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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 5
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Venturi, Adolfo: Le opere de' pittori Ferraresi del '400 secondo il catalogo di Bernardo Berenson
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0482

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ADOLFO VENTURI

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Maineri od anche Bianchi Ferrari); Schottwein (presso Semmering in Austria), Chiesa ab-
baziale, a sinistra della crociera, Annunciazione (scuola d’Èrcole de’Roberti); Torino, Museo
Civico, Messale Della Rovere (miniatore che sta tra Ercole Roberti e- il Bianchi Ferrari);
Venezia, Raccolta Lady Layard, Ecce Homo (fra Ercole Roberti e Marco Zoppo); Vienna,
principe Liechtenstein, Ecce Homo (replica di quello di Lady Layard).

Il Berenson evidentemente ha tenuto di mira i maggiori maestri ferraresi del '400, la-
sciando in disparte i molti poco noti e poco rappresentati, raggruppando in un elenco un
buon numero di opere non del tutto determinate o determinabili. Tuttavia per una possi-
bile determinazione nell’avvenire non è vano di ricordare che la Galleria di Budapest con-
serva una figura allegorica di Michele Ongaro, seguace di Cosmè Tura; che la National
Gallery di Londra serba un San Girolamo firmato da Bono ferrarese, discepolo del Pisa-
nello, uno dei frescanti della Cappella degli Eremitani di Padova, probabile autore di una
Pietà esistente nel Museo Kestner di Annover, n. 18. E di Ettore de’ Bonacossi, oltre i
più deboli affreschi del Salone di Schifanoia, potevasi ricordare una Madonna col Bambino
della raccolta Santini, affreschi e tavole ne’ soffitti del Monastero di Sant’Antonio in Pole-
sine, alcune pitture passate dalla collezione Barbi Cinti in quella di Giuseppe Cavalieri in
Ferrara, ecc. E di Baldassare d’Este il Transito della Vergine, già nelle collezioni Sardi
e Lombardi, poi in quella Massari a Ferrara.

Tutte le opere indicate dal Berenson ed altre sparse ai quattro venti potranno un po’
per volta formare, per analogia od omogeneità, gruppi distinti. Per la loro composizione
fa d’uopo di precisare quanto più sia possibile la scuola, alla quale ogni singolo quadro
appartiene; e opportunamente il Berenson vi fa cenno.

Però non siamo del suo avviso circa l’appartenenza della Madonna col Bambino, n. 6,
della Galleria di Francoforte, alla scuola di Francesco del Cossa; essa sembra piuttosto con-
venire a scuola veronese, alla maniera di Francesco. Moroni, specie nel fondo con edifici
diruti e basse montagne e terreno rigato da acque. Alla scuola di Francesco del Cossa può
ascriversi VAnnunciazione della Raccolta Massari in Ferrara, non la Crocifissione del Museo
delle arti decorative a Parigi, che si connette in qualche modo al modenese Bonascia. Nè
ad Ercole Roberti si avvicina la miniatura del Museo Condé a Chantilly, che rappresenta
il monte della Sapienza e le sette arti liberali corteggiate dai sapienti, opericciuola della
bottega fiorentina dell’Attavante. Nè ad un maestro che per il fare sta tra il Bianchi, il
Grandi e il Francia, ci sembra che convenga assegnare la grande pala del Museo del Louvre
rappresentante la Vergine con i Santi Benedetto e Quintino. Essa è opera di maestro di
Parma, luogo della sua provenienza, e molto si accosta a Alessandro Araldi, pittore che
ha certo avuto rapporti col Francia, come dimostra in parecchi suoi dipinti, anche con
quello, probabilmente suo, attribuito nella galleria parmense, a Ludovico da Parma.

Adolfo Venturi.
 
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