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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 6
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Hautecoeur, Louis: I musaicisti Sanpietrini del settecento
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0505

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I MUSAI CISTI SAN PI ETRI NI DEL SETTECENTO

459

La Repubblica alzò i salari agli operai che si videro attribuire un trattamento quasi
di quattro scudi la settimana. 1 Ma la Repubblica romana doveva essere effimera.

Quando Pio VII riprese il potere, trascurò questi lavori profani e comandò il 23 gen-
naio 1802 a Domenico de Angelis un quadro rappresentante la Crocifissione di San Pietro
della stessa grandezza di quello della Bugia. La morte impedì al De Angelis di eseguirlo
e fu l’occasione di un processo fra la Camera Apostolica e i suoi eredi.2 11 Camuccini, che
venne dopo il de Angelis, come direttore del Laboratorio, fu allora incaricato di dipingere
un San Tommaso che i musaicisti copiarono contemporaneamente alla Deposizione del Ca-
ravaggio. 3 Si pensò allora a rappresentare in musaico gli Atti di San Pietro e San Paolo
nel fregio sotto il cornicione della Basilica, ma s’indietreggiò davanti alla spesa. Fu comin-
ciata nella medesima epoca una serie di Sibille.

Lorenzo Roccheggiani copiò quella del Domenichino. Giuseppe Regoli ebbe in ese-
cuzione la Sibilla Persica.4 Tutti questi lavori erano in fattura quando Napoleone I prese
possesso di Roma. La Consulta straordinaria per gii .Stati Romani stabilì di chire al labo-
ratorio una nuova organizzazione.5 Lo trovò troppo ristretto nel pianterreno della sacrestia
e incaricò l’architetto Raf. Stern di trasportarlo al Palazzo dellTnquisizione, quindi la Con-
sulta cercò il modo di rendere la prosperità al laboratorio : bisognava « conservare nello
studio dei mosaicisti lo stile grandioso », ma a questi g'randi lavori si ponevano due obie-
zioni : la lunghezza del lavoro e, in conseguenza, il prezzo ; per rimediare a questo incon-
venientemente, bisognava evitare agli artisti tutta « l’opera meccanica » e aggiunger loro
alcuni manovali e alcuni giovani scolari per tagliare le pietre. D’altra parte la Fabbrica fu
riunita ai beni della Corona Imperiale di Francia e invece di lavorare, come prima, solamente
per San Pietro, i musaicisti furono incaricati di trattare soggetti profani. Essi eseguirono
un quadro rappresentante Lo scudo di Achille e, un camino sul cui fregio si vedeva la morte
di Adone. Una somma di ventimila franchi per anno era destinata al laboratorio.6

Il papato, al suo ritorno, rimise tutto in ordine. Ma che lavoro eseguire? Si ritorna
alla questione (che durava da 80 anni) del Simone Mago del Vanni giudicato mediocre e
rappresentante un fatto apocrifo non degno di essere riprodotto in musaico.7 Si propose
allora di copiare raffresco di Daniele Ricciarelli da Volterra a Trinità dei Monti, che co-
minciava a essere danneggiato.8 Ma come quello precedente anche questo progetto non
fu eseguito. Si limitarono a fare eseguire due « paliotti d’altare ».9 San Pietro era termi-
nato. Fu allora che cominciò la serie dei ritratti de’ papi a San Paolo fuori le mura.

Questo laboratorio aveva dunque subito — senza mai cessare di esistere — numerose

1 Ibidem.

2 XIV, A. 5.

3 XIV, I.

* XIV, C. I.

5 XIV, I.

6 XIV, C. 6 ; noi troviamo (XIV, C. 13) un bilan-
cio che ci indica come erano divisi questi 20,000
franchi :

Impiegati :

Cav. Vincenzo Camuccini, direttore . . Fr. 1,500

Michele Ivech, ispettore.» 1,000

Giuseppe Chiari, conservatore .... » Soo

Nicola de \ ecchis, classificatore degli smalti » 600

Luigi de Rossi, portiere.» 600

A riportarsi. . Fr. 4,500

Musaicisti :

Riporto . . Fr

4.500

Bartolomeo Tomberli. . j
Antonio Castellini . !

Filippo Cocchi . . . . }

Michelangelo Volpini. . ^
Vincenzo Cocchi . . . '

lavorano
i quadri
nello studio 1
grande

14,200

Filippo Retta . ... \

lavorano j


Domenico Pennacchini . f

i musaici

1

Gherardo Volpini . 1

nello studio

1

Nicola Roccheggiani . . /

piccolo

j,3°o

7 Basilica. Restauri, IV,

A. n. 33.

20,000

8 Fu restaurato nel 1825

sotto la direzione di P. M.

Guerin, direttore dell’Accademia di Francia. Archivio
di San Luigi dei Francesi, 250, 23.

9 XIV, 1. 4.
 
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