Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

DOI Heft:
Fasc. 4
DOI Artikel:
Bibliografia
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0358

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
BIB LIO G R ARIA

RECENSIONI.

Emil Jacobsen : Sodoma und das Cinque-
cento in Siena. Studien in der Gemàlde-
galerie zu Siena mit einem Anhatig iiber
die nichtsienesischen Gemitlde [Znr Kunst-
geschichte des Auslandes, Heft 74, mit 112
Abbildungen auf 54 Tafeln) Strassburg,
J. H. Ileitz (Ideitz & Mùndel), 1910.

Una bella continuazione a’ suoi diligenti studi sul
Tre e Quattrocento senese ci offre l’alacre A., che
tratta un soggetto, da molti tentato e svolto, con una
critica sana e meditata, non carica di note erudite nè
priva di alcun elemento necessario a valutare l’ingegno
e lo stile dei migliori artisti vissuti a Siena nel secolo
sestodecimo.

Il libro è diviso in sette capitoli, bene proporzio-
nati all’importanza dei singoli pittori; e l’appendice
riguarda le opere italiane e straniere della ricca col-
lezione, che ora vanta la sua preziosa Galeriewerk, il
cui merito non diminuirà per le numerose e ragionate
differenze di giudizio.

La vita degli artisti, che contribuiscono a quella
fioritura di lavori, dalla quale s’intitola un secolo, non
comincia tirannicamente col primo, e non finisce col
centesimo anno; però il J., volendo render conto di
tutti i segni precursori del periodo di tempo da lui stu-
diato, apre il suo libro col Fungai, come aperse il pre-
cedente con Martino di Bartolommeo.

Bernardino, lo scolare di Giovanni di Paolo, viola
le vecchie leggi, svecchia la consuetudine, e strappa
l’aureo velo dagli sfondi de’ quadri, ove, d’ora in poi,
vediamo il paese nel suo rigoglio, solcato di corsi
d’acqua e ricinto dalle armoniche curve dei monti.

Maestro di Giacomo Pacchiarotti (cui è dedicato un
brève capitolo : il secondo) fu, con molta probabilità,
l’oscuro senese Pietro di Domenico, ma l’A. non nega,
in modo assoluto, l’influsso del Fungai, forse ingi-
gantito dall’equivoco, cioè dall'aver pigliato in iscambio
il maestro per il discepolo, e questo per quello.

Difficile era discorrere del Sodoma, senza andar per
la battuta, ma giovandosi delle monografie del Jansen,
del Frizzoni, del Cust e degli altri scritti che riabili-
tarono l’uomo e l’artista, calunniato dal Vasari e dai
suoi fedeli fino al Rio, cui ripugnava di metterlo fra
i pittori cristiani.

Con ammirabile novità di argomenti il J. rianima
le documentate difese, e dissipa le ultime nebbie che
possono ancora offuscare l’onore del vercellese. Il
terzo capitolo riassume le indagini dell’A. su la for-
mazione e lo svolgimento artistico del Bazzi ; esso ha
quindi una giusta ampiezza, e ci sembra la parte più
ragguardevole del volume.

Che Martino Spanzotti abbia dato i primi rudimenti
al Sodoma è sicuro, ma che l’esempio del debole
maestro sia stato direttivo della prima maniera di
Giovannantonio è (bene osserva l’A.) assai incerto ;
mancano le opere, che sono le prove incontrastabili,
e si rende necessario un esame comparativo dei di-
pinti rimastici dell’antica scuola quattrocentistica di
V ercelli.

Non ci pare di veder distinta appieno la dipendenza
del Sodoma dà Leonardo, benché l’A. si studii di
rintracciarla in alcuni affreschi senesi.

Leonardo concentra il pensiero in un ideale di bel-
lezza, e vi si avvicina a poco a poco con l’anima com-
mossa e raccolta nel mistero dell’espressione ; tutto il
suo mondo è il suo sentimento, il suo concetto, il suo
volere fluttuante nell’universalità della comprensione. Il
Sodoma, al contrario, crea belle forme, e le moltiplica
con la facilità istintiva, proveniente dall’indole ecci-
tabile, dalla fantasia veloce e dall’ingegno pieghevole ;
il suo carattere impulsivo passa lesto dalla gioia alla
malinconia, e il suo pennello descrive con effusione
la gloria e il martirio; ma, a nostro avviso, egli de-
scrive pici che non pensi. Le sue deficienze di ragio-
natore e il suo poliglottismo tecnico lo tengono lon-
tano dallo spirito del Vinci, onde sono manifesti i
ricordi di forma in due frammenti d’affresco della
galleria senese (l’Èva del Cristo nel Limbo è per
 
Annotationen