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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 9 (Settembre 1863)
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La sottoscrizione di S. Pamfilo martire ricopiata nel codice sinaitico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0079

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— 71 —

^1 ' ma un supplemento di pari lunghezza per la seconda e mi hanno chiaramente mostrato, che la testimonianza

la prima Ma studiando il fine della seconda linea e il prin- degli antichi è fedele, e i ragionamenti del Pagi sono

cipio della1 terza, par che ivi monotipo W^1^® !^ fallaci. Fino a tutto il 409 la romana epigrafia con-

il senso sia compiuto così: \Evecundiah\S\()l{hl rabLhl \ I (jm]a \\ suo corso non interrotto; durante quell'anno

VT NVLLVS in eodem tumulo ponaiur. Laonde o quésto gli Augusti e consoli Onorio e Teodosio li sono no-

scnso (del rimanente novissimo nelle antiche iscrizioni) na ne|le lapidi di Roma? como signori ed impe_

soltanto una fallace apparenza d. vero ed in realtà m a ^ m j faUo eccQ m mQvQ egem io nel.

dee supplire una frase p,u lunga, <^*"]"*pJS l'epitaffio di Lal)inia (cioè Lavinia) vergine sacra a Dio

» ^rìl^X^^^ -rta nell'Aprile del 409. Nel seguente anno 410 la

(SL re)a»iescit in pace Tannomus.... (un)ic(a)e fidei, amia- sene delle iscrizioni romane, è ali improvviso quasi

tiaecustos ve(recundia)e amore p{ra)eccpit, ut nullu(s in co- rotta; nè poi riprende al pan di prima la sua vita e

dem tumulo povatur: vixit ajnnos XXXfl et dies XIII, de- continuità. Questo è adunque l'anno fatale alla città

positus pridie ka(lendas....) Yenantio viro clarissimo [con- eterna, nel quale come termina l'era del suo splen-

snlé). Sull'ambiguità di questa data, che non si può distin- dore ? e comincia quella delle sue rovine, così con

-juere quando indichi il 4S I e quando il o07, vedi le Inscr. qUesle comincia l'ultimo periodo della sua decadente

chnst. T. I p- 420. epigrafia.

Divulgate e supplite queste lapidi, resta ch'io le Seguono tempi ogni dì più caliginosi ed oscuri,
noneà a confronto coll'istoria e colle nozioni, che già le cui memorie sono giunte a noi scarse e confuse,
abbiamo intorno alla cristiana epigrafia. Comincio tosto Nel 480 e nel 481 i barbari erano divenuti signori
dal nrimo ponto ragionando di quelle soltanto, che di tutta l'Italia; Odoacre, che non aveva osato pren-
dano materia ad un commento di natura istorica. derno il titolo di re, in fatto la governava a suo ta-
Nc'prolegomeni al primo tomo ho dimostrato che lento. Pur egli conservò le apparenze del romano im-
l'imoero diviso in orientale ed occidentale durante il pero; e Roma, dopo un settennio senza consoli creati
secolo mnrlo mantenne il segno della sua unità poli- in Occidente, nel 480 ricominciò ad avere il suo con-
tica e romana nella promulgazione de'due consoli di sole occidentale. Come ciò sia avvenuto, da chi sieno
ciascun anno- i anali benché sovente nominati e scelti stati eletti in quegli anni cotesti supremi magistrati, noi
l'uno in Oriente l'altro nell'Occidente, non erano an- lo ignoriamo. Sappiamo appena dai fasti, che nel 480
nunziati al mondo romano 1' uno separatamente dal- un Basilio senza collega, nel 481 un Placido, anch'esso
Filtro ma ambedue insieme. Nell'anno 399 comincia senza collega, s'assisero sulla sede curule maggiore,
a dividersi in due anche questa vana apparenza della e da molli indizi appare, che ciò avvenne non in Co-
romana unità Sliliconc, arbitro dell'impero occiden- staniinopoli, ma in Roma (2). Che quel Basilio sia uno
tale iìi quell'anno promulgò per l'Occidente il solo degli illustri personaggi della gente Decia a quei dì
console scelto da Onorio, e rifiutò la promulgazione di in Roma potentissima non se ne può dubitare; ma chi
(niello ch'era stato scelto da Arcadio (1). Le lapidi in sia quel Placido, di qual gente, quali sieno stati i suoi
alcuni tra gli anni seguenti costantemente dal prin- nomi, gli antichi monumenti fin qui ce lo avevano ta-
cipio al fine dell' anno tacciono il nome del console ciuto. Un frammento da me divulgato sotto il numero
orientale, e ci mostrano che quella discordia spesso si 87G m'aveva fatto congetturare, ch'egli sia stato della
rinnovellava e (niella separazione veniva mettendo ra- gente Rufia; ecco oggi un nuovo frammento, nel quale
dici Così" io ho osservato, che lungo l'anno 400 nel- la data consulatu'RVF] PLACIDI è manifesta. In un altro
l'Occidente le iscrizioni fino ad oggi conosciute e frammento ho qui ledo e supplito FL. VLkcido viro
parecchi documenti della storia citano sempre il solo clarissimo constile, donde è chiaro che il nostro con-
consolato di Stilicone e tacciono quello di Aureliano sole ebbe anche il gentilizio Flavhis divenuto a quei
eletto in Costantinopoli. Questo silenzio non ho potuto dì quasi un prenome. Adunque nei fasti all'anno 481
«dudicarc fortuito, e l'ho Spiegato per la cagione pre- d'ora innanzi si scriverà F/aimjs Rufms Placidus consul.
delta- e n'ho inferito che la data legittima di quell'anno 1 Rufii fiorirono per potenza, ricchezze e letteratura in
in Roma fu concepita cosi Flavio Stilicone viro eia- pari tempo con i Decii sopra nominali. Rufio Poslumio
rissimo consule. Ed ecco , che la novella iscrizione Festo fu console nel 439 o nel 472; Rufio Pretestato
del 400 da me qui divulgata anch'essa ricorda il solo Postumiano nel 448 ; Rufio Acilio Sividio nel 488 ;
Stilicone similmente a quelle spettanti al medesimo Turcio Rufio Aproniano Àslerio nel 494; Rufio Magno
anno, che già conoscevamo. Fausto Avieno nel oOl ; Flavio Rufio Petronio Nico-
li 409 all'argomentare del Pagi fu l'anno funesto, maco Cctego nel 504. Rufio Festo Avieno fu proconsole
in che Roma venne alle mani di Alarico, il quale dap- e celebre poeta, ed altri Rufii Fesli e Postumii noi co-
prima vi creò un imperatore da scena di nome Aitalo, nosciamo (3); talché sembra che da essi principalmente
dipoi miseramente la mise a ferro e fuoco. Ma gli an- nel secolo quinto sia stato quel gentilizio per affinità
tichi assegnano al 410 cotcsta spaventosa catastrofe, derivalo negli Acilii, ne'Turcii e in altre primarie tra

al cui annunzio le genti sottomesse al romano impero -

credettero prossima la fine del mondo. Le iscrizioni (1) v , c p m 23J

_ (2) L. c. p. XLI, 389, 390.

(1) V. Inscr. christ. T. I proleg. p. XXXI, XXXII. (3) V. L. c. p. 375,

37f».
 
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