UN IGNOTO COLLABORATORE DEL BEATO ANGELICO
È chiaro però che' se invece degli Annali dell’Ubaldini, il padre Marchese avesse tenuto
conto della Cronica compilata dal padre Giovanni de’ Tolosani, secondo la quale Fra Bene-
detto « fuit egregius scriptor et scripsit pene omnes libros chori Sancti Marci et notavit,
et aliquos etiam Fesulis », non sarebbe certo incappato in errori così grossolani, come
quello di far morire il frate nel 1448, mentre il Libro di Ricordi sopra citato lo mostra tut-
tavia occupato nel 1451 ascrivere i libri da coro. Ma era naturale che il dotto storiografo
domenicano prescegliesse quella delle due narrazioni che maggiormente tornava a onore e
gloria del suo convento.
Quanto alla falsa tradizione accolta dal Vasari, ne venne efficacemente lumeggiata la
origine dal dott. Giovanni Moro : nacque cioè, a quanto sembra, per una confusione di
Zanobi Strozzi : La Conversione di Sant’Agostino
Firenze, Museo di San Marco
(Fotografia gentilmente eseguita dal Cav. Nunes Vais)
nomi dei miniatori e degli scrittori che operarono per San Marco con gli altri che ebbero
parte ne’ corali di San Domenico di Fiesole. 1
* * *
Non è certo qui il caso di indugiarci a descrivere singolarmente tutti i minii di Zanobi
che rallegrano le carte di questi corali. Basti notare come nelle piccole composizioni tor-
nino le stesse caratteristiche di tecnica già rilevate a proposito delle tavolette dell’Acca-
demia:2 gl’incarnati vivamente lumeggiati, i capelli e le barbe a masse, gli occhi infossati
1 G. Moro, Fra Benedetto miniatore, Firenze, 1901. lette dell’Accademia, non esitò pure a riconoscere
2 Anche Lionello Venturi, il quale ebbe la cortesia nelle due serie di opere la mano di un medesimo ar-
di esaminare con noi e i codici di San Marco e le tavo- tista.
L’Arte. XI, 12.
È chiaro però che' se invece degli Annali dell’Ubaldini, il padre Marchese avesse tenuto
conto della Cronica compilata dal padre Giovanni de’ Tolosani, secondo la quale Fra Bene-
detto « fuit egregius scriptor et scripsit pene omnes libros chori Sancti Marci et notavit,
et aliquos etiam Fesulis », non sarebbe certo incappato in errori così grossolani, come
quello di far morire il frate nel 1448, mentre il Libro di Ricordi sopra citato lo mostra tut-
tavia occupato nel 1451 ascrivere i libri da coro. Ma era naturale che il dotto storiografo
domenicano prescegliesse quella delle due narrazioni che maggiormente tornava a onore e
gloria del suo convento.
Quanto alla falsa tradizione accolta dal Vasari, ne venne efficacemente lumeggiata la
origine dal dott. Giovanni Moro : nacque cioè, a quanto sembra, per una confusione di
Zanobi Strozzi : La Conversione di Sant’Agostino
Firenze, Museo di San Marco
(Fotografia gentilmente eseguita dal Cav. Nunes Vais)
nomi dei miniatori e degli scrittori che operarono per San Marco con gli altri che ebbero
parte ne’ corali di San Domenico di Fiesole. 1
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Non è certo qui il caso di indugiarci a descrivere singolarmente tutti i minii di Zanobi
che rallegrano le carte di questi corali. Basti notare come nelle piccole composizioni tor-
nino le stesse caratteristiche di tecnica già rilevate a proposito delle tavolette dell’Acca-
demia:2 gl’incarnati vivamente lumeggiati, i capelli e le barbe a masse, gli occhi infossati
1 G. Moro, Fra Benedetto miniatore, Firenze, 1901. lette dell’Accademia, non esitò pure a riconoscere
2 Anche Lionello Venturi, il quale ebbe la cortesia nelle due serie di opere la mano di un medesimo ar-
di esaminare con noi e i codici di San Marco e le tavo- tista.
L’Arte. XI, 12.