CORRIERI
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l’abside e il fianco sinistro bagnati dalle onde azzur-
rine dell’Adriatico.
Anche questa chiesetta rimane abbandonata, e non
da oggi, ma è a questo abbandono completo che noi
dobbiamo la visione del perfetto giuoco delle sue belle
linee architettoniche, incrociantesi in cento modi nel
limitato spazio, dove, nondimeno, furono tracciati tutti
i problemi che l’arte costruttiva si propone in quel-
l’oscuro eppur così grande momento delle belle arti.
Tutto ciò viene rivelato specialmente nella originalis-
sima pianta, nell’elevato, e nella cupoletta risolta quasi
completamente coi suoi quattro rozzi pennacchi, ma
nascosta da un’elevazione poligonale, tentativo per-
spicuo e completo che precede di poco il trionfo del-
l’elevazione costruttiva, che sta per slanciarsi in alto
nelle più note e celebrate cupole del Duomo di Pisa,
Disegno del capitello
di San Pietro in Conero.
del San Ciriaco di Ancona, e in seguito nelle più belle
chiese della Toscana, e di tutta la cristianità
Più ampie considerazioni possono farsi su questo
gioiello d’arte che il Sacconi dichiarava « il più com.
pleto monumento lombardo che decori le rive adria-
tiche da Ancona a Brindisi» x, ciò che faremo in un
prossimo corriere, nel quale si parlerà anche della
chiesa della Misericordia e di quella cisterciense di
Chiaravalle, tutte in vista dalla cima del colle Guasco
e quasi tutte dipendenti dal superbo San Ciriaco il
sacro Duomo anconetano, ancora in piedi, malgrado
le ultime minacce, e il grave scoscendimento occorso
recentemente nella fragile roccia su cui esso trovò fa-
cile sì, ma troppo debole fondamento.
G. Aurini.
Di un quadro di fra’ Fabiano da Urbino e di
una pittura a fresco della scuola di Giovanni
Santi. — La fotografia che presento ai lettori del-
VArte è tolta da un quadro sconosciuto finora agli
studiosi e che si conserva nell’altare a sinistra, presso
il maggiore, nella chiesa parrocchiale di Cancelli, fra-
zione del Comune di Fabriano (fig. 1).
Rappresenta la Madonna in trono, col bambino
reggente fra le mani una ghirlanda di fiori ; a destra
è Santa Caterina d’Alessandria e più in basso Santa Ca-
terina da Siena; a sinistra San Paolo e San Domenico
con un libro aperto sullo stesso piano ove sta ginocchioni
e sulle cui pagine è scritto : Opus fac evangelistae: tni-
nisterium imple ; sobrius esto ; qui autem facerit et
docuerit sic homines, etc. Dalla stessa parte è rappre-
sentato in basso. San Sigismondo, anch’esso con un
libro aperto, ove si legge da un lato : Scindo Sigis-
tnundus Orlendus de Fabriano datavit hanc cappellani
jurispatronatus totius suae domus, et famigliare et
omnium descendentimn ex suis germanis fratribus.
La base o piedistallo sopra a cui sta seduta la Ver-
gine presenta sul davanti tre archi, da due dei quali
spunta una rosa. In un cartellino collocato nell’arco
di mezzo è scritto : Salve Verbi sacra Parens, Salve
rosa spina carens ; e più sotto è dipinto uno stemma
gentilizio: un braccio con in pugno la spada, la cui
punta tocca una delle tre stelle postevi superiormente.
Dietro la Vergine, nel cielo, due angeli in atto di cin-
gerle il capo con una corona di rose ; due cherubini
nella sommità del quadro e la mistica colomba.
Lungo i tre lati della cornice, la quale misura
m. 3.80 X 2-56 son rappresentati i quindici misteri
del Rosario, che sembrano d’altra mano. La tavola
centrale misura m. 2.85 X 1.60. Ai piedi della Ma-
donna è un cartellino col nome del pittore:
FRAT. FABIAN. VRBINAS.
ORD. PRAEDICATOR
PINGEBAT 1533.
La mezza figura di San Sigismondo (il devoto)con
scettro, corona e palma, aggiuntavi col libro aperto
e l’iscrizione su riferita del 1603, appartiene molto
probabilmente ad un pittore secentista che dovè ador-
nare anche la cornice del quadro con i misteri del
Rosario. E ciò nell’occasione in cui la nobile fami-
glia Braccini di Fabriano, ora estinta e di cui vedesi
a’ pie’ del quadro lo stemma, donò la grande tavola
alla chiesa di Cancelli.
* * *
Di frate Fabiano e di questa unica sua opera diè
già notizia il P. Vincenzo Marchese 1 della riprodu-
zione, che qui pubblico per la prima volta, vo debi-
1 Memorie dei più insigni pittori, scultori e architetti Domeni-
cani, Voi. 2°, pp. 258-60. Ediz. 20 Firenze, Le Monnier, 18^4.
i G- Sacconi, Relaz, uff. region., pag. 181,
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l’abside e il fianco sinistro bagnati dalle onde azzur-
rine dell’Adriatico.
