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ADOLFO VENTURI
riminesi alle quali s’ispirano, e con la decorazione della sala del Barone a Castelnuovo di
Napoli e con l’arco d’Alfonso d’Aragona.
Nella sala del Barone a Castelnuovo vi è un sopraporta con un bassorilievo rappre-
sentante un trionfo, nel quale è l’identico fare dei due angioli sebenicensi. Stendesi questo
architrave retto da due mensolette con puttini ignudi, e forma un gran rettangolo incor-
niciato dal prolungamento degli stipiti della porta, con girari di foglie. Sopra la zona su-
periore a fogliami, è un fregio con una ninfa, che protende una corona d’alloro tra genietti.
E stesa entro una ghirlanda ovale pure d’alloro retta da ninfe coronate, assistite da Eroti
con grandi dischi e da allegorici Fiumi con cornucopia, distesi al limite del fregio. Sopra
a questo è un timpano triangolare con finissime cornici, quali poteva tirare un seguace
Fig. 19 — Seguace di Francesco Laurana
Putto nello zoccolo della cappella Orsini. Traù, Cattedrale
del Brunellesco. Sulla punta del timpano s’innalza un bizzarro cimiero di rami di palmette
intrecciati, e, di qua e di là da esso, entro ovali encarpi, i medaglioni di Alfonso il Ma-
gnanimo e del figlio Ferrante, duca di Calabria. 11 grande bassorilievo ad architrave rap-
presenta il trionfo di Alfonso sul carro tirato da una quadriga, sotto un baldacchino, pre-
ceduto da trombettieri, accompagnato dai grandi della Corte, dai Mori di Tunisi, dal popolo,
sullo sfondo di Roma, degli edifici del Pantheon, del Colosseo. La sala con la porta ma-
gnifica fu inaugurata con un banchetto il 14 aprile 1457; 1 e quindi verso questo tempo
fu eseguita dagli artefici stessi che lavorarono nell’arco. Il Vasari attribuì la porta a Giu-
liano di Maiano, il Bertaux con molta incertezza ne indicò come principale autore Pietro
da Milano, il Burger Domenico Gagini. Per noi, tanta è la somiglianza del fare tra gli 1
1 Bertaux, L’arco e la porta trionfale d’Alfonso e Ferdinando d’Aragona a Castel Nuovo (Archìvio sto-
rico per le provincie napoletane, Napoli, 1900, a. xxv).
ADOLFO VENTURI
riminesi alle quali s’ispirano, e con la decorazione della sala del Barone a Castelnuovo di
Napoli e con l’arco d’Alfonso d’Aragona.
Nella sala del Barone a Castelnuovo vi è un sopraporta con un bassorilievo rappre-
sentante un trionfo, nel quale è l’identico fare dei due angioli sebenicensi. Stendesi questo
architrave retto da due mensolette con puttini ignudi, e forma un gran rettangolo incor-
niciato dal prolungamento degli stipiti della porta, con girari di foglie. Sopra la zona su-
periore a fogliami, è un fregio con una ninfa, che protende una corona d’alloro tra genietti.
E stesa entro una ghirlanda ovale pure d’alloro retta da ninfe coronate, assistite da Eroti
con grandi dischi e da allegorici Fiumi con cornucopia, distesi al limite del fregio. Sopra
a questo è un timpano triangolare con finissime cornici, quali poteva tirare un seguace
Fig. 19 — Seguace di Francesco Laurana
Putto nello zoccolo della cappella Orsini. Traù, Cattedrale
del Brunellesco. Sulla punta del timpano s’innalza un bizzarro cimiero di rami di palmette
intrecciati, e, di qua e di là da esso, entro ovali encarpi, i medaglioni di Alfonso il Ma-
gnanimo e del figlio Ferrante, duca di Calabria. 11 grande bassorilievo ad architrave rap-
presenta il trionfo di Alfonso sul carro tirato da una quadriga, sotto un baldacchino, pre-
ceduto da trombettieri, accompagnato dai grandi della Corte, dai Mori di Tunisi, dal popolo,
sullo sfondo di Roma, degli edifici del Pantheon, del Colosseo. La sala con la porta ma-
gnifica fu inaugurata con un banchetto il 14 aprile 1457; 1 e quindi verso questo tempo
fu eseguita dagli artefici stessi che lavorarono nell’arco. Il Vasari attribuì la porta a Giu-
liano di Maiano, il Bertaux con molta incertezza ne indicò come principale autore Pietro
da Milano, il Burger Domenico Gagini. Per noi, tanta è la somiglianza del fare tra gli 1
1 Bertaux, L’arco e la porta trionfale d’Alfonso e Ferdinando d’Aragona a Castel Nuovo (Archìvio sto-
rico per le provincie napoletane, Napoli, 1900, a. xxv).