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MISCELLANEA
Fig. t — P. Faccini : La Vergine, Santa Caterina
e i quattro protettori di Bologna. Bologna, Pinacoteca.
fatto » deve essere questa una delle prime opere. Anche
il Malvasia la cita per la prima ed è la stessa che su-
scitò tanta ammirazione in Annibaie che era andato
a vederla di nascosto : il che pure prova che doveva
essere uno dei primi lavori del Faccini.
La pittura ha infatti certa freschezza e vivacità gio-
vanile di colore che non si riscontra più nelle altre
opere. Sua dote prima è la seducente armonia di toni
signorili ed eleganti tratti con giudizioso e fine intuito
razioni di disegno che andarono cogli anni aumen-
tando, come i ginocchi troppo grossi, gli stinchi troppo
incurvati, i muscoli come adiposi che fanno presen-
tire le spiacevoli aberrazioni dei barocchi. Questa tela
deve aver avuto in mente il Guercino nel dipingere
il Martirio di San Lorenzo nella Cattedrale di Fer-
rara, che ricorda assai, come composizione, questa del
Faccini.
Più corretta e personale sebbene meno lieta di co-
ordine cronologico deve essere la tela all’altare dei
Ferri in San Giovanni in Monte rappresentante il Mar-
tirio di San Lorenzo. Questo quadro porta scritto in
alto, secondo POretti : « 1590 — Laurs q. July de’ Pen-
sab (Pensabene) Sacerdos aere proprio fieri curavit ».
Il Faccini l’avrebbe quindi eseguito a 28 anni ; e
poiché sappiamo che egli si dette all’arte « uomo già
dalle migliori tele veneziane e specialmente da Paolo
Veronese come nel fasto degli abbigliamenti, nell’in-
tonazione generale e nei due angioletti svolazzanti,
con quegli. scorci e capovolgimenti che saranno così
cari al Tiepolo. Tutto poi è avvolto in un’atmosfera
chiara e trasparente.
Fin da ora si notano quelle inesattézze ed esage-
MISCELLANEA
Fig. t — P. Faccini : La Vergine, Santa Caterina
e i quattro protettori di Bologna. Bologna, Pinacoteca.
fatto » deve essere questa una delle prime opere. Anche
il Malvasia la cita per la prima ed è la stessa che su-
scitò tanta ammirazione in Annibaie che era andato
a vederla di nascosto : il che pure prova che doveva
essere uno dei primi lavori del Faccini.
La pittura ha infatti certa freschezza e vivacità gio-
vanile di colore che non si riscontra più nelle altre
opere. Sua dote prima è la seducente armonia di toni
signorili ed eleganti tratti con giudizioso e fine intuito
razioni di disegno che andarono cogli anni aumen-
tando, come i ginocchi troppo grossi, gli stinchi troppo
incurvati, i muscoli come adiposi che fanno presen-
tire le spiacevoli aberrazioni dei barocchi. Questa tela
deve aver avuto in mente il Guercino nel dipingere
il Martirio di San Lorenzo nella Cattedrale di Fer-
rara, che ricorda assai, come composizione, questa del
Faccini.
Più corretta e personale sebbene meno lieta di co-
ordine cronologico deve essere la tela all’altare dei
Ferri in San Giovanni in Monte rappresentante il Mar-
tirio di San Lorenzo. Questo quadro porta scritto in
alto, secondo POretti : « 1590 — Laurs q. July de’ Pen-
sab (Pensabene) Sacerdos aere proprio fieri curavit ».
Il Faccini l’avrebbe quindi eseguito a 28 anni ; e
poiché sappiamo che egli si dette all’arte « uomo già
dalle migliori tele veneziane e specialmente da Paolo
Veronese come nel fasto degli abbigliamenti, nell’in-
tonazione generale e nei due angioletti svolazzanti,
con quegli. scorci e capovolgimenti che saranno così
cari al Tiepolo. Tutto poi è avvolto in un’atmosfera
chiara e trasparente.
Fin da ora si notano quelle inesattézze ed esage-