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Białostocki, Jan [Gefeierte Pers.]
Rocznik Muzeum Narodowego w Warszawie: In memoriam Jan Białostocki — 35.1991 [erschienen] 1993

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II. Ostatnie prace Jana Białostockiego
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Białostocki, Jan: I cani di Paolo Veronese
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https://doi.org/10.11588/diglit.19643#0141

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I CANI DI PAOLO YERONESE

A

L Adla domanda delFinąuisitore del Santo Uffizio che interrogó Paolo Veronese il
18 luglio 1573, e ci si potrebbe chiedere perche fosse stato convocato dal Tribunale delia
Santa Inąuisizione — il pittore rispose: „il Prior de San Zuan e Paolo che era chiamato prima
di lui diceva che gli fu mandato di far dipingere una figura di Maria Maddalena invece di un
cane" dipinto invece da Veronese sul quadro eseguito per il refettorio di quel monastero1.
Chiestogli perche Veronese rispose che non sentiva „che tal figura delia Maria Maddalena
potesse parer che la stesse ben". E proprio in questa magnifica Cena in Casa di Levi — come il
ąuadro fu poi chiamato nonostante fosse stato dipinto come Ultima Cena2 — che si svolge
sotto le arcate sansovinesche, di fronte al proscenio nelFarcate centrale, e rappresentato un
cane seduto. E in ąuesto ąuadro di cani ce ne sono pili di uno. Quando guardiamo gli altri
ąuadri veronesiani, cercando la presenza di cani, constatiamo che non esistono molti ąuadri
di una certa importanza nei ąuali i cani, grandi o piccoli, da caccia o da camera non
giuochino ąualche ruolo.

Gli animali come esseri irragionevoli, privi di un'anima immortale erano considerati
come incompatibili col decorum dei soggetti religiosi. „Inoltre — scriveva S. Carlo Borromeo
nelle sue Instructionum Fabricae et supellectilis ecclesiasticae libri duo, pubblicate nell 15773
— non si devono fare nelle chiese o in altri luoghi sacri effigi di giumenti, di cani, di pesci, o di
altri animali a meno che la loro raffigurazione sia richiesta secondo il costume delia Chiesa,
per Fespressione delia sacra istoria". Lo stesso e ripetuto nel 1621 negli Statuti del Sinodo di
Cracóvia che trasferiva in Polonia il contenuto dei Decreti del Concilio di Trento: „Non si
devono dipingere sui ąuadri gli animali (come cani, gatti, lepri) a meno che 1'accordo eon la
verita storica non lo richieda (come per esempio il cane rappresentato come compagno di
Tobiolo...)"4. Questa opinione prevalse fino al XVIII secolo almeno ed era presente anche nei
paesi non cattolici. Jonathan Richardson richiedeva che „Nothing absurd, indecent, or mean,
nothing contr ary to religion or morality, must be put into a picture, or even intimated or hinted
at. A dog with a bone, at a banąuet, where people of the highest character are at the table... or the

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