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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 6 (Giugno 1863)
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0055

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— 47 —

Notizie

IlOHA. Basilica di *>. Lorenzo fuor delle mura.

1 lavori, che in quella basilica per ordine del sommo Pon-
tefice e sotto la direzione del sig. Conte Vespignani conti-
nuano con grande alacrità e mirabile prestezza, danno luogo
a tante scoperte di monumenti delle arti e dell'istoria, e a
tante osservazioni sulle varie epoche di quell'importante edi-
lìzio cristiano, che il riferir tutto minutamente richiederebbe
un volume. Ai miei lettori basteranno per ora i seguenti
cenni. La parte più elevata della basilica, la quale spetta
certamente alle costruzioni fatte nel sesto secolo dal papa
Pelagio li, dal lato, che prospetta il monte, è tutta coperta
di affreschi accompagnati da iscrizioni. Questi dipinti , che
fino ad ora eran nascosti, adornano la somma vetta dell'edi-
lizio e le pareti tra finestra e finestra. Essi mi sembrano de-
gni di attenzione per molti rispetti; e ne do qui un disegno
Nel fregio son notabili quattro busti senza nè iscrizioni, nè
attributi, che ci guidino a riconoscere le persone in essi effig-
giate. Uno serba le tracce del nimbo; ma tutti sono, credo
io, de' santi venerati nella basilica di s. Lorenzo. Il primo
a sinistra è manifestamente d'una donna, facilmente s. Ciriaca.
Nelle pareti tra finestra e finestra sono dipinti due angeli di
singolari forme, che mi parvero serafini; ed infatti presso
uno di essi vidi languide tracce delle lettere SERAP/iYm ; e
sopra le loro teste sono chiare le iscrizioni SGS SGS sanctus,
sanctus inno celeste di quegli spiriti angelici. Alle due estre-
mità sono due arcangeli; reggono uh vessillo a guisa di la-
baro e dinnanzi al petto tengono un clipeo ornato del mo-
nogramma costantiniano. Lungo le aste de'due vessilli corron
due iscrizioni, una cioè per ciascuno: PRECATIO, PETICIO
{petitioì. Ai piedi delle figure eran altre lettere, ma le po-
che tracce superstiti tanto sono svanite, che non mi ajutano
a supplir quello, che è irreparabilmente perduto. Questi af-
freschi hanno una certa ampiezza di forme e certe remini-
scenze de' secoli antichi, che ne rendono difficile il giudi-
zio dell1 età. A me sembrano del secolo XII e perciò ne
lascio volentieri l'illustrazione ai cultori de'monumenti del
medio evo. Gli attributi de'serafini e degli arcangeli, le
vesti di questi ultimi, il monogramma costantiniano nelle bi-
mani, la preghiera, e la petizione, ch'essi qui personificano,
o che dalla terra portano al cospetto di Dio, sono soggetti
degni d' essere studiati e confrontati con le simili opere del-
l'aite cristiana de' secoli di mezzo. Io ora non ricordo averne
veduto una ripetizione con circostanze tanto notabili ne' mo-
saici o negli affreschi del medio evo.

Nel portico laterale della basilica altri dipinti sono stati
scoperti della stessa età di quelli, che ho accennato nel Bui-
lettino dell'Aprile. Rappresentano istorie de1 martiri sepolti
nella prossima basilica e nei contigui sotterranei cemeteri ;
segnatamente due gettati in un pozzo, che sono senza dub-
bio Abondio ed Ireneo, e molti decapitati, cioè quelli, che
il prete Giustino depose presso a s. Ippolito. Spicca fra
tutti una santa decapitata dinnanzi ad un imperatore, il cui
nome quasi al tutto perduto ho potuto leggere sUÀ CVK1LLA-
Questa è la famosa martire, che da assai antica età ha la
fama d'essere stata figliuola di Erennio Etrusco imperatore, con-
dannata a morte da Claudio; intorno alla quale si vegga il recente
trattato del eh. sig. Baron de Witte sul cristianesimo di al-

cune imperatrici romane (nel tomo III dei Mélanges d'archeo-
logie de'PP. Martin e Cahiers). La novella pittura, essendo
opera del secolo XII, ha pregio soltanto per la storia delle
arti e per la memoria locale del culto di quella santa nella ba-
silica di s. Lorenzo; ma non può aver valore isterico, troppo
essendo lontana dal secolo di Erennio Etrusco.

In fine non poche iscrizioni parte intere, e parte mutile
sono venute in luce dal suolo del predetto portico laterale.
Ricorderò soltanto una lastra oblunga nel mezzo della quale
è un di quei monogrammi di nomi proprii, de' quali tanto
ho ragionato nel precedente Bullettino, ma la lettura ne. è
incerta poco meno , che di quelli della croce d'oro. Serve
però a dimostrare, che quei monogrammi sono nelle pietre
sepolcrali non infrequenti, poiché gli esempi di dì in dì se
ne moltiplicano. Le iscrizioni fornite di certa data, le quali
sono appendice al tomo da me già divulgato , darò in uno
dei prossimi Bullettini.

VIE**A M FKAìVCIA.Iscrixioni cristiane. Niuna
forse tra le antiche provincie delle Gallie è così ricca di cristiane
iscrizioni, come la Viennese. Le molte , che già possiede
quella provincia, vedremo riunite ed illustrate non solo dal
eh. Sig. Le Blant nella lodatissima raccolta delle cristiane
di Erancia , ma anche in una speciale silloge di tutti gli
antichi monumenti epigrafici di Vienna sacri "e profani com-
pilata con singoiar diligenza dal eh. sig. Allmer. Intanto di
giorno in giorno se ne accresce il numero; e di una tra le no-
vellamente rinvenute darò contezza ai lettori, perchè ha dato
occasione ad importanti quesiti. Essa era nel muro della
della chiesa di Sivaux (dipartimento di Vienna), e benché in
altri tempi fosse stata già vista, pur se n'era smarrita la traccia.
Ora è stata ricercata e discoperta nel muro della chiesa pre-
detta ed è tutta diversa dai cenni divulgatine nel secolo scorso.
Il eh. Sig. Abbate Martigny, esimio cultore delle cristiane
antichità, me n'ha inviato una fotografia, che qui riproduco
in disegno.



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