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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc.3
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Muñoz, Antonio: Miniature della Scuola di Colonia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0265

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MINIATURE DELLA SCUOLA DI COLONIA

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tati, altri ve ne sono che costituiscono con essi un
gruppo ben distinto e caratteristico, tra le varie
scuole ottomane.1 Un evangelario offerto da una ab-
badessa Hitda al convento di Meschede in Wesfalia,
e ora nella biblioteca di Darmstadt (n. 1640), di va-
lore artistico inferiore al sacramentario parigino, con-
tiene solo illustrazioni di fatti della giovinezza di
Cristo, tranne la crocifissione, ed è affine agli altri
tre, presentando pure quello strano e convenzionale
impiego di colori nei fondi, e quella bizzarra conce-
zione del paesaggio in cui si confondono, tra masse di
colore che forse vogliono rappresentare delle mon-
tagne, le architetture e gli altri elementi decorativi. I
colori impiegati sono a preferenza il violetto, che ha
le più varie gradazioni, dal cupo al purpureo, al
roseo, all’azzurrino; in parti accessorie entra spesso,
mettendovi una nota vivacissima, l’arancione; lumeg-
giature bianche fortissime illuminano le vesti e accen-
tuano le linee dei volti, specialmente le fronti e le so-
pracciglia. Le figure sono d’ordinario molto allungate,
e con la testa un po' piccola in confronto del corpo ;
sotto le vesti son disegnate e risaltano le cosce e le
gambe; nelle figure volte di tre quarti la spalla che
sta dal lato del riguardante è di continuo disegnata
troppo sporgente.

Questi tipi si riconnettono direttamente, come os-
serva anche Haselofif, 1 2 a quella scuola di miniatura
carolingia che si è convenuti di chiamare schola pala-
tina, e di cui i rappresentanti principali sono l’evan-
gelario di Cario Magno nella Schatzkammer di Vienna,
un evangelario di Bruxelles, e un terzo nel tesoro del
duomo di Aquisgrana. 3 Nel codice di Vienna gli
evangelisti ricordano molto da vicino quelli dell’am-
brosiano, non soltanto nel disegno e nelle linee ico-
nografiche, ma anche nel colorito, con predominio del
roseo e del violetto. 4 5 Con l’evangelario di Aquisgrana
le somiglianze sono ancora più intime; gli atteggia-
menti degli evangelisti, raccolti tutti e quattro in una
stessa pagina, s sono un po’ scontorti e con grandi
curve tondeggianti, come nei codici colonesi, e i manti
chiari ; è da notare che dietro a ognuno degli evan-
gelisti si vedono grandi masse violette che come nel
sacramentario di San Gereone debbono rappresentare
montagne ed hanno la stessa strana conformazione.

A Colonia insomma sembrano rivivere nel periodo
ottoniano i tipi e le forme carolinge, ma non tanto
quanto crede HaselofF, il quale afferma che le minia-
ture colonesi sono di un gusto diametralmenae op-

1 Sono indicati dallo Aldenhoven, dal Voge, dallo Swar-
zenski {Die Regensbnrger Buchmalerei, Leipzig, 1901, p. 119 e 120),
e dall’HASELOFF.

2 In Michel, I, II, pag. 729.

3 H. Janitschek, Die Trierer Ada-Handschrift, Leipzig, 1889,
pag. 72.

4 Si veda la figura di san Matteo in Janitschek, tav. 20.

5 Janitschek, tàv. 23.

posto a quelle delle scuole di Reichenau e di Treviri. 1
Certo è innegabile nelle miniature colonesi la per-
manenza, se non il predominio delle forme carolinge;
ma insieme con quello delle scuole di Reims e di
Corbie, come vuole Haseloff, riappare a nostro giu-
dizio 1’ influsso della più lontana, geograficamente,
scuola di Tours. Qualche legame c’è anche con la
scuola di Godescalco. Vediamo come neU’evangelario
famoso di San Medardo di Soisson (Paris, lat. 8850),
che rimonta al ix secolo, al tempo di Ludovico il
Pio, appaia quel cielo a strati orizzontali di vario
colore come nell’ambrosiano, scendendo dal turchino
cupo all’azzurro e al bianco;2 e come pure vi si ri-

scontri la stessa predilezione pei contorni rossi-arancio.

Ma per passare ad illustrare i rapporti strettissimi
tra la scuola colonese e quella di Tours, confrontiamo
i nostri codici con la Bibbia dì Carlo il Calvo della
Nazionale di Parigi (lat. 1): in quelli come nella Bibbia
troviamo la stessa caratteristica della spalla troppo
sporgente e del collo gonfiato senza che apparisca la
sporgenza della guancia ; iconograficamente gli evan-
gelisti della Bibbia corrispondono bene pei tipi a
quelli dell’evangelario ambrosiano, specialmente Gio-
vanni. 3

Stretti rapporti mostrano pure i codici colonesi con

1 Haseloff, in Michel, II, pag. 728.

2 Questa particolarità si vede anche nel codice Rossanense.
A. Munoz, Il codice purpureo di Rossano. Roma, 1907, tav. XV.

3 Fac-similèe de manuscrits grecs, latine et francale, expoeèe
dans la galerie Macarine, Paris, tav. XXVII-XXXII.

L' Arte. XI, 28.
 
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