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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 11 (Novembre 1863)
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Escavazioni nel cemetero di Callisto
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Iscrizione opistografa degli anni 355, 436
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0092

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— 84 —

di salire alla sede di Pietro da Zeffirino fu preposto
al clero romano ed ebbe speciale cura del cemetero,
di quello cioè, che anch' oggi conserva il suo nome;
quando medito sull'accuse in quel libello accumulate
e sull' indole e la mente, eh' esse ci rivelano di Cal-
listo; e tutto questo pongo a confronto con la posi-
sizione topografica e i segni dell'eia de' predetti di-
pinti ; mi sento quasi a viva forza tratto a riconoscere

sotto gli occhi di chi essi sono stati eseguiti e chi ne
ha ispirato i concetti. Io non amo le congetture; que-
sta però è più che congettura.

Rimane a parlare della seconda utilità, che ho detto
aver io speralo dallo sterramento delle vie prossime
alla cripta papale ; la scoperta cioè di qualche nuovo
brano degli epitaffi pontificali. Questo discorso sarà
la materia d'un secondo articolo.

Iscrizione opistografa degli anni 355, 436.

.Nel Bullettàio di Ottobre commentando parecchie
iscrizioni rinvenute in S. Lorenzo fuori delle mura dif-
ferii ad altro tempo il ragionamento su quella opisto-
grafa (scritta da ambi i lati della pietra), che nella prima
faccia ha la data dell'anno 355 e nel rovescio del 436.
Eccomi pronto a sciogliere anche questo debito. La
grande lastra, sulla quale sono incisi quegli epitaffi,
mutila da tre lati fu trovata in un sepolcro posto sotto
il pavimento della basilica primitiva, ma non stava quivi
al suo luogo. Essa formava con altre pietre una delle
pareti della cassa marmorea (1). Adunque questa la-
stra ha servito a tre sepolcri : prima ne chiuse uno
nel 353, indi fu trasferita ad un altro nel 436; e in fine
tolta anche da questo, fu adoperata come materiale per
costruire un'arca sepolcrale, che parmi essere stata
fatta circa il secolo sesto. A molte altre pietre è toc-
cata la sorte medesima; segno della somma miseria,
in ehe era caduta l'opulenta regina del mondo dopo
l'anno fatale 410.

Il fac-simile delle lettere superstiti in ambe le facce
già è stato delineato nel ballettino di Ottobre : altri
frammenti dell' istessa lastra ho poscia raccolto, che mi
danno facoltà di supplire pressoché tutte le lettere pe-
rite. Perciò ripelo qui il disegno divulgato noli' Ot-
tobre coll'aggiunla de' nuovi pezzi e col supplemento,
del quale m'accingo a rendere conto. La prima iscri-
zione dice cosi : Constantino Augusto V et Licinio Cae-
sare consulibus V. . . (qui è perita la data del giorno
del mese) natus Vennonius .... Primianus Princi-
pius . . . qui vixit annos XXXVI, meses (menses) . . .
diis ( diesj Vili depositus pridie Kalendas Augustas
Flaviis Arbitioìii (Arbitione) et Lolliano consulibus.
Fèdi Domitia conjux. La parola consulibus, le cui
tracce rimangono nella linea seconda, e il natoti nel
principio della terza m'insegnano che l'iscrizione co-
minciava dalla data della nascita del defonto. Ora egli
visse 36 anni con alquanti mesi (il numero di que-
sti è perito) e nove giorni., e morì il 30 Luglio sotto
i consoli Arbezione e Lolliano cioè nel 355. Adun-
que retrocedendo dal dì della morte a quello della na-
scita per 36 anni ci troviamo al 30 Luglio del 319,
e converrà ancora retrocedere di qualche mese per
aggiungere quel di più, che il defonto visse oltre gli
anni predetti. Siamo sempre nel 319 o tutt' al più tra
l'Agosto e il Decembre del 318. Nel 318 furono consoli

Licinio Augusto per la quinta volta e Crispo Cesare ;
nel 319 Costantino Augusto parimenti la quinta volta e
Licinio Cesare; ed in fatti il frammento, che avanza della
linea prima, porla tracce delle lettere AYG. V, cioè
d'un quinto consolato d'un Augusto. Conviene scegliere
fra Licinio e Costantino, fra il 318 e il 319. Ho sup-
plito CONSTANTINO, non LICINIO, esaminata la mi-
sura dello spazio da empire e il numero delle lettere
da scrivere ; laonde l'anno segnato nel principio del-
l'iscrizione è a mio avviso il 319. A quest' anno spetta
l'insigne memoria d'un sacrificio pagano, che ho tro-
vato in un codice della biblioteca di Parma, e ter-
mina così : DD • NN ■ CONSTANTINO MAX • AYG
V • ET • LICINIO IVN • CAES • COSS (1), cioè domi-
nis nostris Constantino maximo Augusto V et Licinio
juniore Caesare consulibus. La ristrettezza dello spa-
zio m' ha consigliato ad ommettere nel supplemento
il DD ■ NN, il MAX • ed il IYN ; , ommissioni natu-
rali in un monumento scritto dopo la morte di Costan-
tino e di Licinio. Ma per le lettere IVN forse vi è posto.

Per il resto de'supplemenù bastano poche parole di
dichiarazione. La lunghezza della linea calcolata sulle
due prime esigge nella terza un altro nome dopo Ven-
nonius ; talché il defonto è stato qui nominato con
almeno quattro nomi, segno certissimo di assai alta
condizione. Ma non parmi possibile indovinare, nè con-
getturare quale sia il nome perito. Così nella linea
quarta dopo Principius avanza lo spazio per un'altra
parola; cioè o per un quinto cognome, o, come a me
sembra più probabile, per il titolo della dignilà, cui
era pervenuto il defonto quando la morte lo colse
nel fiore degli anni e degli onori. Nella quinta manca
il numero de' mesi : nella sesta il FLAY11S applicato
ai consoli Arbezione e Lolliano è suggerito da altre
iscrizioni a noi note (2) ; nella settima^ se alcuna pa-
rola fu aggiunta dopo CONSS , non saprei tentarne una
restituzione più acconcia allo stile di questo epitaffio,
che scrivendo ivi la solenne forinola in pace.

Che i consoli Arbizione e Lolliano abbiano sortito
i fasci nel 355 è un punto di cronologia tanto nolo e
libero da qualsivoglia oscurità, che sarebbe tempo per-
duto il ragionarne. Pur nondimeno L iscrizione qui
divulgata e supplita prenderà un luogo non volgare
fra quelle, che confermano la stabilità e certezza della

i Vi Bull, di Aprile p. 32.

(1) Inscr. christ. T. I p. 35.

(2) Inscr. christ. T. I p. 74, 75.
 
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