Anche questa chiesetta rimane abbandonata, e non
da oggi, ma è a questo abbandono completo che noi
dobbiamo la visione del perfetto giuoco delle sue belle
linee architettoniche, incrociantesi in cento modi nel
limitato spazio, dove, nondimeno, furono tracciati tutti
i problemi che l’arte costruttiva si propone in quel-
l’oscuro eppur così grande momento delle belle arti.
Tutto ciò viene rivelato specialmente nella originalis-
sima pianta, nell’elevato, e nella cupoletta risolta quasi
completamente coi suoi quattro rozzi pennacchi, ma
nascosta da un’elevazione poligonale, tentativo per-
spicuo e completo che precede di poco il trionfo del-
l’elevazione costruttiva, che sta per slanciarsi in alto
nelle più note e celebrate cupole del Duomo di Pisa,
Disegno del capitello
di San Pietro in Conero.
del San Ciriaco di Ancona, e in seguito nelle più belle
chiese della Toscana, e di tutta la cristianità
Più ampie considerazioni possono farsi su questo
gioiello d’arte che il Sacconi dichiarava « il più com.
pleto monumento lombardo che decori le rive adria-
tiche da Ancona a Brindisi» x, ciò che faremo in un
prossimo corriere, nel quale si parlerà anche della
chiesa della Misericordia e di quella cisterciense di
Chiaravalle, tutte in vista dalla cima del colle Guasco
e quasi tutte dipendenti dal superbo San Ciriaco il
sacro Duomo anconetano, ancora in piedi, malgrado
le ultime minacce, e il grave scoscendimento occorso
recentemente nella fragile roccia su cui esso trovò fa-
cile sì, ma troppo debole fondamento.
G. Aurini.
Di un quadro di fra’ Fabiano da Urbino e di
una pittura a fresco della scuola di Giovanni
Santi. — La fotografia che presento ai lettori del-
VArte è tolta da un quadro sconosciuto finora agli
studiosi e che si conserva nell’altare a sinistra, presso
il maggiore, nella chiesa parrocchiale di Cancelli, fra-
zione del Comune di Fabriano (fig. 1).
Rappresenta la Madonna in trono, col bambino
reggente fra le mani una ghirlanda di fiori ; a destra
è Santa Caterina d’Alessandria e più in basso Santa Ca-
terina da Siena; a sinistra San Paolo e San Domenico
con un libro aperto sullo stesso piano ove sta ginocchioni
e sulle cui pagine è scritto : Opus fac evangelistae: tni-
nisterium imple ; sobrius esto ; qui autem facerit et
docuerit sic homines, etc. Dalla stessa parte è rappre-
sentato in basso. San Sigismondo, anch’esso con un
libro aperto, ove si legge da un lato : Scindo Sigis-
tnundus Orlendus de Fabriano datavit hanc cappellani
jurispatronatus totius suae domus, et famigliare et
omnium descendentimn ex suis germanis fratribus.
La base o piedistallo sopra a cui sta seduta la Ver-
gine presenta sul davanti tre archi, da due dei quali
spunta una rosa. In un cartellino collocato nell’arco
di mezzo è scritto : Salve Verbi sacra Parens, Salve
rosa spina carens ; e più sotto è dipinto uno stemma
gentilizio: un braccio con in pugno la spada, la cui
punta tocca una delle tre stelle postevi superiormente.
Dietro la Vergine, nel cielo, due angeli in atto di cin-
gerle il capo con una corona di rose ; due cherubini
nella sommità del quadro e la mistica colomba.
Lungo i tre lati della cornice, la quale misura
m. 3.80 X 2-56 son rappresentati i quindici misteri
del Rosario, che sembrano d’altra mano. La tavola
centrale misura m. 2.85 X 1.60. Ai piedi della Ma-
donna è un cartellino col nome del pittore:
FRAT. FABIAN. VRBINAS.
ORD. PRAEDICATOR
PINGEBAT 1533.
La mezza figura di San Sigismondo (il devoto)con
scettro, corona e palma, aggiuntavi col libro aperto
e l’iscrizione su riferita del 1603, appartiene molto
probabilmente ad un pittore secentista che dovè ador-
nare anche la cornice del quadro con i misteri del
Rosario. E ciò nell’occasione in cui la nobile fami-
glia Braccini di Fabriano, ora estinta e di cui vedesi
a’ pie’ del quadro lo stemma, donò la grande tavola
alla chiesa di Cancelli.
* * *
Di frate Fabiano e di questa unica sua opera diè
già notizia il P. Vincenzo Marchese 1 della riprodu-
zione, che qui pubblico per la prima volta, vo debi-
1 Memorie dei più insigni pittori, scultori e architetti Domeni-
cani, Voi. 2°, pp. 258-60. Ediz. 20 Firenze, Le Monnier, 18^4.
i G- Sacconi, Relaz, uff. region., pag. 181,