VETRI ITALIANI A ORO CON GRAFFITI DEL XIV E XV SECOLO
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sono tutti d’oro modellati a graffito sotto il quale traspaiono diversi colori.1 Nelle figure
tozze degli angioli si potrebbe scorgere anche una certa influenza di V. Foppa: in ogni
modo lo stile del disegno mi induce ad attribuire l’accuratissima opera a qualche miniatore
lombardo della fine del Quattrocento.
* * *
Verso la fine del secolo XV la tecnica dei vetri dorati va perdendo la semplicità pri-
mitiva: la pittura sotto vetro, con uso di tutte le tinte, sostituisce sempre più l’oro a graffito,
e questo non è più adoperato che per lumeggiare qualche particolare.2 La tecnica « vaga,
gentile e pellegrina » ammirata da Cennino Cennini cade nell’oblìo.
1 Parma, R. Galleria, n. 449: « Pittura su vetro,
secolo xv. Lo stemma è dei Pallavicino ». Le figure
e i particolari sono d’oro a graffito. Sotto i graffiti
appaiono svariate tinte : il terreno e gli alberi del
chiuso, verdi ; le melagrane, rosse ; la veste della
Madonna, rossa viva ; il manto della Madonna, az-
zurro, ecc. Lo stemma reca un’aquila nera in campo
d’oro ; scacchi bianchi e rossi su oro.
J II Museo Civico di Torino possiede alcuni ottimi
esemplari di tale procedimento : vedasi specialmente
il n. 3062. La pittura «sotto vetro » (cfr. E. Mou-
PlETRO TOESCA.
nier, loc. cit.) che sovente gareggia di splendore con
gli smalti, come appare in bellissime paci conservate
nel Museo del Louvre, fu molto praticata in Lom-
bardia e nel Veneto. Segnaliamo fra altro, come di
sicura origine lombarda, una pace del South Kensington
Museum (n. 2288, 55) rappresentante il Bambino ado-
rato da diversi santi fra i quali è anche San Vittore
con un pennone recante la scritta: TVTOR VARESII
(protettore di Varese) (fig. 15). Il disegno presenta
la più schietta somiglianza con miniature e smalti
lombardi del xv-xvi secolo.
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sono tutti d’oro modellati a graffito sotto il quale traspaiono diversi colori.1 Nelle figure
tozze degli angioli si potrebbe scorgere anche una certa influenza di V. Foppa: in ogni
modo lo stile del disegno mi induce ad attribuire l’accuratissima opera a qualche miniatore
lombardo della fine del Quattrocento.
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Verso la fine del secolo XV la tecnica dei vetri dorati va perdendo la semplicità pri-
mitiva: la pittura sotto vetro, con uso di tutte le tinte, sostituisce sempre più l’oro a graffito,
e questo non è più adoperato che per lumeggiare qualche particolare.2 La tecnica « vaga,
gentile e pellegrina » ammirata da Cennino Cennini cade nell’oblìo.
1 Parma, R. Galleria, n. 449: « Pittura su vetro,
secolo xv. Lo stemma è dei Pallavicino ». Le figure
e i particolari sono d’oro a graffito. Sotto i graffiti
appaiono svariate tinte : il terreno e gli alberi del
chiuso, verdi ; le melagrane, rosse ; la veste della
Madonna, rossa viva ; il manto della Madonna, az-
zurro, ecc. Lo stemma reca un’aquila nera in campo
d’oro ; scacchi bianchi e rossi su oro.
J II Museo Civico di Torino possiede alcuni ottimi
esemplari di tale procedimento : vedasi specialmente
il n. 3062. La pittura «sotto vetro » (cfr. E. Mou-
PlETRO TOESCA.
nier, loc. cit.) che sovente gareggia di splendore con
gli smalti, come appare in bellissime paci conservate
nel Museo del Louvre, fu molto praticata in Lom-
bardia e nel Veneto. Segnaliamo fra altro, come di
sicura origine lombarda, una pace del South Kensington
Museum (n. 2288, 55) rappresentante il Bambino ado-
rato da diversi santi fra i quali è anche San Vittore
con un pennone recante la scritta: TVTOR VARESII
(protettore di Varese) (fig. 15). Il disegno presenta
la più schietta somiglianza con miniature e smalti
lombardi del xv-xvi secolo.