MISCELLANEA
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landò del De Vigilia: a differenza del Quartararo, che
li subì in parte, avvicinandosi piuttosto alla solida e
incisiva modellatura dei fiamminghi, in lui l’assimila-
zione è cosi profonda ed organica da far ritenere do-
vuta a qualche maestro catalano, dimorante in Pa-
lermo, verso la metà del xv secolo il suo avviamento
nel cammino dell’arte.
Non pochi indizi, palesi nel S. Giovanni del 1460,
danno credito all’ipotesi ; tra questi la scarsa plasticità
sua educazione catalana, a questa chiede ancora il
gusto dei particolari decorativi, ne accentua anzi lo
speciale carattere, introducendo negli ornati dei mo-
bili ricchi meandri a giorno, simili a quelli, che si
svolgono nel grande coro intagliato del Duomo di Pa-
lermo 1.
Un'ispirazione spontanea e libera allontana invece
la figura dell’ Apostolo dall’ altra, che la precede. Il
corpo, non più curvo sulle sacre pagine, si solleva con
Tommaso De Vigilia: San Giovanni Evangelista (1460)
Monreale, Magazzino dell’Ufficio dei monumenti
della figura, dai contorni quasi schematici, dalle membra
soverchiamente magre e allungate sotto le pieghe ri-
gide e continue dei panni, e più ancora le forme e i
fregi dei mobili, disposti nella cella, che riproducono
con minuta diligenza forme e fregi introdotti nell’Isola
dalla Catalogna.
Ma fu sempre Tomaso ugualmente fedele all’indirizzo
seguito in gioventù? Il S. Giovanni del 1492, descritto
dal Di Marzo, si presta a tale indagine : in esso il suo
autore, già innanzi negli anni, ripetendo un soggetto,
trattato una prima volta sotto l’azione immediata della
rinnovata energia nel largo drappeggio serico del manto
a fiorami, il viso, già esangue e soffuso di languore, si
colorisce e ravviva al suono dell’angelica tromba, vi-
brante nell’ azzurro spazio, e gli occhi, quei grandi
e limpidi occhi, che Tomaso diede a tutte le sue crea-
ture divine, si posano con ingenua meraviglia sull’ap-
parizione della Vergine col Putto in un nimbo di
raggi d’oro.
1 II Venturi nella sua Storia dell'Arte Italiana, voi. VI. pa-
gina 858, ha pel primo rilevato il carattere ornamentale catalano
del detto coro.
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landò del De Vigilia: a differenza del Quartararo, che
li subì in parte, avvicinandosi piuttosto alla solida e
incisiva modellatura dei fiamminghi, in lui l’assimila-
zione è cosi profonda ed organica da far ritenere do-
vuta a qualche maestro catalano, dimorante in Pa-
lermo, verso la metà del xv secolo il suo avviamento
nel cammino dell’arte.
Non pochi indizi, palesi nel S. Giovanni del 1460,
danno credito all’ipotesi ; tra questi la scarsa plasticità
sua educazione catalana, a questa chiede ancora il
gusto dei particolari decorativi, ne accentua anzi lo
speciale carattere, introducendo negli ornati dei mo-
bili ricchi meandri a giorno, simili a quelli, che si
svolgono nel grande coro intagliato del Duomo di Pa-
lermo 1.
Un'ispirazione spontanea e libera allontana invece
la figura dell’ Apostolo dall’ altra, che la precede. Il
corpo, non più curvo sulle sacre pagine, si solleva con
Tommaso De Vigilia: San Giovanni Evangelista (1460)
Monreale, Magazzino dell’Ufficio dei monumenti
della figura, dai contorni quasi schematici, dalle membra
soverchiamente magre e allungate sotto le pieghe ri-
gide e continue dei panni, e più ancora le forme e i
fregi dei mobili, disposti nella cella, che riproducono
con minuta diligenza forme e fregi introdotti nell’Isola
dalla Catalogna.
Ma fu sempre Tomaso ugualmente fedele all’indirizzo
seguito in gioventù? Il S. Giovanni del 1492, descritto
dal Di Marzo, si presta a tale indagine : in esso il suo
autore, già innanzi negli anni, ripetendo un soggetto,
trattato una prima volta sotto l’azione immediata della
rinnovata energia nel largo drappeggio serico del manto
a fiorami, il viso, già esangue e soffuso di languore, si
colorisce e ravviva al suono dell’angelica tromba, vi-
brante nell’ azzurro spazio, e gli occhi, quei grandi
e limpidi occhi, che Tomaso diede a tutte le sue crea-
ture divine, si posano con ingenua meraviglia sull’ap-
parizione della Vergine col Putto in un nimbo di
raggi d’oro.
1 II Venturi nella sua Storia dell'Arte Italiana, voi. VI. pa-
gina 858, ha pel primo rilevato il carattere ornamentale catalano
del detto coro.