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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. I
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Cronaca
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0111

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CRONACA

73

A Sant’ Eligio degli orefici, presso via Giulia in
Roma, si sono iniziati, per cura della sovraintendenza
romana de’ monumenti, restauri che ci ridaranno la
chiesa d’architettura raffaellesca nel suo nobile aspetto.

I lavori eseguiti per la costruzione dei muraglioni del
Tevere avevano grandemente danneggiato il mirabile
oratorio, tanto che la cupola presentava gravi e peri-
colose lesioni. A riparare ad ogni pericolo, si sono
riprese le fondazioni sul lato che guarda il fiume.

^ Nella chiesa abbandonata di San Francesco ad
Anguillara Sabazia si sono scoperti affreschi della fine
del '400 di scuola umbra.

^ Nella chiesa di Santa Maria Nuova di Viterbo
si vanno eseguendo, a cura della locale società per
la conservazione dei monumenti e dell’ufficio regio-
nale dei monumenti, importanti lavori per restituire
alla chiesa primitiva l’antico carattere alterato dai re-
stauri del Seicento. Oltre ai capitelli della navata cen-
trale, riapparsi di sotto lo stucco in perfetto stato di
conservazione, sono venuti in luce, nelle pareti delle
navate laterali, grandi affreschi votivi che vanno dal
xni al xvi secolo. Il più antico, rappresentante il Cro-
cefisso tra Santi, fu fatto eseguire da Monaldo Forte-
guerra signore viterbese l’anno 1243.

^ Per i monumenti di Messina il Ministero della
pubblica istruzione ha erogato la somma di 80,000 lire.

Il 17 dicembre 1909 si era iniziato a Parma il
dibattimento del processo intentato dal dottor Lionello
Venturi contro il prof. Laudedeo Testi, direttore della
R. Galleria di Parma, in seguito alle note polemiche.
Ma le parti si sono accordate sulla seguente dichia-
razione :

«Si premette che, a seguito di polemica, originata
dal libro del prof. Laudedeo Testi sulla storia della
pittura veneziana e vertita fra il Testi e il dottor Lio-
nello Venturi, questi in risposta al primo pubblicava
sul periodico L'Arie una recensione dell’opera del
Testi, polemica svoltasi in una forma che le parti ri-
conoscono soverchiamente vivace, — il prof. Testi pub-
blicò nel n. 28 del Giornale del Popolo, stampato a
Parma il 18 marzo p. p., un articolo intitolato « La
malafede nelle polemiche di storia dell’arte », contro
il quale, ritenendosi il Venturi offeso, sporse querela.
— A seguito delle dichiarazioni fatte in udienza dalle
parti e dall’autorevole intervento del signor presidente,
il prof. Testi dichiara che egli fu tratto dal fervore

polemico ad adoperare parole ed espressioni che oggi
non ha difficoltà di ritrattare, completamente. — Il dot-
tor Venturi, preso atto delle dichiarazioni del pro-
fessor Testi, delle quali ritiensi soddisfatto, dichiara
di rimettere la querela, e la remissione viene accet-
tata dal prof. Testi».

Il barone Enrico di Geymuller, nostro collabo-
ratore ed amico, ha cessato di vivere, quando pareva
rinverdire la operosità dello storico dell’architettura
italiana, e da lui potevamo aspettarci nuovi e grandi
benefici agli studi. L’amico sincero dell’Italia, l’ado-
ratore dell’arte italiana, trovava accenti di poesia, si
infiammava del più nobile ardore, parlando de’ nostri
grandi, di Raffaello, di Leonardo. Si poteva dissen-
tire da lui, ma si doveva ammirare la foga delle sue
convinzioni, la finezza del suo gusto e la bontà del
suo gran cuore.

Egli si faceva amare da tutti con la innata cortesia,
con la sincera modestia, col suo fervore di scienziato.
Ci inchiniamo ora con gratitudine e con riverenza alla
sua memoria, e onoriamo l’uomo che tenne sempre
in alto lo sguardo di studioso e di artista. A. V.

Il prof. Francesco Carabellese, nostro carissimo
collaboratore, entusiasta dell’arte della sua regione,
che illustrò con numerosi scritti, sognò di avvincere
con i naturali molteplici nodi alla storia medioevale
e moderna quella dell’arte. Insegnante di storia e
geografia a Bari, non si dette requie, finché non ebbe
imparato a conoscere e diffusa la conoscenza dei mo-
numenti pugliesi, che amò, che spiegò, che difese
contro ogni barbarie. A poco più di trentasei anni la
sua esistenza fu tronca, lasciando in lutto le Puglie
e gli amici dell’arte e gli ammiratori della sua degna
instancabile operosità e noi suoi compagni di lavoro.

A. V.

Il signore Ludwig Mond, l’illustre chimico, è
morto, dopo av_re beneficato i paesi che lo ospita-
rono, l’Inghilterra e l’Italia. A settant’anni si è spento
a Londra, nella casa dove aveva raccolto tesori d’arte
italiana, opere di Raffaello, di Mantegna, di Gentile
Bellini, di Tiziano, ecc. Quelle opere andranno ad
arricchire la National Gallery, e come là verrà ricor-
dato il collezionista di gran gusto e discernimento,
qua in Roma resterà, particolarmente in via Sistina,
nel palazzo Zuccheri, il perenne ricordo del munifico
signore, dell’amico d’Italia. A. V.

L’Arte. XIII

io.
 
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