MISCELLANEA
2 2 I
con pettini di ferro. Il trattamento del nudo è mirabile,
e cosi pure tutto il gruppo centrale. Fredde, monotone
sette donne raccolgono nelle ciotole il sangue che spiccia
dalle ferite del povero Marsia cristiano, e servono da
inutili e pompose comparse le impassibili persone a
destra. Nell’ultimo scomparto è raffigurata la decapita-
mentì dei presepi, è modificato nel bianco palafreno
dell’affresco veronese.
Ho dovuto dare cotesti cenni per chiarire le rela-
zioni fra la predella vicentina e le robuste, grandiose
composizioni della cappella di San Biagio; in quella
c’è la compassata elaboratezza di uno scolaro di più
Bartolomeo Montagna: Affresco. Verona, Santi Nazaro e Celso
Cappella di San Biagio
zione del santo che prega, mentre un soldato gli vibra a
tutta forza il colpo mortale con la scimitarra. La scena
è popolata di figure e piena di movimento. Assistono
all’esecuzione due centurioni, vestiti di ferro, dalle
spalle quadre e dai lineamenti duri e risentiti ; un negro
impugna un’asta da cui sventola un pennone rosso con
la mezzaluna ; e, ai lati, due cavalieri, protetti da lucide
corazze (quello a destra ricorda molto il San Giorgio
del Mantegna), si tengono fermi in arcione. Il disegno
dei loro cavalli, i quali rassomigliano ai legnosi giu-
maestri : in queste la fantasia indipendente di un ar-
tista maturo.
1 quattro dipinti rappresentano i più importanti fatti
della vita del santo. Il quale, distratto dalla sua lettura,
nel primo, benedice alle mansuete bestie che gli si acco-
vacciano davanti, e sembra aspettino il benefico risul-
tato di quel gesto. Nel secondo, vedesi Biagio, su la
via della prigione, scortato da un soldato e dagli altri
arnesi del presidente di Sebaste. Egli è in atto di be-
nedire a due malati, che si inginocchiano al suo pas-
2 2 I
con pettini di ferro. Il trattamento del nudo è mirabile,
e cosi pure tutto il gruppo centrale. Fredde, monotone
sette donne raccolgono nelle ciotole il sangue che spiccia
dalle ferite del povero Marsia cristiano, e servono da
inutili e pompose comparse le impassibili persone a
destra. Nell’ultimo scomparto è raffigurata la decapita-
mentì dei presepi, è modificato nel bianco palafreno
dell’affresco veronese.
Ho dovuto dare cotesti cenni per chiarire le rela-
zioni fra la predella vicentina e le robuste, grandiose
composizioni della cappella di San Biagio; in quella
c’è la compassata elaboratezza di uno scolaro di più
Bartolomeo Montagna: Affresco. Verona, Santi Nazaro e Celso
Cappella di San Biagio
zione del santo che prega, mentre un soldato gli vibra a
tutta forza il colpo mortale con la scimitarra. La scena
è popolata di figure e piena di movimento. Assistono
all’esecuzione due centurioni, vestiti di ferro, dalle
spalle quadre e dai lineamenti duri e risentiti ; un negro
impugna un’asta da cui sventola un pennone rosso con
la mezzaluna ; e, ai lati, due cavalieri, protetti da lucide
corazze (quello a destra ricorda molto il San Giorgio
del Mantegna), si tengono fermi in arcione. Il disegno
dei loro cavalli, i quali rassomigliano ai legnosi giu-
maestri : in queste la fantasia indipendente di un ar-
tista maturo.
1 quattro dipinti rappresentano i più importanti fatti
della vita del santo. Il quale, distratto dalla sua lettura,
nel primo, benedice alle mansuete bestie che gli si acco-
vacciano davanti, e sembra aspettino il benefico risul-
tato di quel gesto. Nel secondo, vedesi Biagio, su la
via della prigione, scortato da un soldato e dagli altri
arnesi del presidente di Sebaste. Egli è in atto di be-
nedire a due malati, che si inginocchiano al suo pas-