Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

DOI Heft:
Nr. 3 (Marzo 1863)
DOI Artikel:
Epitaffi con data certa degli anni 323 e 434
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0031

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
vanità di quel sospetto [(1). Ecco ora un'iscrizione
certa del 323, che segna la data concordemente ai
fasti SEVERO ET RVFINO, non SEVERO ET QV1N-
TINO ; e così aggiunge peso agli argomenti, coi quali
ho difeso la maggiore antichità dell'altra epigrafe,
eh'è veramente del 235. Nè minor pregio ha questo
marmo dal monogramma costantiniano 5^, che è il
primo in lapide incisa dopo la famosa disfatta di Mas-
senzio, e innanzi quella di Licinio. Imperocché Co-
stantino fin dal 311 certamente inalbero ne'vittoriosi
vessilli del suo esercito quel monogramma, segno del
nome di Cristo e della croce ; ma tra le iscrizioni for-
nite di certa data dell'età costantiniana la prima, che fino
ad oggi ci mostrava quel segno, era del 331. Rarissimi
però sono gli epitaffi cristiani consolari fatti tra il 311
ed il 331 ; e perciò se in cinque 0 sei iscrizioni di
quello spazio di tempo non vediamo il monogramma,
non per questo dobbiamo credere, eh' esso non sia
stato molte volte trionfalmente ripetuto ne' monumenti
di queir istessa età, che noi non possiamo per difetto
di data precisa assegnare ad un anno certo. Pur da
quelle cinque 0 sei iscrizioni qualche dubbio poteva
nascere, coni' è nato per le monete, che innanzi la
grande vittoria sopra Licinio avvenuta in Crisopoli il
18 Settembre del 323, l'uso del monogramma non
avesse preso piede ne'monumenti cristiani (2). Ma an-
che questa lacuna comincia ad essere empita. Il no-
stro frammento ci dà il monogramma nella prima metà
del Settembre del 323 : e la lastra sulla quale è in-
ciso l'epitaffio, ha tutti i caratteri indubitati delle pie-
tre, che diciamo cemeteriali, cioè adoperate a chiudere
i loculi incavati nel tufa dentro i sotterranei cemeteri.
Queste lastre dovevano essere affisse al loculo nell'atto
istesso, che visi deponeva il cadavere, poiché esse sole
chiudevano la bocca del sepolcro, che non poteva re-
stare aperto ; e perciò non sarebbe verisimile il con-
getturare , che l'iscrizione sia stata fatla uno 0 due
mesi dopo la deposizion del defonto, quando cioè era
giunta in Roma la notizia del nuovo trionfo di Co-
stantino e della croce sui nemici del nome cristiano.
Spero, che il romano suolo fecondissimo di sacre me-
morie finirà per darci monumenti segnati col mono-
gramma e colle date certe degli anni più vicini alla
prima vittoria di Costantino, dalla quale ebbe princi-
pio 1' uso solenne e trionfale di quel segno santissimo.
Dico l'uso solenne e trionfale; perchè anche innanzi
a Costantino io credo conosciuto dai fedeli il mono-
gramma ^, ma parcamente e cautamente adoperato.

Lo stile e la materiale forma di quest'epitaffio
sono in pieno accordo con le regole, di che ho già
più d'una volta ragionato. Lo stile è semplice e di
buon conio, ma freddo ed istorico, quale conviensi
alla prima età della pace; età senza quei timori e que-
gli affetti, che dettarono le silenziose e brevissime epi-

ci) V. Inscr. christ. T. I, p. 12, 13.

(2) V. Cavedoni, Kicerche crit. intorno alle med. di Costantino Magno,
Modena 1858 p. 67; Appendice alle ricerche critiche etc. Mod. 1859 p. 6:
Garrucci, Vetri p. 86 e segg.

grafi e le fervide acclamazioni, e non al tutto dimentica
delle classiche formole dell' epigrafia sepolcrale. La pie-
tra è oblunga, sottile ed ha lungo i margini i vestigi della
calce, colla quale fu affìssa e sigillata ad un loculo;
questi sono i segni certi dell' origine sua sotterranea.
Ed infatti durante l'impero di Costantino i sotterra-
nei cemeteri continuarono ad essere in pieno vigore,
de' sepolcri costruiti sopra terra appajono solo i pri-
mi cominciamenti.

Come di tempo, così di origine, di forma mate-
riale, di simboli e di stile diversa è una consolare
iscrizione rinvenuta nel prossimo agro Verano, il cui
ritrovamento ho annunciato nelle notizie del precedente
bullettino. È rotta e difettosa solo dalla mano destra :

DEPOSITIO SANCTAE VIRCIN
XI KAI^APRI^AsPARE ET ARIOBII

La lettura n'è tanto facile, che non parmi neces-
sario il trascriverla in minori caratteri. Aspare ed
Ariovindo furono consoli nel 434, e già ne abbiamo
più d'una volta visti i nomi nelle date delle cristiane
iscrizioni di quest' anno. Ma coteste iscrizioni son
degli ultimi mesi, e la nostra è del marzo; pel qual
titolo essa ha molto pregio. Perocché diviso l'impero
orientale dall'occidentale, un console era nominato in
Oriente, uno in Occidente; e spesso avveniva, che per
molti mesi Roma ignorava chi fosse stato eletto con-
sole in Costantinopoli, e viceversa. Il sapere anno per
anno in qual mese ambedue i consoli erano già noti
in Roma e nelle province è una notizia utilissima e
spesso necessaria alla classificazione cronologica delle
iscrizioni consolari. Questa notizia ci viene som-
ministrata dalle lapidi segnate coi nomi de' consoli e
coi giorni de'primi tre o quattro mesi. Così dall'epi-
taffio di cotesta santa vergine, il cui nome è perduto,
apprendiamo, che in Roma circa il fine di marzo era
già promulgato non solo Aspare console occidentale,
ma anche Ariobindo orientale. Forse in queste mi-
nute osservazioni cronologiche pochi potranno pren-
der diletto. L'esame però dell'origine, dello stile e
de'simboli dell'iscrizione posti a confronto colla sua
data, è argomento facile ad essere da tulli inteso e
degnamente apprezzato. L'epitaffio è della prima metà
del secolo quinto, del tempo cioè, in che io credo, che la
sepoltura sotterranea non fosse più in uso; e vera-
mente è inciso sopra una grande lastra marmorea mag-
 
Annotationen