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Bandini, Angelo Maria
De obelisco Caesaris Augusti e Campi Martii ruderibus nuper eruto commentarius — Rom, 1750 [Cicognara, 2516]

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https://doi.org/10.11588/diglit.8409#0259

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LETTERA
DEL SIG. ERNESTO FREEMAN
AL SIG 7^0 R ABATE
ANGELO MARIA BANDINL

T O ho Tempre creduto , che gli uomini appli-
cati allo studio delle sublimi cognizioni ,
non hanno bisogno di conoscersi di villa , per
cominciare ad aver società insieme . I/ unisor-
mità del genio, la natura degli lludj , che col-
tivano , gli rende uniti ; perchè lenza comuni-
carli le scoperte o le dissicoltà, non può alcu-
no sar lungo viaggio . Quindi non s' ammirerà
ella se io senza essèrle assatto conosciuto, me le
presenti d'avanti. Se io non fono noto al Mon-
do ; ella lo è pur troppo , e meritamente . La
bella e dotta opera sua sull' Obelifco d'Augu-
iìo , che fu nel Campo Marzo , le ha conciliata
la ftima, e le lodi di tutti gì' intendenti . L'or-
dine , il buongufto, e la non asfettata erudi-
zione in un libro , è per me fempre un certo ar-
gomento dell' animo ben formato dell' autore,
ed amante della verità . Quindi io mi fo lecito
( il che con altri non avrei mai ofato di fare ) di
rapprefentarle ingenuamente alcune mie opi-
nioni full'opera , e fulle lettere erudite aggiun-
tevi: Sperando così più meritare l'amor suo
verfo la mia {inceriti, che l'odio altrui per la
diverlìtà del penfare . Se io potrò pervenire all'
onore del di lei carteggio; ed efière umanamen-
te ammaeftrato da lei, io mi riputerò fortuna-
tiffimo : e di mano in mano l'andrò communi-
cando tutto quel che in una veloce lettura dell'
opera fatta da Sabbato in qua , mi fi è asfollato
nell'animo . Per ora le dirò folo quel che io fti-
mo fui pafso di Plinio, che defcrive l'ufo dell'
Obelifco .
Di quello passo , io non veggo , che i Mate-
matici , e gli eruditi Autori delle lettere , ab-
biano curato d'illutlrare altro che quel poco
che bifognava per dimoftrare la falliti del cre-
duto Oriuolo Solare . Nel che fia con loro pa-
ce detto , utuntur in re non dubia tejìibus non necef-
sxriis . Senza tanta fatica poteano porli fulla di-
senlìva , e dire così. E' affioma, che quelle co-
fe , che più non efillono , non fi può asferire ,
che fiano fiate fenza chiare teilimonianze e ra-
gioni , che lo convincono . Or non efsendofi
Icavato nulla appartenente ad Oriuolo , con-
viene che chi lo vuole efifiito , lopruovi. Pli-
nio non lo dice , gli altri oltre Plinio, non san-
no autorità , eflèndo moderni. Dunque si dee
tutto negare . Chi nelle parole di Plinio trova

espresìò un Oriu fio , sogna , nè merita l'onore
d'una lunga consutazione . Or che occorreva
trattenerli a dimoitrare , che l'Oriuolo fecondo
le ore romane era molto dissicile a sarli, che il
Campo Marzo era siletto , ed altre ragioni che
inoltrano l'impossibilità dell'opera ? Io voglio
che il Campo sbffè quanto l'Agro Romano , ed
ogni cosa folTe sattibile . Non balla provar,
che fiapofsibile una cofa, per dir che ella fia
siata, nè per contrario per negarne l'efistenza ,
è necefiario inoltrarne l'impoffibilità . Se me-
no adunque fopra una cosa così manifefta fi
fofiè difputato , di cofe più importanti fi sareb-
be potuto ragionare . Perchè io credo , che
molte cofe delle aflèrite fi potriano negare ;
molte controvertire . Io mi prenderò la liber-
tà di indicarle alla perfpicacia della fua mente .
In i. Si può negare, che Augufto avefiè pensato
prima ad inalzar 1' Obelisco , poi a servirfi dell'
ombra di elfo . 2. Si potrìa fofienere , che I' O-
belifco non ferviflè per Gnomene nè d'Oriuo-
lo, nè di Meridiana. 3. Si può dimostrare,
che Plinio non dice, che l'ombra fi ftendesie
sui laftrico sino al punto del folftizio jemale .
4. Si può domandar ragione perchè fi sia fatta
violenza al fenfo di Plinio che dice Jìrato lapide
ad magnitudine??! Obelisci, cui sar fieret u?nbra &c.
dandogli a lignificare , che il laihico era due
volte , e un quinto maggiore dell'Obelifco ,
tale richiedendoli per poter raccogliere anche
l'ombra del Solftizio d'inverno . j. Del pari fi
può dir violentato il lignificato delle voci bru-
ma confecìa . 6. Non fi è abbaftanza fpiegato
l'ufo della Palla , perchè quelle utilità , che fe
n'enumerano, non illuftrano quella fola che
Plinio accenna . Che 1'ombra della palla colli-
geretur in fe ipfa, a differenza dell'apice enonni-
ter jaculante , non fi è fpiegato , nè la forza di
quelle voci è efpreflà. 7. Non si è detta cosa
plaufibile fulla cagione per cui a' tempi di Pli-
nio l'offèrvazione non andava più bene , nè fi
potea emendare . Di tutte quelle cole io mi of-
sro renderle conto, e ne chiamo giudice lei me-
defima. Sono così ficuro della spaffionatezza
fua , perchè efiendofi nell' opera rimeffb alle
opinioni de' Matematici, con elfi folamente
poffò io aver dadifputare; e nel tempo iftelìò
tanto mi fondo nella illuminatezza della fua
A mente
 
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