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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. I
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0113

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BIBLIOGRAFIA

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soltanto che il Pisanello abbia lavorato nel 1425 ; e
deve contentarsi solo di questa esclusione, perchè quei
documenti non gli lasciano facoltà di credere piu fa-
cile o più difficile il prima o il dopo.

Infine l’A., trattando della questione fatta da Jean
de Foville nella Renne numismatique (1909, pagg. 406-
410), si chiede se sia assurdo, ora che il Pisanello si
dimostra antico provvigionato di Gonzaga, di supporre
la medaglia del marchese Gian Francesco Gonzaga
eseguita anteriormente al 1439. E, scrive l’A., « per
precisar meglio, sarà troppa audacia porla non molto
dopo il 1432, supponendola appunto scolpita per ce-
lebrare e perpetuare il fatto che il 6 maggio 1432 l’im-
peratore Sigismondo concesse al Signore di Mantova
il titolo ereditario di marchese? E così non si giu-
stifica meglio quel primus aggiunto a marchio Mantuae
che sta inciso nella leggenda? » Veramente, sin dal 1896,
il sottoscritto portò la data anteriormente al 1439,
notando che la medaglia Gian Francesco Gonzaga

reca il titolo di primus marchio Mantuae, ma anche
di capitaneus maximus armigerorum. Ora a capitano
generale della repubblica veneta, Gian Francesco Gon-
zaga fu eletto il 12 marzo 1433, e del capitanato ebbe
conferma nel 1434 e il 26 novembre 1436. Nel set-
tembre del 1437, Gian Francesco chiese di essere di-
spensato da quella carica, ma continuò a firmarsi, sino
a tutto novembre del 1437, come capitano generale. La
medaglia, conchiudevasi, è anteriore a questo tempo,
perchè oltre il marchionato si fa menzione in essa del
capitanato : è anteriore all’abbandono della carica della
quale era stato investito dai Veneziani.

I nuovi documenti permetteranno una maggior fi-
ducia a queste conchiusioni, non la datazione della
medaglia, come propone l’A., a « non molto dopo
il 1432 », anno della concessione del titolo di mar-
chese al Signore di Mantova. La medaglia si potrà
datare solo tra le due date 12 marzo 1433 e settem-
bre 1437.

Adolfo Venturi.

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO. *

I. Opere bibliografiche e didattiche.

1. Offi zie Iter Bericht ùber die Verhandlungen des
Vili. Internationa!en Kunsthìstorischen Kongresses in
Darmstadt 23-26 September iqoq. — Leipzig, in Kom-
mission bei E. A. Seemann.

Resoconti sulla discussione avvenuta per la fondazione di
un annuario storico-artistico, per le istituz'oni di una società
storico-artistica e di una internazionale per ricerche icono-
grafiche, ecc.

II. Estetica.

2. Croce (Benedetto) Il ritratto e la somiglianza.

(La Critica, VI, 1908, pag. 310-13).

Il ritratto è, nella pittura e nella scultura, quello eh’è
un'opera storica nella letteratura. E, come un’opera storica
(poniamo la Vita d’Agricola descritta da Tacito) si consi-
dera nel suo doppio aspetto storico ed artistico, cosi si può
far d’un ritratto (poniamo il ritratto di Leon X dipinto da
Raffaello). Sul ritratto nel suo aspetto storico fa ottime
osservazioni l’A. E, affermala la vanità d’ogni « regola »,
l’oziosità di certe discussioni, come quella sui ritratti rea-
listici e i ritratti, diciamo cosi, idealistici, passa alla vessata
questione della « somiglianza » e mostra con lucida chia-
rezza su qual terreno mal sicuro si dibatta.

* La classificazione, che ora s’inizia, del Bollettino bibliogra-
fico (1. Opere bibliografiche e didattiche; 2. Estetica; 3. Iconografia;
4- Stona dell'arte in generale; 5. Architettura; 6. Scultura; 7. Pit-
tura; S. Arti minori') s’accosta del miglior modo possibile a quella
usata dal Jellinek nei suoi lodati dizionari bibliografici. Ai quali,
cessati con la morte dell’autore nel 1907, vorrebbe il Bollettino
de L’Arte non già sostituirsi in tutto, ma in parte sopperire, ri-
parando, possibilmente alle omissione dei passati tre anni e ado-
perando per l’avvenire ogni maggior diligenza. Am.

IH. Iconografia.

3. Gabelentz(Hans von ber) Diekirchliche Kunst
im italienischen Mittelalter, ihre Beziehung zu Kultur
und Glaubenslehre. — Strassburg, I. H. Ed. Heitz
(Heitz & Miindel), 1907.

E un ampio riassunto degli studi d’iconografia medio-
evale, comprèndente, in una prima parte, le ricerche sulla
Bibbia e sulla storia sacra (cap. i°: L’antico Testamento ;
cap. 20 : L'immagine di Cristo e rappresentazione della sua
vita; cap. 30 : L'Apocalisse e il Giudizio Universale ; capi-
tolo 40: Maria Vergine; cap. 50 : I Santi)', e, in una se-
conda parte, le immagini profane in rapporto con l’arte
chiesastica (cap. i°: L’Uomo; cap. 20 : Le rappresentazioni
degli animali). Un lavoro iconografico così generale, avente
a mira precipua lo sviluppo dell’arte italiana nel Medioevo,
mancava sin qui ; e le ricerche del Male, applicate in special
modo all’arte francese, non servivano certo a spiegare l’ico-
nografia artistica italiana. Ma, benché ammiratori della dot-
trina dell’A., ci sia permesso d’osservare che egli ci ha dato
i preliminari dell’iconografia artistica. Se non ha voluto darci
altro, noi non possiamo se non che manifestare la nostra
gratitudine all’A.; ma se egli ha voluto, come pare da certi
elenchi di rappresentazioni, tracciare la linea di svolgimenti
iconografici, convien dire che l’iconografia artistica non sta
in quelle addizioni, e che non basta cercare la ragion prima
del disegno delle immagini. Conviene, cercare le varianti del
disegno stesso, e come l’organismo della figura artistica si
completi e si perfezioni : le forme d’arte, appena nate sotto
l’ispirazione di un testo letterario o d’un’ idea popolare, di-
vengono alla loro volta testo. E questo ha una elaborazione
propria, diviene l’orditura sulla quale tessono le generazioni
 
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