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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 2
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Lorenzetti, Giulio: La Loggetta al Campanile di S. Marco: Note storico-artistiche
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0165

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LA LOGGRTTA AL CAMPANILE Dì SAN MARCO

rivolgere per primo l’attenzione su queste mirabili sculture fino allora del tutto trascurate,
crede di dover assegnare a Gerolamo Lombardo meglio che a Tiziano Minio, le quattro
storie che decorano gli intercolunni sotto le statue mitologiche (fig. io ed 11).

I quattro bassorilievi, ora purtroppo ridotti a miseri frammenti, mostrano davvero una
purezza di forma, una gentilezza di contorni, che lievi si staccano dal fondo, una sobrietà
e compostezza di movimenti, che mal risponde all’arte eccessiva nel movimento, turgida
nella forma, trascurata e sommaria nell’esecuzione che sempre presentano le opere del Minio.

Si confrontino infatti i quattro bassorilievi della Loggetta con le scene della Vita di San Gio-
vanni svolte dal Minio sul Coperchio della Fonte battesimale a San Marco e chiara resul-
terà l’intima differenza di pensiero, di tecnica, distile.

Svolgono tutti e quattro questi bassorilievi episodi mitologici : sotto la statua della
Pace l’artista rappresentò Elle che cade dal montone di Frisso e in quello accanto Teti
che soccorre Leandro, mentre nei due bassorilievi a sinistra figurò scene riferentesi al mito
di Venere: probabili allusioni, come nota il Selvatico, ai pericoli, che Venezia incontrava

Fig’- 17 —Tiziano Minio: Frammenti di bassorilievi decorativi.

nell Oriente contro i barbari dominatori de’ Dardanelli ed ai fruttuosi traffici dell’ Ellesponto
ed a Cipro, isola sacra a Venere, uno dei più ambiti possedimenti di Venezia.

E ben si comprende che a Gerolamo Lombardo all’elegante e finissimo scultore, cui il
Vasari spesso loda, il Sansovino si fosse rivolto per l’esecuzione di questi bassorilievi, qua-
lora si pensi che jtroprio la parte inferiore della Loggia cadeva allora più direttamente che
le altre sotto l’occhio del riguardante, poiché ancora non c’era l’ampia Terrazza che tog'liesse
la visione di queste leggiadre opere d’arte.

Gerolamo Lombardo, che lavorò a Venezia fino al 1543,1 quando partì per Loreto,

Caffi M., 1 Solari, in Archivio Storico Lombardo, 1885, fase. Ili, pag. 560.
 
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