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ad un altro capo di osservazioni atte a dare indizi del-
l'età de' monumenti epigrafici, quelle sul sistema e le
variazioni della nomenclatura. P\ei più antichi e tal-
volta brevissimi epitaffi i nomi gentilizi sono assai spesso
premessi ai cognomi; col volgere del secolo quarto l'uso
dei gentilizi nelle memorie sepolcrali diviene ogni dì
più scarso, e nel quinto quasi al tutto scompare, eccetto
il gentilizio Flavius communemente segnato colle due
sole lettere FL a guisa di prenome. Infine la slessa
formazione del cognome Licentius s'accorda con le leggi
de'cognomi, fra i quali i terminati in entius nel quarto
secolo furono communissimi e si derivavano dai par-
tici])! de' verbi latini , come da licens, Licentius (1).
Compiuta cosi Y analisi della nuo\a iscrizione e
dimostrata la sua conformità colle regole da me pro-
poste , voglio anche cercare chi sia cotesto Licenzio.
Egli morì in Roma nel 406 ed era entrato nel senato ;
ma non par che avesse ottenuto alcuna cospicua ma-
gistratura; poiché verisimilmente ne sarebbe stata fatta
menzione dopo il titolo senatorio di vir clarissimus.
Or appunto dieci anni prima nel 396 era venuto dal-
l'Africa a Roma agognando alle alle dignità Licenzio
discepolo carissima a S. Agostino (2). Il quale ebbe
grande dolore dalla partenza dell'amato alunno; e gli
scrisse richiamandolo e pregandolo, che si desse lutto
a Cristo e volgesse le spalle alle fallaci speranze del
mondo ; e lo raccomandò anche a S. Paolino di A'ola
perchè gliel rendesse (3). Questi scrisse a Licenzio in
prosa ed in \erso; e lo dissuadeva dalla via degli onori
e dal matrimonio, che ambiva (4). Il carme di S.Paolino
a Licenzio comincia : Quare ar/e rampe moras et vinciti,
tenacia suedi e termina così :
Vive precorf sed vive Beo; nam vivere mimilo
Mortis opus, viva est vivere vita Beo.
ìSon sappiamo quale frutto abbiano avuto tante
esortazioni e tante preghiere: ma l'iscrizione ora rin-
venuta dandoci un Licenzio (cognome in Roma assai
raro), uomo di grado senatorio morto nel 406, al disce-
polo di S. Agostino sì bene si addice, che panni certo
lui esser l'onorato con quest'epigrafe. La quale empie
una lacuna nell'istoria del grande dottore. Imperocché
nella vita e nelle opere di S. Agostino molla parie ha
il suo diletto discepolo Licenzio; ma dopo la venuta
di lui a Roma se ne perde ogni notizia. Egli era fi-
gliuolo di Romaniano concittadino e celebre amico del
santo; e quando questi si convertì a Dio in Milano
nel 386, e rinunciata la cattedra di rcttorica si ritirò
nella villa di Verecondo, Licenzio lo seguì. E fu uno
dei due principali interlocutori nelle celebri dispute
sugli Accademici fatte in quella villa; il cui vero nome
Cassiaco ed il sito rimasto sì famoso da durarne tut-
tora la memoria, ha testé sagacemente dichiaralo il
(1) V. 1. c. p. CXH, CXllI.
(2) V. S. Paulini Nolani opp. edit. Veron. p. "58.
(3) S. August. epist. XXXII.
(4) S. Paulini Nolani epist. Vili.
ad un altro capo di osservazioni atte a dare indizi del-
l'età de' monumenti epigrafici, quelle sul sistema e le
variazioni della nomenclatura. P\ei più antichi e tal-
volta brevissimi epitaffi i nomi gentilizi sono assai spesso
premessi ai cognomi; col volgere del secolo quarto l'uso
dei gentilizi nelle memorie sepolcrali diviene ogni dì
più scarso, e nel quinto quasi al tutto scompare, eccetto
il gentilizio Flavius communemente segnato colle due
sole lettere FL a guisa di prenome. Infine la slessa
formazione del cognome Licentius s'accorda con le leggi
de'cognomi, fra i quali i terminati in entius nel quarto
secolo furono communissimi e si derivavano dai par-
tici])! de' verbi latini , come da licens, Licentius (1).
Compiuta cosi Y analisi della nuo\a iscrizione e
dimostrata la sua conformità colle regole da me pro-
poste , voglio anche cercare chi sia cotesto Licenzio.
Egli morì in Roma nel 406 ed era entrato nel senato ;
ma non par che avesse ottenuto alcuna cospicua ma-
gistratura; poiché verisimilmente ne sarebbe stata fatta
menzione dopo il titolo senatorio di vir clarissimus.
Or appunto dieci anni prima nel 396 era venuto dal-
l'Africa a Roma agognando alle alle dignità Licenzio
discepolo carissima a S. Agostino (2). Il quale ebbe
grande dolore dalla partenza dell'amato alunno; e gli
scrisse richiamandolo e pregandolo, che si desse lutto
a Cristo e volgesse le spalle alle fallaci speranze del
mondo ; e lo raccomandò anche a S. Paolino di A'ola
perchè gliel rendesse (3). Questi scrisse a Licenzio in
prosa ed in \erso; e lo dissuadeva dalla via degli onori
e dal matrimonio, che ambiva (4). Il carme di S.Paolino
a Licenzio comincia : Quare ar/e rampe moras et vinciti,
tenacia suedi e termina così :
Vive precorf sed vive Beo; nam vivere mimilo
Mortis opus, viva est vivere vita Beo.
ìSon sappiamo quale frutto abbiano avuto tante
esortazioni e tante preghiere: ma l'iscrizione ora rin-
venuta dandoci un Licenzio (cognome in Roma assai
raro), uomo di grado senatorio morto nel 406, al disce-
polo di S. Agostino sì bene si addice, che panni certo
lui esser l'onorato con quest'epigrafe. La quale empie
una lacuna nell'istoria del grande dottore. Imperocché
nella vita e nelle opere di S. Agostino molla parie ha
il suo diletto discepolo Licenzio; ma dopo la venuta
di lui a Roma se ne perde ogni notizia. Egli era fi-
gliuolo di Romaniano concittadino e celebre amico del
santo; e quando questi si convertì a Dio in Milano
nel 386, e rinunciata la cattedra di rcttorica si ritirò
nella villa di Verecondo, Licenzio lo seguì. E fu uno
dei due principali interlocutori nelle celebri dispute
sugli Accademici fatte in quella villa; il cui vero nome
Cassiaco ed il sito rimasto sì famoso da durarne tut-
tora la memoria, ha testé sagacemente dichiaralo il
(1) V. 1. c. p. CXH, CXllI.
(2) V. S. Paulini Nolani opp. edit. Veron. p. "58.
(3) S. August. epist. XXXII.
(4) S. Paulini Nolani epist. Vili.