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Bandini, Angelo Maria
De obelisco Caesaris Augusti e Campi Martii ruderibus nuper eruto commentarius — Rom, 1750 [Cicognara, 2516]

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https://doi.org/10.11588/diglit.8409#0283

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( XVIII )

guente mezza notte, e però a' 23 ; così fra l'ore
de' di verri anni ci correvano 17 ore , e mezza
incirca di differenza . Coli' andare del tempo
la forma dell'anno Giuliano dovette portar
qualche errore ; ma quello era molto minore
della differenza suddetta . Gli anni Giuliani si
scostano dall'Astronomia e da'veri anni in ogni
quattro secoli per 3 giorni. Dall'erezione dell'
Obelisco , fino al tempo in cui scriveva Plinio,
non erano scorsi 100 anni, ( come avanza il
Sig. Freeman ) ma appena 80 come ho mo-
fìrato nella mia lettera . Da quelli vanno leva-
ti anni 30 , giacche già erano 30 anni, che lo
stromento non andava più bene. Rimangono
dunque 50 Ora se 400 anni danno 3 giorni,
anni 50 danno solo ore 9 di sbaglio . Sicché
al doppio minore era quella disferenza che ve-
niva dall' anticipazione degli Equinozj nella
forma dell' anno Giuliano , quando si riconob-
be l'errore, che quello, che nasceva fino al
tempo di Augulto dalla forma mcdesima dell'
Intercalazione. E però come quella differenza
doveva disprezzarsi assatto nell'uso civile , e co
me se si erano segnati i limiti dell' equinozio ,
col giorno espressovi accanto , non doveva re
care alcun pregiudizio 1' andare questo ogni
quattro anni innanzi e indietro per quali i8
ore , così molto meno doveva recar pregiudi-
zio all'uso dell'istromento l'andare innanzi,
c indietro per 9 ore, e dovevano quelle di-
sprezzarsi , dove trattandoli di giorni interi, e
d" uso civile , non sono sensibili, nè da farne
alcun caso . Che vuol di più ? La correzione
medesima fatta da Gregorio XIII. dell' anno ,
con cui si è levato lo sbaglio di Giulio Cesare ,
non ha pollo alcun rimedio all' anticipazione
dovuta ad anni 50 ; facendoti" nello stile nuovo
la correzione solo negli anni centesimi, col to-
gliere ne' primi tre di ogni 4-anni secolari un
giorno intero .
Si rende più manifelto il non doverli nel ca-
so presente far conto alcuno di quelle 9 ore di
svario, col rissettere, che le medesime spesso
non levavano 1' equinozio dal giorno suo, e
quando pur lo levavano , da una delle due not-
ti vicine al giorno , a cui dovevano comparire
uguali, lo buttavano nel giorno istesso , o dal
giorno suddetto nella notte precedente . Se
1' equinozio era segnato a' 22 di Marzo , acca-
dendo esso al tempo di Augusto , o in detto
giorno , o in una delle due notti contigue ;
anche 50 anni dopo accadeva il medesimo o il
dì 22 , o in una delle notti contigue, cioè nella
precedente , e però il giorno 22 era allora ,
come a' tempi di Augulto quello , che doveva
comparire uguale ad una delle contigue sue_>

notti ; onde per l'uso civile nulla vi era'di dif-
ferenza notabile.
E quella è Hata la cagione , per cui giudi-
cando io la differenza assai maggiore e più sen-
sibile , e lo sbaglio più facilmente scuopribile,
e molto diverta da quello , che si doveva ve-
dere in due anni consecutivi anche a' tempi di
Augusto , neppure feci menzione di tal cagio-
ne , e ora pur tutta via son persuasiiìimo , che
altro maggiore sbaglio fosse quello di cui da
Plinio si fa menzione .
Per'altro questo pensiero di ricorrere alla
mutazione dell' anno Giuliano , non è micaj
del Signor Freeman , quantunque si proponga
da esso , come se fosse suo ; ma di que' Mate-
matici , che al suo dire hanno penfato affai poco,
e non si fono curati d' illujìrar' altro , che qnel poco,
che bisognava per dimosìrare la salsità del creduto
orinolo [alare. Egli la deve puro aver veduta e
nella lettera del Marinoni , e in quella d' Eu-
lero , se non che essi avran creduto che coti
questo gnomone si esaminasfero le altezze del
Sole più accuratamente , e da poterne scuopri-
re le piccole disferenze , dove il Sig. Freeman
fa , che lo stromento sia sì grossolano , da es-
servi stato notato il giorno dell' Equinozio
mecanicamente con V oiservazione di uno o
due anni consecutivi.
Aggiunge al fine il Sig. Freeman , che se
Meridiana sosse fiata nel mofìr are il punto del mez-
zodì ci avria Plinio avvertito, che non errava.
Può essere , che abbia errato anche nel mostra-
re il punto del mezzodì, e così Plinio non po-
teva dire , che non errava in questo. Egli non
ci avvisa punto della qualità dell'errore . Può
essere , che essendo quella una meridiana , non
vi fosTe sbaglio alcuno nel notare 1' arrivo al
mezzodì , e pur vi fosTe nella lunghezza delle
ombre , come accaderebbe abballandoli 1' Obe-
lisco , o inchinandoli nel piano del meridia-
no . Pare , che qui il Sig. Freeman faccia qual-
che forza d' argomento in questo silenzio di
Plinio di uno sbaglio nel momento del mez-
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