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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. I
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0091

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MISCELLANEA

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troppo numerosi. Voglio ad ogni modo sperare che
questi due quadri siano veramente di Antoniazzo
Aquilio. Nell’oratorio del Gonfalone in Roma, Anto-
niazzo dipinse due quadri rappresentanti l’uno S. Pietro,
l’altro S. Paolo; probabilmente questi dipinti erano
originariamente due parti di una medesima ancona,
la metà della quale non esiste più o almeno non si
sa ove sia. Presentemente le pitture sono esposte ai
lati dell’altare; S. Pietro ha un vestito verde ed un
manto giallo; il santo tiene un libro nella mano si-
nistra; il tipo, la posizione, la maniera di condurre
il dipinto è la medesima che si ritrova nel quadro
della Galleria Corsini ed in quello della Madonna
della Rota.

S. Paolo indossa un abito rosso lacca : il maestoso

vi è un’ancona rappresentante la Madonna col Bam-
bino; il tipo della Madonna bizantina è molto vicino
al tipo della Madonna di Antoniazzo; la tecnica ri-
corda molto quella di lui, ma il bambino ha caratteri
diversi, io credo che un altro pittore romano, molto
vicino ad Antoniazzo, abbia eseguito questa pittura.

Helsinki (Finlandia).

Onni Okkonen.

Una pisside e una cassettina d’avorio saracene
nel museo diocesano di Trento. — È particolar-
mente conosciuta la cassetta d’avorio nella reai Cap-
pella palatina di Palermo, illustrata da Gioacchino di
Marzo nel 1877, simile ad altre conservate nel tesoro
di quella chiesa, preziose come documenti dell’arte

Fig- 1 — Cassettina d’avorio. Faccia anteriore. Trento, Museo diocesano.

apostolo tiene una spada nella mano. Il tipo del S. Paolo
si ritrova in vari quadri sopra menzionati; è una fi-
gura solenne, melozziana.

Questi due dipinti, hanno i segni evidenti della dura
maniera del pittore romano ; essi possono ascriversi
al primo periodo, quando cioè l’arte del pittore ro-
mano aveva ancora la grandiosità dei mosaici romani.

Nella vicina chiesa di Santa Lucia del Gonfalone

arabo-persiana importata in Sicilia nel secolo xii. Non
è raro il caso di trovarne altre ne’musei dell’Europa:
una teca eburnea, già nella raccolta Guidi a Faenza,
fu in parte riprodotta dal sottoscritto nel secondo vo-
lume della Storia dell'arte italiana (pag. 391). Tutte
recano segnati d’inchiostro e d’oro falconieri in co-
stume musulmano, pavoni, pappagalli, falchi che piom-
bano su cerbiatti, ecc.
 
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