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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 4
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Zippel, Giuseppe: Paolo II e l'arte, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0283

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PAOLO II E L’ARTE

NOTE E DOCUMENTI

I.

Il Giardino di San Marco.

L Palazzetto di Venezia, o Giardino di San Marco (questo
era in origine il nome dell’edificio, prima che le otturazioni
di archi e finestre, e gli altri ingombri murari lo snaturassero,
deturpandolo, nei secoli seguenti) spetta senza dubbio un posto
cospicuo nella storiai dell’architettura italiana! del Rinascimento.
Esempio nuovo di costruzione destinata esclusivamente a or-
namento di un giardino, nel bel mezzo dell’ Urbe, esso fu il
modello a cui s’inspirarono, negli ultimi decenni del Quattro-
cento, gli autori di numerosi edifici sacri e profani di Roma:
gli atri delle chiese dei SS. Apostoli e di San Pietro in \Tin-
coli, i cortili dei palazzi del cardinale Nardini e del cardinale
Capranica, il chiostro di S. Giovanni dei Genovesi in Traste-
vere sono manifeste imitazioni del vaghissimo porticato del Giardino di San Marco, la cui
costruzione risale, come tutti ammettono, al tempo che fu papa Paolo II (1464-1471). Ancor
maggiore diviene l’importanza del Palazzetto, qualora si provi come anche la svelta loggia,
sostenuta da colonne d’ordine ionico, che sovrasta al portico, appartenga all’epoca stessa, e
sia perciò da considerare, al pari del portico, quale prototipo di altri consimili concepimenti
architettonici nella città papale.

Questo cercammo di dimostrare, con una sommaria indicazione di documenti inediti,
alcuni anni or sono ;1 ma il nostro ragionamento non convinse il più recente illustratore della
storia edilizia del Palazzo di Venezia, dott. Hermann Egger, il quale espose con grande dili-
genza i risultati di lunghi e amorosi studi sull’argomento,2 in uno splendido volume, uscito

10 scorso anno a Vienna e dedicato alla illustrazione della mole grandiosa, ove ha sede
l’Ambasciata austriaca presso il Vaticano. L’autorità dello scrittore e l’importanza dell’opera,
a cui collaborarono altri egregi cultori della storia e dell’arte, ci inducono a ritornare sull’ar-
gomento per esaminare di nuovo, con più ampia dimostrazione, le origini del Giardino di
San Marco.

Il dott. Egger, fondando le sue induzioni su ricerche proprie, ma specialmente sui rap-
porti presentati al governo austriaco da un ingegnere, A. V. Barvitius, che dedicò, verso

11 mezzo del secolo passato, lunghi studi alle condizioni statiche degli edifici di San Marco,

Marco, in Der Palazzo di Venezia in Rom, Wien,
1909, pagg. 1 segg., 89 segg.

1 Per la storia del palazzo di Venezia in Ausonia,
II, 1907, pag. 126 seg.

2 H. Egger, Zur Bangeschichte des Palazzo di San

L'Arte. XIII, 31.
 
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