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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 5
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Corrieri
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464

CORRIERI

S. Silvestro, l’allargamento di via delle Botteghe
Oscure, il passaggio mediante un portico sotto il pa-
lazzo Altieri e cosi via : provvedimenti che se pure
distruggono o mutano opere architettoniche impor-
tanti come il palazzo Balestra, la chiesa di San Rocco,
la bella casa settecentesca in via dei Crociferi, il pa-
lazzo Altieri, ecc., appaiono tanto necessari per creare
nuovi sbocchi al movimento cittadino interno, da ri-
sultare, nello stato attuale, inevitabili.

Per altre proposte invece, per altri tagli attraverso
l’abitato, queste condizioni mancano completamente.
Mancano per la distruzione delle belle casette del quat-
trocento avanti S. Giovanni dei Fiorentini, mancano
per l’abbattimento di una parte dell’ospedale antico
di S. Spirito al fine di creare un’ esedra allo sbocco
del ponte Vittorio Emanuele, per la rovina del pa-
lazzo di Propaganda Fide di cui un portico da un lato
verrebbe a mutare le linee bizzarramente ideate dal
Borromini, per la demolizione dei resti di una casa
medievale in via dell’Atleta in Trastevere, delle case
dei Mattei in piazza Paganica, del palazzo Costaguti
in piazza delle Tartarughe, delle casette in via S. Bar-
tolomeo de’ Vaccinari alla Regola, che meglio potreb-
bero essere rinnovate col riaprirvi i portici medievali
che ancora esistono ; delle porte Latina e Metronia, e
forse anche dell’anfiteatro Castrense, destinati prima
o poi a sparire per lo sbocco di strade importantis-
sime, larghe perfino 50 metri, che vi son portate di
fronte. I monumenti antichi in quest’ultimo caso, in-
vece di esser posti fuori delle linee di movimento, ne
rappresentano veri nodi, quasi centri d’attrazione delle
cause che dovranno distruggerli.

Non è breve la dolorosa nota ; e ad essa il pro-
getto presentato aveva aggiunto altre distruzioni e
— devastazione massima fra tutte — l’apertura di una
nuova via, sul tracciato dell’antica Via Recta, tra piazza
Colonna ed il ponte Vittorio Emanuele : strada che
nel primo tratto avrebbe ingrandito Via della Colonna,
in uno intermedio Via delle Coppelle, nell’ultimo Via
de’ Coronari.

Il palazzo Niccolini (ora Ferraioli) in piazza Co-
lonna, il palazzo Cini ed il palazzo De Cinque Alber-
toni, magnifici edifici del barocco romano, una parte
del palazzo Capranica, poi in via delle Coppelle le
case dei Boccapaduli e dei Castagna del primo Cin-
quecento, ed il grande palazzo del Vicariato, e l’arco
di S. Agostino che così bene complèta la bella piazza
tranquilla, e la casa che sembra architettata da Raf-
faello all’angolo della Via delle Cinque Lune, ed in
Via dei Coronari il bel palazzetto quattrocentesco al-
l'angolo di Via Monte Vecchio, e l’edificio del Monte
di Pietà, il palazzo del Drago, le case di semplice ed
elegante architettura del Cinquecento situate accanto
al palazzo Lancellotti, le casette degli Orsini, l'edicola
dell’ « Immagine di Ponte » di Antonio da Sangallo,
la casa di Raffaello Sanzio, ed infine il palazzo Albe-

rini sarebbero caduti vittime dell’inesorabile rettifilo;
ovvero, se una variante tortuosa, che il Sanjust pro-
pone nella sua relazione, fosse stata adottata, ad alcuni
dei detti edifici sarebbero stati sostituiti il palazzo Bal-
dassini che « Messer Marchionne fece condurre con
modello e reggimento di Antonio di Sangallo *>, la
chiesa di S. Salvatore delle Coppelle col suo campa-
nile del xn sec., la torre de’ Sanguigni e tutta la serie
di case deH’ultimo tratto della Via di Coronari ancora
superstiti degli edifici che sui primi del Cinquecento
banchieri e prelati eressero nel nuovo ed elegante
quartiere tracciato da Sisto IV. E tutto questo avrebbe
dovuto scomparire, tutta questa serie di opere essere
distrutta, tutto un caratteristico ambiente essere invaso
da regolari enormi case moderne, non per vere urgenti
ineluttabili esigenze pratiche, ma per un artificiale con-
cetto affrettatamente segnato sulla carta!

Alla minaccia furon pronte le difese. Le principali
associazioni artistiche,“tecniche, storiche, archeologi-
che di Roma, come 1’ Associazione artistica interna-
zionale, l’Associazione italiana d’archeologia e storia
d’arte, l’Associazione fra i cultori d’architettura, la
Società degli ingegneri e degli architetti (italiani, l’Ac-
cademia di San Luca, l’Unione degli Artisti, la So-
cietà archeologica romana, si riunirono concordi, e,
pur iniziando un completo e ponderato lavoro di
disamina del progetto di piano regolatore così rapida-
mente presentato e discusso, si affrettarono ad esporre
i loro voti perchè il borgo del Rinascimento romano
fosse rispettato dalla nuova sistemazione ; altri voti
espressero le Commissioni consultive di storia e d’arte
e d’archeologia; autorevoli consiglieri comunali so-
stennero validamente in Consiglio le ragioni dell’arte
e... della logica. Eia discussione terminò con un voto
proposto dalla Giunta che in molta parte accolse queste
ragioni. Per esso si escluse dal piano il rettifilo tra
piazza Colonna ed il ponte V. Emanuele, e ad esso
si sostituirono per il movimento stradale due arterie
ben più importanti, per le quali gl’inconvenienti sono
nulli od assai men gravi, l’una pel Pantheon e per
S. Luigi de’ Francesi, l’altra dalla nuova piazza po-
steriore al palazzo di Montecitorio al ponte Umberto.
Si stabilì che fosser rispettate la torre e la casa dei
Margana, la chiesa dei Crociferi, l’Antiquarium del
Cardinal Cesi presso la porta Cavalleggeri. Si decretò
che quanto alle modalità dell’esecuzione delle opere
facenti parte del piano approvato si seguissero caso
per caso i consigli delle Commissioni comunali di
storia e d’arte e d’archeologia.

Non si seppe tuttavia, o non si volle, rinunziare alla
rovina della via dei Coronari, e si approvò un tortuoso
tracciato di una strada larga venti metri che si sposta
ora a destra ed ora a sinistra, lasciando, è vero, in piedi
i più importanti edifici, ma isolandoli, e ponendoli ac-
canto e di fronte a nuove costruzioni. Il progetto con
bizzarro eufemismo è stato battezzato per « sistema-
 
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