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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. I
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0109

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CORRIERI

7i

eseguito a cura del Banco di Napoli, e sotto la dire-
zione del comm. Giovanni Tesorone e del prof. Paolo
Vetri. Il palazzo fu disegnato dal Cavagni, il quale
ne diresse anche la costruzione. Due volte il fuoco
l’ha devastato: un primo incendio avvenne nel 1786,
ed il secondo, poco più d’un secolo dopo, si sviluppò
nella notte dal 2 al 3 giugno 1903; e fu questo un
incendio fatale che distrusse opere d’arte e fece vit-
time umane. In seguito a tale rovina l’Amministra-
zione del Banco di Napoli decretò il restauro del
Monte ; però i lavori non furono cominciati prima
del 1907, e non è molto che è stato inaugurato il so-
lenne edificio radicalmente restaurato. I criteri adot-
tati in tale opera sono stati i più razionali : conser-
vare, cioè, nel miglior modo possibile tutto ciò che
era rimasto, e ricostruire il perduto nel mondo co-
m’era. È vero che si sono fatte molte innovazioni per
rendere l’edificio più adatto alle esigenze dello svi-
luppato esercizio, ma in quelle parti soltanto ove non
dovea porsi mano su opere antiche. Così nel pianter-
reno, a destra, non si sono fatte innovazioni per con-
servare gli antichi motivi della decorazione delle volte
e ciò che resta delle belle pitture di Belisario Corenzio,
che, insieme con altri artisti del tempo, ha lasciato in
questo palazzo pregevoli opere. Là dove è stato ne-
cessario rifare da capo la decorazione si son calcati i
motivi antichi. I due scaloni han dovuto esser quasi
interamente rifatti, per le loro pessime condizioni sta-
tiche, ma si è conservato il loro originale sviluppo,
aggiungendovi una sobria decorazione barocca e due
balaustre intagliate in piperno, perchè questo mate-
riale predomina nella decorazione dell’edificio. I can-
celli nuovi si sono fatti sul modello di quelli che son
rimasti: in uno dei saloni si è potuto conservare pure
il tipo primitivo di pavimentazione, che consiste in
quadroni di pietrarsa, aggiungendovene un terzo di
nuovi. I maggiori sforzi sono stati rivolti, superando
non lievi difficoltà, a salvare gli affreschi del Corenzio
che, in moltissime sale, aveva dipinto allegorie con
figure di donne con panneggiamenti molto ben dise-
gnati sui giovani corpi moventisi con grazia nell’ampie
pieghe. Si sono fermati gli intonachi cascanti e ripa-
rati con ogni cura i danni del colore ; e laddove non
rimaneva niente altro che qualche piccola traccia di
disegno presso a svanire in tutto, il Vetri su quella
traccia ha ricostruito, con bun successo, le forme co-
renziane, serbando cosi alcuni modelli che potevansi
dire già perduti. Questa ricostruzione è avvenuta nella
figura della Vigilanza nell’affresco centrale della se-
conda sala a destra nel pianterreno : similmente nella
quarta sala il Genio della Liberalità, in parte distrutto
dal fuoco, è stato completato dal Vetri. Ma dove poi
1 opeia di questo artista assume forma più personale
e aegli affreschi a chiaro-scuro nella facciata della bel-
lissima cappella del Monte, ove sono la Pietà del Nac-
cherino, e le due statue di Pietro Bernini. Ai lati del

finestrone, e di sopra, il Vetri ha dipinto, in cinque
campi, figure muliebri e putti con maggiore libertà
che altrove, benché anche qui egli è stato in certo
modo guidato da quasi invisibili larve di antichi af-
freschi.

Nell’interno della cappella, così ricca di opere d’arte
e così armonicamente costrutta e adorna, dove, con
gli stucchi della volta, si ammirano altre opere del
Corenzio, dell’ Imparato, del Borghese e del Bonito,
si sente la provvida mano conservatrice. Qui, per op-
portuno restauro, la Resurrezione del Santafede, che
era spaccata da l’un capo all’altro, ha ripresa la sua
originale integrità. È stato pure eliminato un grave
inconveniente nell’oratorio, accanto alla sagrestia, col
rimuovere i terrapieni dell’esterno che avevano dan-
neggiato in parte le opere ivi racchiuse; e queste, non
appena l’umidità sarà prosciugata, verranno restaurate
anch’esse col medesimo buon sistema che dovrebbe
vedersi praticato largamente nei monumenti napo-
letani.

Restauri della chiesa di San Pietro a Maiella.

— Per più d’un ventennio questa chiesa è stata tutta
puntellata ed ingombra, e si è tanto discusso intorno
al suo restauro. Ora per buona fortuna questo restauro,
se non può dirsi un fatto compiuto, è certamente una
cosa che va a compiersi con passo sicuro e relativa-
mente presto. Il progetto che si sta seguendo è del
cav. L. Caselli della sopraintendenza dei monumenti
di Napoli, il quale ne dirige i lavori che sono molto
importanti. Le condizioni di statica, tutt’altro che
buone, hanno determinato opere di robustamento non
lievi ; molte delle quali, e le principali, sono state già
eseguite. Così sono stati costruiti archi piani, a livello
del pavimento, negli intercolunnii delle navate per
dare una maggiore solidità alle opere di fondazione.
Alle mura, che costituiscono l’abside ed i laterali cap-
pelloni, si son dovute fare anche opere di sottofonda-
zione : già varie parti del transetto sono state assicurate
con validi robustamenti. I pilastri della navata di destra
sono stati in parte rifatti per essersi rinvenute gravis-
sime lesioni di schiacciamento: e simile lavoro di ri-
fazione dovrà ripetersi anche nei pilastri dell’altra na-
vata minore. Dovranno in seguito praticarsi beveroni
nelle volte di copertura di entrambe le navate late-
rali, con asfalto da spalmarsi sull’estradosso della detta
volta. Nelle mura poi della navata centrale si stanno
eseguendo lavori di ricucitura, e così anche nei cap-
pelloni che fiancheggiano l’abside, poiché sono sen-
sibilmente danneggiati. Si vanno cercando le sagome
archiacute dei finestroni trecenteschi, e si riducono le
loro luci, alterate da posteriori rifacimenti, alla forma
originale. Sarà importante il restauro del tetto della
navata maggiore, reso molto pesante da aggiunte e
trasformazioni. Il progetto del suo restauro mira non
solamente alla più completa e duratura garanzia delle
 
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