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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 5
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0506

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454

MISCELLANEA

eseguita nel 1488, e non nel 1460, l’opera, forse ap-
pena intravista da lontano nell’oscura ed umida Chie-
setta, dove si trovava in completo abbandono, errore
che non gli permise di fornire la sola prova sicura
dell’attività giovanile del De Vigilia, e di fissare, con
sufficiente esattezza uno dei termini estremi, il più re-
moto, della sua produzione.

Purtroppo insieme alla tarda ma opportuna ret-
tifica, l'illustre storico dovrà con dolore apprendere lo

dello stesso Santo, (Museo di Palermo, n. 544), cui la
firma e l’anno 1492, apposti dal De Vigilia, e la ri-
spondenza dei caratteri stilistici non valsero nel pas-
sato a conferire quell’indubbia autenticità, che il Di
Marzo doveva in seguito validamente sostenere, resti-
tuendo al maestro queste ed altre opere, stimate copie,
pel solo fatto che ci pervennero dipinte su tela

L’esempio offerto ora dal quadro di Monreale, che
conferma la preferenza costante del nostro artista per

Tommaso De Vigilia: San Giovanni Evangelista (1492)
Palermo, Museo Nazionale

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stato miserevole in cui fu ridotto il quadro da un ar-
tista locale, (mi si dice il defunto Giaconìa), che dopo
aver proceduto al consolidamento della tela, ne coprì,
quasi per intero, le armoniche e delicate tonalità con
un nuovo strato denso e torbido di colore, che, qua e
là staccandosi, nei punti dove non ha messo a nudo la
primitiva preparazione a gesso, lascia appena per breve
tratto scorgere l’antica crosta e la squisita eleganza
della fattura originale.

Malgrado i danni subiti, il S. Giovanni del 1460
può utilmente paragonarsi all’altra figura, menoguasta,

l’uso della tela, di rado adottato dai suoi contempo-
ranei, basterebbe per sè stesso a giustificare l’inte-
resse del paragone proposto, se altre somiglianze di
maggior rilievo, che intercedono tra le due varianti
dello stesso soggetto, non ci dessero modo di accertare
con nuovi elementi, in qual misura gli influssi catalani
fossero accolti dall’opera di Tommaso all’inizio e sul
declinare della sua laboriosa carriera.

Di tali influssi sarebbe erroneo non tener conto par- 1

1 Di Marzo, op. cit., pagg, 101-102.
 
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