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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 2
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D'Ancona, Paolo: Un ignotto collaboratore del Beato Angelico (Zanobi Strozzi)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0134

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PAOLO D'ANCONA

e strabici, il colorito sovente stonato. Se l’esecuzione è,
come abbiam détto, quasi identica, di gran lunga inferiore
si rivela invece l’artista nel disegno delle singole figure e nel
disporre là scena. E chiaro che in questi minii dovette man-
cargli la collaborazione dell’Angelico, sicché egli dovette
fare unico affidamento nelle scarse sue forze. Con ciò si
riesce a spiegare il perchè di quelle figure alquanto tozze
e meschine, e la scarsa ricerca della legge di prospettiva
nella disposizione delle singole scene.

I codici più ricchi di miniature sono i Graduali segnati
con le lettere A e B. Qui e negli altri, vediamo rappre-
sentati o fatti evangelici, Q martiri di Santi, o ritratti di
Apostoli. 1 Le figure si rivedon sempre uniformi, e non
meno uniformemente si ripete il paesaggio, fatto a colli-
nette coniche turchine, proprio come nelle tavolette del-
l’Accademia, ricche di castelli e casamenti turriti lumeg-
giati di biacca, che risaltano sopra un cielo pure di un
turchino intenso. Tutto dimostra un’imitazione languida e
pedestre della grand’arte dell’Angelico ; tutto rivela il mondo
puro e celestiale di Fra’ Giovanni trasportato in scala mi-
nore, quasi per contraffarlo. Se nelle tavolette dell’Acca-
demia si poteva ammirare il disegno e la distribuzione
delle figure, qui ogni pregio vien meno, ogni effetto si
smorza, ogni fiamma si spenge, e l’arte spesso cede il posto
al mestiere. Fanno rara eccezione alcune poche scene, ad
esempio l’Annunciazione del Graduale B, il Sant’Agostino
dell’Antifonario G, il Gesù che benedice le vergini del
Graduale A, scene che l’artista eseguì con cura particolare,
tanto da far sorgere la leggenda che vi avesse avuto parte
l’Angelico. 2 I fregi a grossi fogliami accartocciati nelle
cui volute si annidano uccelli e scherzano putti, si di-
stinguono invece per una certa festosità e per pregi di
colorito. Ma purtroppo non a maestro Zanobi, come ap-
prendono i documenti che riportiamo in appendice, ne
spetta il merito, bensì a Filippo Torelli che gli fu colla-
boratore.

All’elenco così esiguo delle opere che per palesi, caratteristiche possono attribuirsi al
nostro Zanobi, altre avremmo volute aggiungere per meglio lumeggiare la figura dell’ar-
tista. Ma purtroppo le nostre ricerche rimasero fin ora infruttuose, nè più ci valsero le

Zanobi Strozzi : San Lorenzo
Firenze, Regia Galleria degli Llfizi
(Fotografìa Alinari)

1 Per la descrizione dei codici di San Marco, vedi
Ferdinando Rondoni, Giada del R. Museo Fiorentino
di San Marco, Firuize, 1876. Appartengono a Za-
nobi Strozzi i codici che in questa guida vengono at-
tribuiti a Fra’ Benedetto del Mugello. Oltre a questi,
noi, per indubbie analogie, attribuiamo a Zanobi il

Messale segnato II, il Messale segnato III, il Messale
segnato IV attribuiti a Ignoto Fiorentino del sec. xv,
e il Messale privo di segnatura di c. 156 che il Ron-
doni attribuisce alla maniera dell’Angelico. Questi
codici trovatisi rispettivamente ai nn. 19,20, 23 e 44
del catalogo.

2 Fra i moderni, ricordiamo come il Dott. Win-
genroth in due articoli intitolati : « Beitrage zur An-
gelico Forschung », pubblicati nel Repertorium fur
Kuns/wissenschaft, anno 1898, volume XXI, non
esiti, facendo una enorme confusione, ad attribuire
all’Angelico i numeri 16, 17, 19 e 44 del Catalogo
del Rondoni.

Il Douglas (op. cit. pag. 180) ribatte giustamente la
fallace attribuzione del Wingenroth, ma erra secondo
noi nel voler riconoscere l’opera di varie mani, ove
non ve ne è che una sola che si mostra talora più
accurata, altre volte per la fretta negligente e volgare.
 
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