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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 1
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Nicola, Giacomo de: Silvestro dell'Aquila
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0046

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GIACOMO DE-NICOLA

ammettersi per la cronologia nota dell’artista. Infatti, come vedremo, questi tra il 1500 e
il 1505 era a lavorare attorno al deposito di San Bernardino, e la sua prima opera data
dal 1476; dal che, ammettendo che nel 1439, cioè per lo meno sui vent’anni, fosse occu-
pato a Firenze, verrebbe che tutte le sue opere esistenti sarebbero state eseguite nel

periodo senile, tra i sessanta °e i novant’anni, e che nulla si
saprebbe del lungo periodo della sua maturità (1439-1476).

Ma l’ultimo fatto pare molto strano e l’altro è smentito
dalle opere stesse.

Bisogna, dunque, rinunciare a trovare in quei documenti
la testimonianza dell’educazione fiorentina di Silvestro,
testimonianza che troveremo, del resto, sicura altrove.

Maggiore conoscenza abbiamo del lavoro che, forse im-
mediatamente, seguì al tabernacolo di San Giacomo, il
monumento al cardinale Amico Agnifili.

Eretto quattro anni dopo la morte dell’ illustre porpo-
rato dagli aquilani in San Massimo, nella cappella a destra
dell’altare maggiore, che l'Agnifili aveva edificata e de-
corata ad uso di Battistero,2 fu travolto dal gran terre-
moto del 1703 nello sfacelo generale, e quel che ne rimase giacque dimenticato nel piccolo
cimitero annesso fino a che, in occasione dei recenti restauri, non riprese posto in chiesa,
a destra dell’entrata.

Ma queste povere reliquie (il sarcofago col defunto e lo stemma tra due putti (fig. 1))
non sono sufficienti a darci un’idea del monumento. Fortunatamente, però, possediamo del

Fig. 2 — Silvestro dell’Aquila
Statua di San Sebastiano
Aquila, Madonna del Soccorso

Il primo documento che riguarda con ogni certezza
l’artista è del 12 febr. 1476 in cui per atto del notaio Nem-
brotto di Lucoli,1 « magister Silvester Jacobi de Sulmona »
promette all’arciprete e a Paparisco di Tornimparte di fare
prima del luglio, per venti ducati d’oro, « ymaginem beati
Jac.' de rellevo incarnatalo ad similitudinem ymaginis
St. fac.1 de Porta de Pag.ca cum tabernaculo storiato de
storiis spectantibus et pertinentibus ad dictam ymaginem
cum auro et coloribus bonis et perfectis finis...».

Oggi del tabernacolo di Tornimparte non si sa nulla,
come nulla del suo modello, del San Giacomo di Porta
Paganica.

Dalle parole del notaio non risulta chiaro neppure se
il rilievo fosse in marmo, in creta o in legno. Forse fu in
legno, se si pensa il legno più in uso del marmo per la
richiesta policromia e più adatto della creta per le piccole
storie e se si pensa all’esteso impiego di quel materiale
nell’Abruzzo, anche nel quattrocento.

1 Archivio notarile di Aquila, Not. Nembrotto di 2 Sulla fonte si innalzava il già accennato ciborio
Lucoli, 1476, c. 150. Riprodotto dal Pansa (op. cit.) ottagonale di Joannes de Rettoriis de Mediolano.
nel doc. A,
 
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