Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

DOI Heft:
Fasc. 6
DOI Artikel:
Miscelannea
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0507

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
MISCELLANEA

Pietro Faccini pittore bolognese (1562-1602). —
Pietro Faccini, pittore oggi troppo dimenticato, go-
dette al suo tempo di buona fama e fu dal Malvasia 1
collocato nella schiera del Brizio, del Massari, dello
Spada, del Mastelletta, ecc. ; e se da un lato merita
un tal posto da un altro si distingue dai compagni
per certe sue migliori doti di colore e di tocco, come
per un suo fare più disinvolto e più gaio.

Racconta il Malvasia che essendo il Faccini capi-
tato « già uomo fatto » nell’Accademia dei Caracci, e
avendogli questi preso la caricatura, egli, per vendi-
carsi, con un pezzo di carbone, seppe con l’inesperta
mano esagerare così spiritosamente i loro profili che,
meravigliando tutti, fu da Annibaie persuaso a stu-
diare la pittura. E facendo egli d’un subito miracoli
di profitto, par-ve che Annibaie cominciasse a ingelo-
sirsene, trascurandolo e trattandolo in tal modo che
il Faccini, costretto a lasciare la scuola e a inimi-
carsi col maestro, ne aprì per vendetta una per conto
proprio e oppose a quella dei Caracci un’Accademia
non meno frequentata della loro.

Ciò fu causa di molte discordie con serie conse-
guenze le quali aggravarono sempre più la sua salute
malferma che lo portò alla tomba all’età di soli 40 anni
nell’aprile del 1602.

Lo stesso Malvasia dice nella vita di lui che « ebbe
varietà di ciere mossa grande nelle figure, e nel colo-
rito poi passò ben quanti illustrassero tele a quei
tempi ». E aggiunge : « quest’era quella parte che po-
neva il cervello a partito a Annibaie che, andando a
vedere d’ascoso la tavolina del Martirio di San Lo-
renzo in San Giovanni in Monte, Dio mio, fu inteso
dire, che cosa mette mai costui nelle sue carnagioni?
io giurerei che invece di colore fa macinare carne
umana ».

E concordi nelle stesse lodi sono tutti gli altri sto-
rici : l’Oretti1 2 3 4 che ci vede « bizzarria d’invenzione, gran
mossa di figure e tremendo colorito carnoso » ; il Bal-
dinucci che scusa « l’errore di chi avesse creduto le

1 Malvasia, Felsìnei pitlrice.

2 Oretti, Notizie dei professori, ecc,

opere sue per opere del suo maestro perchè per altro
fu meraviglioso il suo colorito, grande la sua inven-
zione, bizzarre e risolute le sue attitudini, e l’aria
delle sue teste ripiene per lo più di grazia e di gen-
tilezza » ; concordi lo Scandii,1 il Bumaldo, 2 lo Sca-
ramuccia, 3 l’Orlandi « e altri ancora.

lutti poi convengono nel dire che in alcuni suoi
dipinti « egli avesse in mente il Tentoretto » e infatti
le sue migliori qualità le deve ai pittori veneziani che
egli mostra d’aver capito e assimilato meglio degli altri
suoi colleglli ; come pure deve al Tintoretto certa sua
foga e impetuosità, esagerate poi nell’ultima maniera.
Questa sua irruenza e facilità che lo avevano fatto
pittore in così breve tempo e che egli seppe conte-
nere sotto la guida del Correggio da lui pure prediletto
gli impedirono di maggiormente addestrarsi nel di-
segnare. Se infatti il senso del colore e lo stile gra-
zioso sono qualità più innate che apprendibili, il cor-
retto disegnare invece è cosa che ognuno può collo
studio raggiungere. Questo appunto mancò al Faccini
che « col tempo caricò troppo i nudi e esorbitò nel
contorno » (Malvasia). Egli fu quasi un dilettante che
si affidò tutto alle sue buone doti naturali ; ed anche
Annibaie Caracci dovette dire più volte « che guai a lui
se avesse Pietro studiato col dovuto ordine, e se oprato
non avesse più di spirito che di fondamento » (Mal-
vasia). Di tutte le opere che il Malvasia e gli altri ri-
cordano, solo poche I10 potuto rintracciare, e di queste
alcune solamente attestano ancora del valore loro ; le
altre o sono mediocri o ben poco possono testimo-
niare del loro stato primitivo essendo molto cresciute
e deteriorate.

Da poche opere dunque dobbiamo farci un’idea del-
l’arte del Faccini ; esse però bastano per dimostrarci
la sua abilità coloristica, il suo fare franco e lo stile
suo «spiritoso», tutte qualità che lo distinguono dai
suoi compatrioti più ponderati ed esperti ma non come
lui piacevoli e disinvolti. Di queste opere la prima in

1 Scanelli, It microcosmo della pittura.

2 Bumaldo, Minervalia.

3 Scaramuccia, Le finezze dei pennelli italiani,

4 Orlandi, Abecedario pittorieo.
 
Annotationen