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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 7.1897

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Assandria, Giuseppe: Nuove iscrizioni romane del Piemonte inedite o emendate, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.11589#0099

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NUOVE ISCRIZIONI ROMANE DEL PIEMONTE

85.

in cui vi sono i due busti, ha le dimensioni di 0,61 per 0,31;
la prima riga ha le lettere alte 0,09 ; la seconda 0,085 ! ^a
terza 0,065 > quelle della quarta non si vedono che per metà.

E opinione diffusa a Scaletta che sieno questi gli antichi
titoli di Cortemilia, capo luogo del mandamento, distante
12 chilometri da quel comune, i quali siano stati colà tra-
sportati da famiglie signorili che vi possedevano le loro
villeggiature.

Il prof. Gianangelo Braida in Cortemilia e le Lunghe nei
tempi antichi (1) attribuisce la fondazione del Castello di
Cortemilia al console M. Emilio Lepido (anno 567 di R.-186
a. C.) soggiungendo che ivi pose per presidio una coorte,
motivo per cui lo stesso luogo venne detto Coorte o Cor-
temilia. Altri vuole che questo nome derivi da Corte degli
Emilii, cioè da persone che vi tenessero giustizia; v'ha
finalmente chi crede che Cortemilia fosse in origine una
corte o luogo chiuso d'abitazione d'una o più famiglie
appartenenti alla gente Emilia, attorno a cui si unirono,
da esse protetti, altri abitanti, dando così origine al luogo
ed al nome di Cortemilia.

E certo che il luogo di Cortemilia era abitato fin dal-
l'epoca romana e qualora qualche dubbio al riguardo ve-
nisse sollevato, varrebbe a dissiparlo il rinvenimento di
questa e dell'altra lapide che si è sopra riportata; non è al
pari certo che il nome attuale abbia la medesima antichità
e l'opinione più ovvia si è il credere che, scampata dalla
ruina dell'impero romano, ivi abitasse una parte della gente
Emilia e che da essa e da una corte, nell'antico medio evo ivi
stabilita, abbia Cortemilia desunto il moderno suo nome (2).

G. assandria.

(1) Savigliano, Tip. Bressa 1S77, a pag. 18 ; come già prima di lui
Gioanni Ardesco Molina nelle Notizie storiche e profane della Città
d'Asti, Asti, Tip. Pila, 1774. Vol. I, pag. 62-64.

(2) La lapide di Scaletta Uzzone mi venne indicata dal procaccio di
quel Comune.
 
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