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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 6
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Hautecoeur, Louis: I musaicisti Sanpietrini del settecento
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0506

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LOUIS HAUTECOEUR

vicissitudini: fino circa al 1730 nulla lo distingueva dagli altri laboratori italiani di musaicisti;
come quelli era sotto la dipendenza dei vetrai di Murano; in quest’epoca, grazie alla sco-
perta del Mattioli, si acquistò, per l’esatta riproduzione in musaico della pittura, una gloria
che l’antico metodo non avrebbe potuto procurargli, e pure questa sostituzione dell’artificio
all’arte era piuttosto decadenza che progresso. La Fabbrica di San Pietro non lo credette e
dal 1730 al 1770 il laboratorio fu impiegato per la decorazione degli altari della basilica.
Dal 1770 al 1785 si cadde nella miseria poiché non avvenne nessuna ordinazione importante.
Dopo il 1785 i lavori eseguiti per Loreto occuparono il laboratorio. La moda dei musaici
antichi decise Pio VI a introdurre i soggetti profani ; la Repubblica continuò il suo pro-
getto, ma Pio VII per reazione ritornò ai soggetti religiosi.

Questi pochi dettagli offrono dunque la prova interessante dell’ ambizione che ebbero
gli uomini del XVIII secolo ad assicurare l’eternità alle opere che ammiravano: fossero
queste le tele di Raffaello o di Guido Reni, quelle del Batoni o della Kaufmann ; fosse il
mosaico delle colombe o quello dell’ uva. Gusto del Rinascimento, adorazione delle Anti-
chità, ecco quello che noi troviamo in questi documenti ; non erano forse questi stessi sen-
timenti che animarono tutte le Accademie di quell’epoca? La storia del musaico non può
dunque staccarsi — tanto meno nel secolo XVITI — dalla storia dell’Arte in generale.

Louis Hautecoeur.
 
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