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G. GIO VANNONI
1 La data del 1193 come inizio del governo di Pietro Paolo, Roma, 1815, p. 41, 50), che la trasse da un mss.
di Capua è fornita dal Nicolai (Della basilica di San vaticano. Nel 119S egli fu fatto da Celestino III cardi-
le caratteristiche dello stile neo-gotico che si andava affermando nella parte meridionale
del Lazio; e l’intaglio della gola superiore ha, specialmente al disopra dei pilastri, sensibili
differenze di motivi e di tecnica che rivelano diverse mani. Ma tutto l’insieme del chiostro
è, non solo nel tipo architettonico, ma anche nel concetto ornamentale così organico e com-
pleto, che certo, qui come in pochi altri monumenti del Medio evo, deve un’unica direzione
artistica avervi presieduto, e l’opera diretta dei due artefici ricordati nell’iscrizione avervi
avuto parte preponderante.
Questa organicità e questa continuità, ben diverse ad esempio dalla ineguaglianza sti-
listica che troviamo nei chiostri coevi di San Paolo, di San Cosimato, di Santa Scolastica
a Subiaco (ove pure gli artefici sono tutti di una famiglia), sta a provare che tra il principio
e la fine del lavoro non deve essere passato un lungo periodo, forse non più di 15 o 20
anni; sicché i tre stadi suaccennati si debbono essere seguiti o ininterrottamente o con brevi
intervalli di tempo. L’arte così viva dei marmorari romani nella prima metà del Duecento
trasformava abbastanza rapidamente i suoi elementi — e le opere dei Cosmati (le uniche
un po’ regolarmente studiate) stanno a provarlo — perchè un tipo architettonico ed orna-
mentale non potesse mantenersi per un lungo volgere di armi con la fermezza che troviamo
nel chiostro di San Giovanni.
Il confronto col chiostro di San Paolo, che per questo riguardo si trova al pòlo op-
posto, può essere veramente istruttivo. Nel chiostro di San Paolo una distinzione nettissima
appare tra il lato adiacente alla chiesa e gli altri tre, diversi dal primo per vari elementi
architettonici come le colonne addossate che dividono i vari campi, le mensoline della
trabeazione, i capitelli ed i fusti nelle colonnine e più ancora per il tipo dell’ornato. Il primo
lato è quello che Pietro di Capua, abate di San Paolo fin dal 1193 e poi cardinale, 1 « ohm
Fig. 1 —■ Chiostro di San Giovanni. Particolare degli archi presso l’angolo Nord-Est
(Fotografia Moscioni)
G. GIO VANNONI
1 La data del 1193 come inizio del governo di Pietro Paolo, Roma, 1815, p. 41, 50), che la trasse da un mss.
di Capua è fornita dal Nicolai (Della basilica di San vaticano. Nel 119S egli fu fatto da Celestino III cardi-
le caratteristiche dello stile neo-gotico che si andava affermando nella parte meridionale
del Lazio; e l’intaglio della gola superiore ha, specialmente al disopra dei pilastri, sensibili
differenze di motivi e di tecnica che rivelano diverse mani. Ma tutto l’insieme del chiostro
è, non solo nel tipo architettonico, ma anche nel concetto ornamentale così organico e com-
pleto, che certo, qui come in pochi altri monumenti del Medio evo, deve un’unica direzione
artistica avervi presieduto, e l’opera diretta dei due artefici ricordati nell’iscrizione avervi
avuto parte preponderante.
Questa organicità e questa continuità, ben diverse ad esempio dalla ineguaglianza sti-
listica che troviamo nei chiostri coevi di San Paolo, di San Cosimato, di Santa Scolastica
a Subiaco (ove pure gli artefici sono tutti di una famiglia), sta a provare che tra il principio
e la fine del lavoro non deve essere passato un lungo periodo, forse non più di 15 o 20
anni; sicché i tre stadi suaccennati si debbono essere seguiti o ininterrottamente o con brevi
intervalli di tempo. L’arte così viva dei marmorari romani nella prima metà del Duecento
trasformava abbastanza rapidamente i suoi elementi — e le opere dei Cosmati (le uniche
un po’ regolarmente studiate) stanno a provarlo — perchè un tipo architettonico ed orna-
mentale non potesse mantenersi per un lungo volgere di armi con la fermezza che troviamo
nel chiostro di San Giovanni.
Il confronto col chiostro di San Paolo, che per questo riguardo si trova al pòlo op-
posto, può essere veramente istruttivo. Nel chiostro di San Paolo una distinzione nettissima
appare tra il lato adiacente alla chiesa e gli altri tre, diversi dal primo per vari elementi
architettonici come le colonne addossate che dividono i vari campi, le mensoline della
trabeazione, i capitelli ed i fusti nelle colonnine e più ancora per il tipo dell’ornato. Il primo
lato è quello che Pietro di Capua, abate di San Paolo fin dal 1193 e poi cardinale, 1 « ohm
Fig. 1 —■ Chiostro di San Giovanni. Particolare degli archi presso l’angolo Nord-Est
(Fotografia Moscioni)