifeste. Non perciò è men vero quello,
ch'egli saggiamente afferma, che prima di cercare nelle ca-
tacombe de' lumi sull'istoria della dommatica, farebbe d'uopo
avere determinato con certezza l'età delle pitture e dei mo-
numenti tolti ad esame (p. 87Ti}. Questa cronologia é lo
scopo finale del mio lungo lavoro. E poiché fra le lodi ,
delle quali mi è largo l'illustre Rémusat, e per le quali gli
rendo pubbliche grazie , io pregio sopra tutte quella d' una
scientifica perfetta probità, che ispira fiducia, sono certo
che egli e quanti sentono al pari di lui il bisogno della cro-
nologia nc'nionumenti cristiani vorranno con quella fiducia
applicar l'animo all'esame de'risultaii, che vengo proponendo.
Fino ad oggi ho pubblicato soltanto le iscrizioni insignite
di data certa, che sono fondamento inconcusso a tutto l'edi-
ficio cronologico. Ne1 prolegomeni al mio volume ho cercato
le regole, che manifestamente discendono dall'esame di quella
serie ricchissima e fondamentale. Ed ho trovato , che nei
monumenti almeno di Roma si distinguono due stili; quello,
che fu ispirato dall' età delle persecuzioni , e quello che
nacque e crebbe coll'età del trionfo; e due famiglie, la sotter-
ranea, che giunge appena al 410, quella, che fiorì all'aperto
ciclo, che comincia incirca con Costantino. Gran passo parmi
questo nel caos de' monumenti cristiani de' primi sei secoli.
A queste grandi divisioni, che sono bene stabilite e mani7
feste, per ora richiamo sempre i monumenti e le loro inter-
pretazioni, come si vede fatto in ogni pagina del bullettino.
Nei seguenti volumi delle iscrizioni e nella Roma sotterranea
tenterò la ricerca dell'età precisa de'singoli monumenti dentro
i limiti delle due famiglie e dei due stili. Se le regole già da
me formolatc e proposte per le pubbliche stampe e quelle,
che formolerò e proporrò nel seguito dc'miei lavori, daranno
luogo a dubbi ed obbiezioni serie e degne d'essere attenta-
mente esaminate, le discuterò con la coscienza e con la buona
fede, che mi guidano in questi nobili studii, i quali mirano
assai più alto, che non sogliono le letterarie contese. La
dignità dello studio delle cristiane antichità è, che esso ri-
cerca le tracce monumentali d'una storia e d'una fede, che
non sono morte, ma vive e sono quanto v'ha di più vitale
nel mondo morale e spirituale: e la più bella corona delle
mie fatiche sarà quella, che fin da ora sembra promettermi
il Rémusat , d'aver servito fedelmente alla scienza e fatta
servire la scienza alla fede.
 
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