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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 3
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0277

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BIBLIOGRAFIA

RECENSIONI.

Catalogne Raisonné de la Collection Martin Le
Roy. — Fascicule V. - Paris MDCCCCIX.

Con note di P. Leprieur, di A. Pératé e di P. A. Le-
moisne, corredato di vasta bibliografia e riccamente
ornato di numerose riproduzioni è uscito il quinto vo-
lume del Catalogo della Collezione di Martin Le Roy.
Dei primi quattro volumi VArte, s’è già occupata a
suo tempo: ora sarà opportuno accennare alle pitture
italiane, che figurano numerose in questo quinto fa-
scicolo.

Le dodici prime tavole dedicate tutte all’arte ita-
liana riproducono nella massima parte opere del se-
colo XV, in prevalenza toscane: non mancano però
di essere rappresentate la scuola padovana, la vene-
ziana e la lombarda.

S’apre la schiera dell’arte nostra con un quadretto
assai importante di scuola senese del xiv secolo: è
una Pietà : la Vergine tiene sulle ginocchia il corpo
esangue di Cristo: a reggerne il peso Ella pende in-
dietro col corpo, mentre inclina dolorosamente la testa
sulla spalla sinistra in atto di supremo sconforto. Il
disegno finissimo del puro corpo di Cristo, l’esecuzione
precisa ed accurata come quella d’un miniatore, la
costruzione allungata e gentile della figura della Ver-
gine, tutto fa pensare a scuola senese e più precisa-
mente a Sinrone Martini. Il Pératé invero non ascrive
il quadretto a Simone Martrni, ma lo dice di un mae-
stro vicino al Martini o a Lippo Menimi: a parer mio
non si dovrebbe dubitare invece di riconoscere in
questa tavola la mano di Simone Martini stesso, nej
suo periodo francese, quando il disegno del pittore
senese s’era fatta più libero, più equilibrate le pro-
porzioni, meno allungata la forma dei volti : e credo
anzi che ogni esitazione svanirà qualora si confronti
il quadro della collezione Martini Le Roy, con uno
degli sportelli (l’Annunciazione) del Polittico del Museo
di Aversa, (cfr. Venturi, Storia dell' arte italiana,
voi. V, p. 623, fig. 513. Inoltre questo quadro è im-
portante come rappresentazione iconografica, derivata

da scene assai simili di modelli bizantini, esempio questo
assai raro nella pittura del Trecento, poiché solo più tardi
verso la seconda metà del xv secolo tale forma di rap-
presentazione trova largo sviluppo nella pittura italiana.

Seguono due tavolette dal Pératé attribuite al se
nese Giovanni di Paolo: l’influenza dell’Angelico seb-
bene alquanto lieve, vi si scorge: a Giovanni di Paolo
mancano le doti del disegno per potersi sollevare alle
altezze del maestro. Stefano di Giovanni detto il Sas-
setta, a cui il Berenson vorrebbe assegnare il quadro,
è maestro ben più forte, d’una soavità ben più raf-
finata, più sensibilmente derivata dall’Angelico, che
non sia l’autore di queste due opere rappresentanti
l’una La Vergine e il patto fra quattro sante ed an-
geli aderanli, l’altra II martirio di san Giovanni Evan-
gelista. Quest’ultimo soggetto è tratto dalla leggenda
aurea : rappresenta il Santo immerso entro un largo
recipiente di olio bollente, mentre uomini d’intorno
portan fascine o soffiali nel fuoco: un confronto fra
questo quadretto e la Decollazione di san Paolo della
Collezione Carrand del Museo Nazionale a Firenze,
opera di Giovanni di Paolo, reca elementi sufficienti
per ascrivere anche il quadro della collezione Le Roy
allo stesso autore.

A Neroccio di Bartolomeo Landi sembrami giusta-
mente attribuito un Tobia e Vangelo in cui il pittore
svolgendo un soggetto tanto diffuso nella seconda
metà del '400 mostra di riattaccarsi iconograficamente
alle simili figurazioni di celebri contemporanei, come
quelle del Pollaiolo e del Botticini.

Dopo queste pitture di soggetto sacro trovano posto
un gruppo di tre importantissimi Deschi da parlo,
esempi tra i più belli pervenutici. Rappresentano tutti
scene profane: il primo (tavolali. 5) svolge il Trionfo
d'amore soggetto che assai manifestamente procede
dal « Trionfo» del Petrarca sebbene quivi la scena
non risponda pienamente al testo del poeta : tirato
sul carro di fuoco, sta Amore ignudo in atto di scoc-
care una saetta: tutt’intorno giovani dame e cavalieri
lietamente conversano mentre da un lato Dalila, ac-
 
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