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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 5-6
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Frati, Lodovico: Jacopino de' Bavosi pittore bolognese del secolo XIV
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394

LODOVICO FRATI

Guglielmo Bottoncini e Nannino di Jacopo Aspettati de’ Tabolazzi. A Caterina lasciava, oltre
la dote di lei, che era di 60 lire, il letto sul quale egli dormiva, tutti gli abiti di lei e l’usu-
frutto de’ suoi beni finché fosse rimasta vedova ed avesse coabitato coi figli.

Questi erano Bitina e Pietro : la prima moglie di Francolino di Pasio Piliparo, alla quale
lasciava, oltre la dote, lire 40 di bolognini.

A Pietro, altro suo figlio, lasciava 5 lire di bolognini, ed inoltre omnia sua uxuviglia 1
et artificia deputata prò mìnistèrio pingendì.

Di tutti gli altri suoi beni lasciava eredi i nipoti Nicolò, Agnese e Vincenzo, figli di Pietro
Bavosi.

Furono testimoni fra Gerardo de’ Fogazzi, religioso dell’ordine di Santa Maria del Car-
melo, Maestro Jacopino de’ Vaselli da Reggio, Giovanni del fu Michele da Dugliolo mereiaio,
Bartolomeo e Bonuccio Papazzoni.

Fra Jacopino de’Bavosi e i Papazzoni esistevano certo rapporti d’intima amicizia; nè
poteva essere diversamente s’egli era tutore dei minorenni di Tommaso Papazzoni ; ma per
ciò non si deve confondere il nostro pittore con un Jacopo de'Papazzoni, come fece il Filippini.

La notizia che più ci interessa nel testamento del 1371, relativamente alle pitture di
Mezzaratta, consiste nel lascito ch’egli faceva di un doppiere del prezzo di 20 soldi alla Società
dei devoti che si radunavano ad domimi constructam et hedificatam a capite superiori prime rate
montis extra portavi sancti Marne. Se a ciò si aggiunge che il 14 giugno 1366 Simone de’Cro-
cifissi obbligavasi a ser Pino de’ Cloavi, priore della Confraternita di Maria Vergine di Mez-
zaratta e ad un Maestro Jacopino, massaro della stessa congregazione, di dipingere in quella
chiesa, sulla parete verso oriente, cinque storie in cinque campi del Vecchio Testamento,
sembrerà sempre più probabile che il nostro Maestro Jacopino de’ Bavosi sia l’autore di alcune
delle pitture dell’Oratorio di Mezzaratta. In ogni caso, egli deve sostituirsi al Jacopo de’ Pa-
pazzoni proposto dal prof. Francesco Filippini.

Un secondo testamento di Jacopino de’Bavosi, del 14 luglio 1383, trovasi nei Memoriali
di Nicolò di Zordano Nappi (car. 26^.) presso l’Archivio di Stato di Bologna. È molto simile
al primo, con questa differenza che non vi si fa parola del lascito al figlio Pietro degli arnesi
da dipingere, nè del doppiere all’Oratorio di Maria Vergine di Mezzaratta. Con questo secondo
testamento egli annullava il primo ed è probabile che poco dopo cessasse di vivere.

Lodovico Frati.

TESTAMENTO DI JACOPINO DE’ BAVOSI.

« In Christi nomine amen. Anno a nativitate ejusdem MCCCLXXI, Inditione IX, die

IV mensis Mai}, Pontificatus d. Gregorii pape XI. Magister Jacobinus pictor filius condam

Francisci de Bavosiis2 civis bononiensis, capelle s. Martini de Apoxa, sanus per gratiam

Jhesu Christi mente et sensu, set corpore languens, nollens decedere intestatus, sed vollens

et intendens saluti anime sue salubriter providere, suorum rerum et bonorum omnium dispo-
sitionem per presens nuncupativum testamentum in hunc modum facere procuravit et fecit.
Primo quidem de bonis suis jure legati reliquit conventui fratrum s. Marie de monte Carmelo
de Bononia prò missis et orationibus dicendis prò anima sua sol. XX»,

« Idem reliquit fratri Gerardo de Sugatiis de dicto ordine et conventu prò suis necessi-
tatibus XX sol. bon. Itera reliquit ecclesie s. Nicolai de Albaris de Bononia unum doplerium
cere pretii XX sol. bon. Item reliquit Societati devotorum beate Marie Virginis gloriose, que
congregatur ad domum constructam et hedificatam a capite superiori prime rate montis extra

1 Cioè : tutti gli arnesi, o strumenti, dalla voce dia- 2 Nel documento leggesi : bauasiis.

lettale bolognese : usvèi (lat. : usibilia).
 
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