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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 4 (Aprile 1863)
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Prime origini della basilica di S. Clemente
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0039

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— 31 —

Intanto rimanga termo, che la memoria monu-
mentale, la quale in Roma custodì, come dice s. Gi-
rolamo , il nome e la ricordanza di s. Clemente, e
che dai secoli delle persecuzioni la trasmise a quei
della pace, era sul Celio fra le più nobili abitazioni
de'grandi personaggi romani dell'età de'Flavii, sotto
ì quali quel santo governò la chiesa romana. Non la
regione del Trastevere, dove abitavan gli Ebrei, non
quella della porta Capena, ove circa la fine del secolo
primo cristiano gli Ebrei in grande numero si stabi-
lirono , ma la regione celimonlana al tutto estrania
alla sinagoga è quella, che certamente serba un mo-
numento di s. Clemente, la cui origine a lui stesso
si annoda; quella, nella quale secondo ogni apparenza
egli adunò i fedeli. Questa osservazione mi sembra
utilissima ad illustrare le origini del cristianesimo in
Roma, ed a spargere un poco di luce sopra uno de'punti
più oscuri ne'primi fasti della chiesa romana. Voglio
dire la successione di s. Clemente nella cattedra di
Pietro. Gli antichi attestano, che Lino e Cleto e Cle-
mente primi sedettero su quella cattedra, ma tutti sanno
quanto l'ordine di quella successione sia vario e difficile

a determinare. Alcuni hanno immaginato che Lino di-
scepolo di s. Paolo sia stato vescovo in Roma per i
fedeli venuti alla chiesa dal gentilesimo, Cleto e poi
Clemente sieno stati da s. Pietro ordinati vescovi ai
cristiani della sinagoga. Contro quest'ipotesi, già com-
battuta dal Tillemont e in parte rimessa in campo dal
Runsen, ha dottamente scritto il chiarissimoDollinger(l).
E il monumento di s. Clemente nel cuore della Roma
pagana e patrizia giova anch' esso a farci vedere ed
intendere , quanto le genuine memorie della chiesa
romana sieno lontane dal somministrare pur un lie-
vissimo indizio in favore di quelle immaginazioni.

Giunto al termine del mio discorso, prevedo, che
molti mi chiederanno conto del mio silenzio sopra
Flavio Clemente console e martire contemporaneo a
Clemente pontefice. Le reliquie di lui riposano nella
basilica, di che ho trattato, e nasce spontaneo il dubbio,
che l'un Clemente coll'altro possa essere stato confuso.
A questa inchiesta risponderò in un' altro bullettino.

(1) V. Tillemont, Hisl. eccl. ed. de Venute, T. Il, p. 547; Dòllinger,
Chrislenthum und Kirche, p. 323.

Notizie

Bastiteli dt m. liorenzo fuor delle mura. I se-
polcri rinvenuti sotto il piano della basilica Costantiniana
nell'agro Verano continuano a darci scoperte bellissime. Co-
mincerò dal narrare quella d'una croce d'oro pesante circa
un' oncia tutta lavorata di niello con grande maestria ed ele-

ganza. La croce ha neh' asta superiore una lunga vite, cui
è raccomandato l'anello, anch'esso d'oro, che così è mobile
e serve d'apertura a fine d'introdurre qualche reliquia nella
cavità di quell' asta. Pongo qui i disegni di tutte le faccio,
della croce, e della vite col suo anello.

jHC$E) 'j . ;

Questo prezioso cimelio è di quelli, che i Bizantini chta- zìoni. Da un lato v'è scritto in greche lettere EMMANVEL,

marono encolpii, cioè croci e reliquiari! da portare sul petto, ed in latine NOBISCVM DEVS; dall'altro CRVX EST VITA

Crucerai cum pretioso Ugno, vel cum reliquiis sanctorum ante Milli, MORS IMM1CE TIRI: l'inimico, cui e diretta l'apo-

pectus portare suspensam ad coltura, hoc est, quod vocant strofe,6 evidentemente il demonio. Le lettere HI del Milli per

Encolpium: così Anastasio il bibliotecario (ad act. 5 Sy- difetto di spazio nell'asta della croce, sono scritte sotto di

nodi Vili). Ed infatti fu rinvenuto sul petto d'un defonto. essa ai due lati d'un monogramma, ch'è ripetuto anche nella

Aperti nella presenza dell'Emo Cardinale Patrizi Presidente grossezza d'una delle aste traverse, e nella grossezza dell'altra

della Commissione di sacra archeologia parecchi sepolcri co- è un'altro monogramma. In queste cifre sono nascosti i nomi

struiti sotto il primitivo pavimento, in uno, che più degli altri di chi portava sul petto la preziosa croce; e della loro difficile

era prossimo alla tomba di s. Lorenzo, fu veduto un cadavere interpretazione ragionerò in un'altro bullettino, e dichiarerò

tutto involto in tele ed imbalsamato e ricoperto d'uno strato 1' età del raro monumento, che mi sembra incirca il secolo

di gesso. Il eh. sig. prof. Ratti chiamato ad esaminare quel- sesto. Intanto basti ai lettori di sapere, che quest'è la più

l'apparecchio d'imbalsamazione, nel frugare sul petto dello antica e più bella croce pettorale ornata di lettere, che fino

scheletro, trasse fuori la bella croce niellata ed ornata di iscri- ad oggi conosciamo. Chi sia il defonto, che con essa al collo
 
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