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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 1
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Filippini Baldani, Laura: Elia Gaggini da Bissone
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0070

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LAURA FILIPPINI

archetti d’un primo ordine, e i tre timpani minori (ora sul baldacchino trapezoidale), potevan
essere su nicchie o archetti di un second’ ordine.

Dai due lati del basamento centrale dovevan trovarsi due rilievi rettangolari di sog-
getto diverso, uno dei quali, nel caso nostro, troviamo nella graziosa Annunciazione di
cui sopra.

Ai lati del rilievo centrale alcune statue di dimensione maggiore di poco del vero dove-
vano esser incassate fra colonne o pilastrini sormontati dai grossi timpani di cui sopra. Una
di queste statue potrebbe forse essere la Santa Caterina delicatissima che, presentemente,
si trova nella chiesa, con iscrizione gotica, con alcune parti restaurate e che il Suida attri-
buisce a Giovanni Gaggini senza alcun fondamento stilistico, nè documentale. Probabile è
un secondo ordine di statue in nicchie sotto timpanetti disposti forse su una linea trape-
zoidale, caratteristica di Leonardo, rimasta ancora nella presente disposizione dei timpani.
I rilievi in tondo e le statuine esaminate già, insieme con altre due piccole Crocifissioni in

Fig. 9 — Elia Gaggini: Natività. Genova, Via degli Orefici, sopraporta
(Fotografia Noak)

due lunette, sparse per la chiesa, potevano finire l’altare e trovar posto in ispazi che non
ci è dato indicare con certezza.

Ad ogni modo, questa probabile ricostruzione dell 'Altare delle rose non si allontana
dalla descrizione rimastaci, nè dal disegno degli altari di Leonardo di Riccomanno, il quale,
sebbene non ricordato dal documento, dovette essere il disegnatore dell’ insieme, mentre
Elia, avvezzo ad esser aiuto di altri artefici, non fu che uno degli esecutori, e neanche dei
più provetti.

L’altare fu probabilmente innalzato nel periodo che passa tra il 1478 e r’83, in cui i
documenti riguardanti Elia mancano, cioè dopo la costruzione della cappella di San Giovanni
e prima della partenza d’Elia per Perugia, periodo questo in cui sappiamo che egli tenne
scuola ed educò Giacomo Gaggini di Corrado nell’arte, a cui, senza errare di troppo, si può
attribuire parte dei rilievi rimastici in cui non si riscontran i caratteri di nessuno dei tre
artefici a noi noti.

* * *

All’arte di Elia si ricollega anche la cornice della porta che mette nella cappella di
San Biagio nella chiesa di Santa Maria di Castello, e forse anche le figurine del sottoporta.
Il rilievo che sta al di sopra della cornice è, secondo il Suida, di mano di Giovanni Gaggini,
e rappresenta il solito San Giorgio uccidente il drago, e, veramente, per la finezza della esecu-
zione, non ha nulla che fare con l’arte d’Elia. Non così il resto, che ha caratteri molto affini,
specie la cornice a grandi tralci di vite dalle foglie piatte, inframezzate da grappoli, come
si è detto, che rammenta quella già esaminata di Città di Castello.
 
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