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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 4
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Ravà, Aldo: Lodovico Gallina Ritrattista Veneziano (1752-1787)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0301

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LODOVICO GALLINA RITRATTISTA VENEZIANO

(1752-1787)

:ll’anno 1770 arrivava a Venezia dalla natia Brescia un giova-
netto gracile, di modesta apparenza; il suo nome era Lodovico
Gallina, il suo viatico : due raccomandazioni per i Professori
della Pubblica Accademia di Pittura, dategli dal Conte Faustino
Lechi e da Luigi Chizzola, suoi compatrioti.

Nato il 25 agosto 1752 da famiglia civile, ma scarsamente
provveduta, Lodovico Gallina aveva fin da fanciullo dimostrato
una notevolissima facilità per il disegno ; tanto che alcuni frati
dell’Oratorio della Pace, fra cui il Padre M. A. Paratico, inte-
ressatisi a lui, avevano provveduto prima a collocarlo nello
studio di Antonio Dusi, buon pittore bresciano1 e più tardi,
progredito che fu sufficientemente nell’arte di maneggiare i
colori, lo avevano raccomandato ai due summenzionati mecenati; i quali, presolo sotto la
loro protezione, lo inviarono, come si disse, a Venezia, onde si potesse perfezionare. Ammesso
all’Accademia si dedicò tutto al lavoro, studiando alacremente, con pari profitto e con gran-
dissimo successo, nudo, anatomia, prospettiva e architettura.

In quel tempo il patrizio Abate Filippo Farsetti, non contento di aver profuso milioni
nell'ornare la famosa sua Villa di Sala, aveva dato esecuzione magnifica a un suo teme-
rario, ma nobilissimo e grandioso progetto. Questo mecenate appassionato ed intelligente,
che dedicò gran parte delle sue ricchezze nel favorire gli studi e le arti, preoccupandosi
del fatto che molti giovani artisti, dotati delle migliori disposizioni, non potevano, perchè
sprovvisti di mezzi, perfezionarsi viaggiando e andando a studiare i maggiori capolavori
sparsi nelle varie città, pensò di porre riparo alla mancanza di aiuti da parte del Governo ;
e sostituendosi a questo, con regale munificenza, sfidando le spese ingenti e le immense
difficoltà, raccolse in una Galleria quanti più calchi in gesso egli potè far copiare dalle più
belle statue esistenti a Roma, a Napoli, a Firenze. La Galleria Farsetti, ricca anche di bel-
lissimi quadri, divenne in breve tempo famosa così, da meritarsi una descrizione in lingua
latina2 dell’Abate Natale dalle Faste; ad essa fu preposto lo scultore Bonaventura Furlani
di Bologna, artista non privo di merito, che lasciò qualche lodato lavoro in istucco.

Al Furlani successe Lodovico Gallina, giovane di 18 anni, pochi mesi soltanto dopo il
suo arrivo a Venezia. Le cure di questa sovraintendenza non gli impedirono però di con-

1 Antonio Dnsi fu seguace della scuola veneta; 2 Epìstola de Musaeo Phìlippi Farsetti. Ven. 1764,
lasciò alcuni affreschi notevoli e dei ritratti ad olio; ristampata a Norimberga nel 1766, a Padova nel 1767.
morì nei 1776.
 
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