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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 8 (Agosto 1863)
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L' iscrizione dell'arco trionfale di Costantino
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0067

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— 59 —

Perchè le cose dette fin qui sieno meglio intese e
chiarite, descriverò le singole parti, onde è composta
l'iscrizione, della quale io divulgo il disegno, e ac-
cennerò qualche altra osservazione da me fatta sulle
pietre, ond'è costruito l'arco trionfale di Costantino.
L'epigrafe posta nella fronte dell' arco volta verso il
Colosseo è incisa sopra non meno di dieci pietre, che ho
distinte l'una dall'altra colle lettere A,B, C, D, E, F, G, I,
K, L. La pietra C è moderna, caduta dall'arco l'antica:
nella pietra G parte delle lettere sono perite e rifatte
nel tassello II anch'esso moderno. Salendo poi sull'arco
per la sua scala interna ho veduto quanto irregolari
e variamente composte sono le pietre predette. Esse
sono pezzi varii tolti da monumenti più antichi; e la
pietra K è un frammento di cornicione, la cui scul-
tura si vede nell'interno dell'arco ed ho stimato pregio
dell'opera divulgarne il disegno. In questa pietra ca-
dono appena le basi dello ultime due lettere della voce
DIVINITATIS, e perciò quasi niun fastidio essa avrebbe
dato al preteso correttore, nè per sì poca cosa sarebbe
stata cambiata. Adunque l'irregolarità e direi quasi la
barbarie di accozzare insieme pietre si diverse, e di
scrivere lettere nel rovescio di marmi adorni di nobili
fregi, appare precisamente in quella parte dell' iscri-
zione, che niuno ha giammai dubitato se sia rimasta
o no nel suo stato originario. In fatti lutto l'arco è
un'accozzaglia di spoglie de'monumenti anteriori, non
solo nei bassorilievi e nelle statue, la qual cosa è no-
tissima, ma anche nelle pietre, di che è costruito. In
queste qua e là si veggono scolpili cornicioni di varii
stili od altri pezzi di decorazioni architettoniche e gran-
di lettere, che sono reliquie di iscrizioni monumentali.
In una pietra sono incisi in bellissimo forme i caratteri
seguenti, che io supplirei col nome di un Arruntius
o d'una Arrunlia.





RVNTI



In ne

altro marmo è scritto:





F A BI Ir



11 nome della gente Fabia non mi fa sospettare, che
cotesto marmo venga dal prossimo arco Fabiano, pe-

rocché esso era costruito in travertino (1). Queste os-
servazioni dimostrano che le due iscrizioni, in luogo
d'essere state preparate sopra lastre di marmo facili
a togliere ed a cambiare, furono incise sopra le pietre
che fanno parte del masso istesso del monumento. Per-
ciò se correzione qui fu fatta , non le pietre furono
cambiale, ma le lettere ch'erano facilissime a mutare,
essondo formate in bronzo ed incassate nel marmo.
E le tracce del cambiamento non potrebbero in veruna
guisa essere ambigue , nè sarebbero da cercare solo
nelle basi delle lettere, ma in tutta la loro altezza.
Qui in vece è manifesto, che un siffatto mutamento nè
nell'una nè ncH'allra iscrizione giammai è stato fatto;
e gli stessi assertori della correzione hanno preteso
trovarne le tracce soltanto negli orli delle pietre in-
feriori. Infine le parole INSTINCTV DIVINITATIS non
sono punto diverse dalle precedenti e dalle seguenti;
esse sono evidentemente originali e vergini da qual-
sivoglia alterazione.

Che se l'esame del monumento materialmente di-
mostra l'incorrotta integrità di quelle parole, esse me-
desime ne portano in se l'impronta. Instinctu divi-
nitatis è formola vaga indicante l'impulso e l'ajulo del
sommo Iddio (2). La divinità, il Dio sommo ed altis-
simo sono concetti non ignoti ai pagani, anzi divenu-
ti loro famigliarissimi ne' secoli, in che il cristia-
nesimo si veniva insinuando in ogni parte. Belle ed
eloquenti pagine a questo argomento ha dedicato l'il-
lustre sig. Conte de Champagny nella recente sua opera
Les Antonins T. I, p. 380, 395, 416. Dalle iscrizioni
poi facilmente potrei trarre molta luce a dichiarar questo
punto: ma non voglio sviarmi dietro una sì lunga di-
gressione. Imperocché uno de' più difficili passi nella
scienza della cristiana epigrafia è il distinguere se cri-
stiane sieno o pagane molte epigrafi , nelle quali si
legge Deus, óQzòg, senz'altro aggiunto, ovvero Deus
magnus aelernus, Qtòg vd/iaxo; (Deus altissimus), Deus
summus , Deus unus et solus (3). Adunque durante i
secoli delle persecuzioni la nozione del sommo ed anche
dell'unico Iddio diveniva ogni dì più chiara nel mondo
pagano. Ed i cristiani si fregiavano del titolo di cultori
di Dio; la loro fede era la credenza in Dio: IN VNV DEV
CREDED1T è scritto a piò d'un epitaffio cristiano (1);
Mensurius in deu credidit ho io lotto in un antichissimo
graffito nel cemetero di Callisto ; e la cristiana reli-
gione da Lattanzio nel libro de mortibus persecutorum
è costantemente chiamata religio Dei, lex Dei. Da que-
sta fede in un solo Dio, cominciavano tutte le apo-
logie del cristianesimo , tutte le loro istruzioni ed i
libri destinali ad illuminare la cieca gentilità. E nei
versi sibillini conservatici da Teofilo di Antiochia e

(1) Vedi il mio ragionamento Sull'arco Fabiano negli Annali dell'Ist.
di corrisp. areb. anno 1859 p. 311.

(2) V. Marini, Anali p. 26.

(3) V. Marini, f. c. p. 633; Amati negli atti della pont. aecad. di ar-
cheologia t. I, p. 78 e segg; Quaranta, Commento sull'iscr, greca di Scan-
driglia; Letronne, Àctes de l'acad. des inscr. T. IX, P. II, p. 134; Osami,
Syll. inscr. p. 225, ed altri.

(4) V. Boldetti, Osserv. sui sacri cem. p. 456.
 
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