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Bandini, Angelo Maria
De obelisco Caesaris Augusti e Campi Martii ruderibus nuper eruto commentarius — Rom, 1750 [Cicognara, 2516]

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https://doi.org/10.11588/diglit.8409#0182

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( XL ;

ni di Arato , dove discorrendo delle 'ore così scrive :
Dimanderà taluno , perchè abbiamo detto , che
il Sole nel Solstizio eftivo sa il giorno di ore xv,
e nello invernale di ore ix ; parendo per altro ,
per quello , che ci dimoftrano gli Orologj mec-
canici , e da acqua , sempre essèr comporto il
giorno di xn ore. A quello si risponde così: Sic-
come ognuno , o sia in età puerile , o virile , ha
cinque diti per mano , non però tutti eguali,
così ancora le ore hanno la medesima ragione di
grandezza , e di velocità nei giorni, e nelle not-
ti . di maniera che le ore delle notti grandi sra-
no grandi, delle piccole , piccole . Adunque
i giorni ertivi maggiori,sono comporti di ore xv
equinoziali, le quali proporzionalmente si divi-
dono in xii. Adunque gli antichi Ajìronomi , e Gno-
monici, riducevano i giorni artisiciali, e le notti alle ore
comuni equinoziali,acciò per mezzo di esse venìssero in
cognizione delle grandezze dei giorni , e delle notti.
Nom ci veggo adunque difficoltà veruna a dire ,
che in tal maniera tirata fojse nel Campo Marzo la li-
nea meridiana, che pott-sse dimosirare le grandezze
dei giorni , e delle notti ; poiché a tal sine folamente
era d' uopo , che fosfero pojìe ordinatamente con nume-
ri o con altre cisre sopra le piajìre adattate alla li-
nea meridiana le note quantità dei giorni, e delle not-
ti . Imperocché tali numeri, nel tcccar che avesse sat-
to la sommità della ombra meridiana un grado, o una
piajìra , sverebbero indicato le grandezze di quel
giorno , e di quelh notte.
Ecco adunque per quale Jìrada , e con qual me-
todo con una femplice linea meridiana fi spieghi a ma-
raviglia V accennato tesso di Plinio , fenza che ci fia
tiecessità veruna di supporre un Orologio nel Campo
Marzo ; effendo per altro quefìo contrario al tesio
Pliniano .
E quefti sono iprincipali sondamenti ,per i qua-
li V Orologio inventato dal P. Mafi, e dipoi ripor-
tato dal Kircher, e dallo Arduino fembra che non
cancordi col tefio di Plinio . Addio .
Firenze dal Monaftero della SS. Trinità
xxm Settembre 1748.

horarum xv sacere diem , in hyberno ix : cumtamen
mechanicis Horologiis , & Hydrologns dies perpetuo ho-
ris xii consiare videatur . Huic ita refpondemus :
Quemadmodum quilibet homo tam puer, quam vir, qui-
nos in manu digitoshabet, non tamen itquales ,sic eam-
dem habent hora in dìebus ac noclibus magnitudinis , &
celeritatis rationem , adeo ut magnarum magna sint,
parvarum parva . Igitur insilivi dies majores interval-
lo consiant horarum xv mquinocìialium , qua inxu pro-
ponine dividuntur . Dies ergo artisiciales , nocìef-
que ad jequinocìiales communes horas veteres A-
ftronomi, & Gnomonici reducebant, ut inde il-
lis dierum , nodliumque magnitudines innote-
scerent,

Nil ergo vetat, quin meridiana linea ita de-
scribi potuerit in Campo Martio , ut dierum , no-
éliumque magnitudines demonftraret ; ad id enim
solummodo opus erat, ut super laminas ad meri-
dianam lineam applicatas notse dierum noctium-
que quantitatcs numeris aliifque signis ordine
debito locarentur : ilii enim , umbrae meridia-
na apice gradum unum , vel laminam attingen-
te , diei illius, nociifque magnitudines demon-
ftraffent.
En igitur, qua via , quave methodo vel simplici
meridiana lincse ducìu memoratus 1 Unii textus
numeris omnibus explicetur , quin ulla fit Horo-
logii in Campo Martio fupponendi neceflìtas »
quod alias Pliniano textui adverfatur .
Atque potiffima hxc sunt momenta, quibus
Horologium a clariflìmo inventum Masia, inde-
que a Varcherò & Harduino relatum Pliniano textui
videtur minimè cohserere . Vale .
D. Fior, in Monasi. SS. Trinit. die XXI11
Sep. 1748.

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LET-
 
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