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Bandini, Angelo Maria
De obelisco Caesaris Augusti e Campi Martii ruderibus nuper eruto commentarius — Rom, 1750 [Cicognara, 2516]

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https://doi.org/10.11588/diglit.8409#0203

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( XXI )
EPISTOLA XL LETTERA XL

CHRISTIANI L. B. DE WOLFF
ad eumdem.

AMicus tuus Florentinus Angelus Maria Ban-
àinius dudtmi mihi fama innotuit, 5c me-
rita ejus in eruditione literariasuspicio . Nihil
itaque jucundiusmihi contingere potuit, quam
quod ex 1 tcris tuis humanissimis intelligo, mea
quoque studia ipsi non improbari. Quod atti-
tinet ad interpretationem loci Fliniani de Obe-
lisco , quem Augujlus in Campo Martio erexe-
rat, & ad qusestionem de genuino ejus usu5 ego
cum iis sentio , qui Obeliscum istum non ad
usum horologii, sed ad usum lineae meridiana
aptatum fuisse statuunt, nec aliud a Plinio indi-
gitari contendunt. Rationes ut in medium^
adducam , opus non est , cum eaedem saltem
repetendie essent, quas Tumetipse in literis
enarrare , & ad lìngula fere Plinii verba referre
voluisti. Hoc unicum addo , regulis seneis ad
lineam meridianam , ut redte mones , norma-
libus, adscriptas videri fuissè literas , cum no-
minibus dierum , atque nocìium longitudinis,
ut non demum opus fuerit ex amplitudinibus
ortivis, atque occiduis calculo eruere , cum
Plinius dilette dicat, usum Obelisci ab Augufto
additum fuilìè , siditi ad deprehendendas Solis
umbras ; ita dierum , ac nocìium longitudines.
Rogo , ut amico tuo judicium meum cum offi-
ciis acobsequiismeis significes.Propediem prse-
lum relinquet 3us Gentium, quod scripsi, in quo
magnam libi partem vindicat 7«.r belli, & in bello.
Utinam civitatum Redtores intelligere vellent,
quid populo suo & gentibus aliis debeant ! Ita
rara foret belli occasio , & bellum ipsum sum-
ma religione gereretur , nec de esFrenata bel-
landi libidine &licentia , tot essent, nec in-
justse prorsus querela . Jus natura sicuti singu-
lorum , ita quoque omnium gentium, ac ideo
totius generis humani felicitati consiliit. Ho-
minum vero culpa contingit, ut orbis terra-
rum tot miseriis abundet. Mittam ex nundi-
nis more meo exemplar tum prò Bibliotheca
Caesarea, tum prò tua privata . Vale & me ama,
qui &c.
PS. Gaudeo , amicum tuum Mec2enatem_>
nactum esse Summum Pontificem BENEDI-
CTUMXIV. quem ut Deus diu salvum atque
incolumem servet vehementer opto , ut pluri-
mum eidem prositejus patrocinium .
HaUdie 18. Mann 1749.

DI CRISTIANO L. B. DE YOLFF
al medesimo .
Già da molto tempo mi fi e refo noto per la sama
il fuo amico Fiorentino Angelo Maria Bandi-
ni , ed ammiro meritamente i di lui meriti nella eru-
dizion letteraria . Nessuna cofa adunque mi e giunta
più cara , che s intendere dalle fue cortefifsime lette-
re , che imiei ftudj ancora da ejso non fiano disap-
provati. Per quel che fpetta alla intelligenza del.
passo ài Plinio, dove parla dell' Obelifco eretto dcL^
Augusto nel Campo Marzo, e alla dimanda intor-
no al vero ufo di esso , io fon del parere di coloro , che
vogliono essere fiatopofìo quesio Obelifco, non per tifo
dì un orologio, ma di una linea meridiana , e pre-
tendono altro non additarfida Plinio . Non sa d'uo-
po 1' addurne ragioni, dovendosi ripetere quelle sies-
fe , che lei ha volsuto recare nelle sue lettere , appli-
candole quafi a ciafcunaparola (Zi Plinio . Soltanto
aggiungo , che nei regoli dì bronzo , come ella bene
osserva , perpendicolari alla meridiana , pare che_>
sossero fegnate alcune lettere, assieme coi nomi della
lunghezza dei giorni, e delle notti , talmente che
non fosse necessario , che fi deducejsero per mezzo del
calcolo dalle ampiezze ortìve , e occidue , ferven-
do dottamente Plinio , che V ufo dell' Obelisco ag-
giuntovi da Augusto sofseper ricavare le ombre del
Sole, come anche le lunghezze dei giorni e delle not-
ti . La prego a partecipare al fuo amico il mio fenti-
mento con i dovuti miei ojsequj . Fra pochi giorni
useirà dal torchio la mia opera intitolata Jus Gen-
tium , nella quale ci ha una gran parte ancora //Jus
belli , & in bello . Tiacejse a Dio che i Gover-
natori delle città volessero capire, che cofa debbano
al suo popolo, e alle altre nazioni ! In tal maniera
non sarebbero così srequenti le guerre , le quali fi sa-
rebbero con somma moderazione e riguardo: ne si fen-
tirebbero tanti giustisfimi lamenti fopra alla ssrenata,
voglia , e licenza di guerreggiare . Il Jus della na-
tura , ficcarne provvede alla selicità di ciafcuna per-
sona , così ancora provvede a quella di tutte le na-
zioni , e persino di tutto il genere umano . Per col-
pa-poi degli uomini addiviene , che il mondo Jìà ri-
pieno di tante miferie . Le ne manderò per la fiera ,
fecondo il mio folito un efemplare , sì per la Bibliote-
ca Imperiale , sì per la futa privata. Stia fano, e mi
ami, mentre io sono &c.
PS. Godo, che il fuo amico abbia trovalo per sio
Mecenate il Sommo Pontesice BENEDETTO XIV. ,
il quale desidero grandemente , che Dio confervi sano
e salvo lungo tempo, acciocché gli possa molto giovare
la di lui protezione.
D'Ala 18. Marzo 1749.
LET-
 
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