Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:
Venturi, Adolfo: La scultura dalmata nel XV secolo, [2]
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0172

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
128

ADOLFO VENTURI

del Redentore nel sepolcro Gianelli. E nonostante che la statua sia testimonianza delle
forme stanche dello scultore essa vince per la ragionevolezza e la nobiltà le statue vicine
di Andrea Alessi e di Niccolò Fiorentino. Morto Mattia Corvino (6 aprile 1490), Giovanni
Dalmata tornò probabilmente al paese natale, ed eseguì dapprima la statua di San Gio-
vanni Evangelista giovane ; più tardi, nel cader della vita, l’altra di San Tommaso.

* * *

Oltre di Giovanni Dalmata dobbiamo parlare di Paolo di Antonio da Ragusa, che nel 1447,
garzone o lavorante di Donatello a Padova,1 ricevette due pagamenti, uno alla presenza di

Fig. 22 — Giovanni Dalmata : Statua di S. Tommaso nella cappella Orsini

Trau, Cattedrale

Francesco Squarcione. Ma nessuna opera, ad eccezione di due medaglie, ci chiarisce l’arte
dello scultore raguseo. Si pensa a lui, vedendo i peducci su cui s’imposta l’arco della porta
d’entrata nel palazzo de’ Rettori a Ragusa, perchè, nelle figure che adornano quei peducci, scor-
gonsi molti caratteri donatelliani, e richiami ai putti musicanti, che si stavano eseguendo per
il Santo, quando Paolo di Antonio fu a Padova. Vero è che anche Michelozzo lavorò nel
palazzo, ma la forma donatelliana delle figurette de’ peducci è più viva e fresca che non
in Michelozzo. Si vedono putti che suonano un organo e una tromba adorna di pennone ;

1 Gloria, op. cit., pag. 9, documento del 21 novembre.
 
Annotationen